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Medici sotto assedio: oltre 22mila aggressioni nel 2024

- di: Marta Giannoni
 
Medici sotto assedio: oltre 22mila aggressioni nel 2024
Nel 2024 l’Italia ha registrato un preoccupante aumento delle aggressioni contro gli operatori sanitari. Secondo i dati dell’Osservatorio del Ministero della Salute, oltre 18.000 episodi di violenza hanno coinvolto più di 22.000 professionisti. Ogni azienda sanitaria ha subito in media 116 aggressioni in un anno, con un incremento del 5,5% rispetto al 2023.

Numeri allarmanti e una tendenza in crescita
Negli ultimi cinque anni, le aggressioni agli operatori sanitari in Italia sono aumentate del 38%. Il personale femminile è il più colpito: le infermiere subiscono il 76% degli attacchi. Questo fenomeno non è isolato all’Italia: a livello europeo si registra un incremento del 32%, mentre a livello globale la crescita è del 39%.

Le cause della violenza contro i sanitari
Alla base dell’escalation di violenza ci sono diversi fattori. Il sovraffollamento dei pronto soccorso e le lunghe attese generano tensioni, mentre la crescente sfiducia nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) spesso sfocia in aggressioni verbali e fisiche. Inoltre, la cronica carenza di personale e le difficoltà organizzative contribuiscono ad acuire il conflitto tra pazienti e operatori sanitari.

Le reazioni delle istituzioni
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato la necessità di un cambio culturale: “Non è solo un problema di aumento delle pene, ma è un problema culturale”. Il Ministero ha lanciato una campagna di sensibilizzazione con lo slogan “Ti ha salvato. Ti salverà ancora. Rispetta chi si prende cura di te e dei tuoi cari” per promuovere il rispetto verso il personale sanitario.

Le nuove misure di sicurezza
Per contrastare la violenza, il governo ha varato nuove misure. Tra queste:
Arresto obbligatorio in flagranza per chi aggredisce medici, infermieri e operatori sociosanitari.
Arresto in flagranza differita entro 48 ore dall’accaduto.
Introduzione del reato di danneggiamento ai beni sanitari, con pene fino a cinque anni di reclusione e multe fino a 10.000 euro.
Alcune Regioni stanno sperimentando nuove strategie per proteggere i sanitari. Il Veneto, ad esempio, ha introdotto l’uso di smartwatch e bodycam per migliorare la sicurezza negli ospedali.

Un sistema sotto pressione
Il malessere tra i medici è crescente. Secondo il III Rapporto Fnomceo-Censis, il 91% dei professionisti ritiene che lavorare nel SSN sia sempre più difficile e il 74% si sente a rischio burn-out. Ancora più preoccupante, il 51,4% dei medici starebbe considerando di lasciare il Servizio Sanitario Nazionale per lavorare all’estero.
“Andare a lavorare con la paura diventa frustrante e insostenibile. C’è la voglia di ricominciare a lottare contro un sistema che non ci aiuta a fare bene il nostro lavoro”, ha dichiarato Filippo Anelli, presidente della Fnomceo.
Non solo un problema di sicurezza

La violenza contro gli operatori sanitari non è solo un problema di sicurezza, ma rappresenta una minaccia per l’intero sistema sanitario. La necessità di maggiori tutele, formazione e campagne di sensibilizzazione è più urgente che mai per garantire un ambiente di lavoro sicuro e un’assistenza di qualità ai cittadini.

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