Lavrov non lascia dubbi: «La nostra posizione è solida, l’esporremo in Alaska» — un summit spartiacque atteso con fiato sospeso.
Un duello diplomatico mozzafiato seduto tra ghiacciai e tensioni
Russia convinta: la sua posizione è limpida
Oggi, 15 agosto 2025, a Anchorage, Alaska, Mosca si prepara a sfoderare la sua vision diplomatica senza mezzi termini. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha affermato che “la nostra posizione è chiara e precisa. La spiegheremo.” durante il summit russo-americano.
Ha anche evidenziato che gran parte del lavoro preparatorio è già stato svolto grazie alle visite dell’inviato speciale statunitense, Steve Witkoff, a Mosca — segnale che i due Stati stanno lavorando a un terreno comune, anche se da opposti fronti.
Chi c’è dietro le quinte e cosa aspettarsi
Il summit rappresenta il primo faccia a faccia tra Vladimir Putin e Donald Trump dopo il 2021, e il primo in Alaska in assoluto. Il disegno dell’incontro è chiaro: un minuto di confronto senza intermediari, solo i presidenti accompagnati dagli interpreti, seguito dal coinvolgimento delle delegazioni. La crisi ucraina, si dice, sarà al centro del dibattito, ma i due leader non mancheranno di toccare altre questioni geostrategiche globali.
L’altra faccia del tavolo: la delegazione e le dinamiche in gioco
Sul fronte russo, non mancano pesi massimi: oltre a Lavrov, ci saranno il consigliere presidenziale Yury Ushakov, il capo del fondo sovrano Kirill Dmitriev, il ministro della Difesa Andrei Belousov e il ministro delle Finanze Anton Siluanov. Dmitriev stesso ha definito l’evento come un'opportunità per “resettare” i rapporti USA–Russia, assenti nel periodo Biden.
Dall’altra parte, i rappresentanti americani includono nomi di peso come il segretario di Stato Marco Rubio, il controverso Steve Witkoff — considerato poco ortodosso ma vicino alla linea pro-Mosca — e figure del settore difesa.
Trump ci crede... ma con cautela
Prima del vertice, Donald Trump ha stimato una probabilità di successo del summit del 75 %, lasciando trasparire — seppur ottimista — una riserva di attenzione. Sul fronte occidentale, le reazioni oscillano tra speranza per una de-escalation e timore che il summit possa svuotare l’unità occidentale, favorendo invece Mosca.
Una tregua, oppure una frattura ancora più profonda
Lavrov si mostra deciso, convinto che la preparazione e le argomentazioni siano solide. L’Alaska, luogo simbolicamente carico di storia, è il teatro di un momento cruciale. Da un lato, la diplomazia russa si presenta compatta e decisa; dall’altro, gli Stati Uniti, guidati da Trump, giocano con ottimismo — ma con prudenza. Il mondo osserva: potrebbe nascere una tregua o una frattura ancora più profonda.