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Energia, costi insostenibili: AAST ferma uno dei due forni elettrici

- di: Barbara Leone
 
Energia, costi insostenibili: AAST ferma uno dei due forni elettrici
Nel corso di un incontro con le rappresentanze sindacali tenutosi oggi, la Direzione Aziendale di AAST, Arvedi Acciai Speciali Terni, ha comunicato il fermo di uno dei due forni elettrici dell'acciaieria. La decisione è stata presa a causa del perdurare degli alti costi energetici che non consentono all’azienda di essere competitiva nei confronti delle crescenti importazioni dall’Asia a prezzi stracciati. L’Azienda prevede, al momento, di fermare un forno elettrico per una settimana a fine settembre. Il livello del costo dell’energia elettrica in Italia, tre volte superiore a quello di altri paesi europei dove sono basati i concorrenti di AAST, sta condizionando il piano di rilancio dello stabilimento umbro, vanificando gli sforzi di efficientamento fin qui compiuti ed i benefici degli ingenti investimenti già realizzati dalla gestione Arvedi. Nonostante l’adozione di misure drastiche come l’acquisto di bramme asiatiche per compensare l’incremento dei costi, il divario di competitività permane non solo nei confronti dei produttori asiatici ma anche verso gli altri produttori siderurgici europei che beneficiano di costi energetici sensibilmente più bassi. Lo stabilimento di Terni dal primo gennaio al 31 luglio ha dovuto versare mediamente 97 euro per megawattora contro i 21 in Francia, i 32 in Germania, i 35 in Finlandia e i 62 in Spagna pagati dai produttori di acciaio inox concorrenti di Acciai Speciali. Ciò comporta una forte distorsione della concorrenza con conseguenze pesanti per il più importante produttore italiano di acciaio inossidabile. La fermata del forno elettrico ne è la riprova.

Energia, costi insostenibili: AAST ferma uno dei due forni elettrici

L’azienda si sta battendo sui tavoli nazionali ed europei, con il supporto della Regione Umbria, per ottenere un costo equo dell’energia. Le preoccupazioni vengono costantemente condivise con i rappresentanti dei lavoratori e con tutti i dipendenti. Venerdì scorso è stato collocato sul principale piazzale interno allo stabilimento di Terni un maxicartellone che mette in evidenza i “numeri” della sperequazione in termini di costi che AAST deve subire rispetto agli altri concorrenti europei. Come si spiega nell’affissione, una soluzione è a portata di mano: consentire ad Acciai Speciali Terni di ripristinare le condizioni originali di autoproduzione grazie al collegamento diretto, già esistente, con la centrale ENEL di Galleto. AAST vedrebbe in questo modo ristabilite le condizioni che hanno permesso la nascita di un sito produttivo capace di grandi successi industriali, in grado di superare i più gravi periodi di crisi. Eloquente il titolo che accompagna l’affissione: “Abbiamo il diritto morale di avere le nostre centrali o di essere pagati da chi le ha espropriate”. Un tema che verrà condiviso a breve anche con il territorio: c’è infatti la data per la mostra “La Grande Opera” che accenderà i riflettori su una delle più importanti realizzazioni idrauliche della storia, testimonianza del grande contributo dato dalle acciaierie ternane allo sviluppo energetico del Paese.

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