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Giulio Regeni: l'Egitto non collaborerà con l'Italia nel processo

- di: Daniele Minuti
 
Giulio Regeni: l'Egitto non collaborerà con l'Italia nel processo
La procura di Roma ha reso noto che il processo riguardante la morte di Giulio Regeni (scomparso alla fine del gennaio del 2016 e il cui corpo fu trovato a inizio febbraio) e rivolto a 5 agenti dei servizi segreti civili egiziani si svolgerà senza la collaborazione dei pm del Cairo.

L'accusa per i membri della National Security è quella di aver rapito, torturato e infine ucciso il ricercatore dell'università di Cambridge ma la mancata collaborazione dei magistrati egiziani è dovuta al fatto che questi ultimi avvieranno un procedimento autonomo ma solamente con l'accusa di furto, mentre i rapitori e gli assassini dell'italiano vengono ancora definiti "ignoti". Quindi sarà valutato solo l'atto di aver sottratto gli effetti personali di Regeni, accusa mossa a una banda che al tempo derubava turisti e cittadini stranieri, versione che però i pm italiani hanno definito priva di fondamento.

L'Egitto non ha risposto alla rogatoria inviata da Roma più di un anno fa in cui venivano chieste nuove informazioni sulle dichiarazioni rilasciate da testimoni oculari. La procura del Cairo ha motivato la sua decisione spiegando che "il quadro probatorio sui membri dei servizi segreti non è solido abbastanza, mancano prove sufficienti a sostenere l'accusa. Nonostante questo la procura egiziana rispetterà le sentenze di quella di Roma".

I genitori di Regeni hanno commentato la situazione con una nota: "Prendiamo atto dell'ennesimo incontro infruttuoso fra le due procure, da anni subiamo oltraggi dall'Egitto: nostro figlio è stato sequestrato e ucciso, continuano a gettare fango su di lui mentendo a noi e all'Italia. Apprezziamo la determinazione dei nostri pm ma non possiamo che stigmatizzare l'assenza di collaborazione da parte del regime che non ha ancora risposto alla rogatoria del 2019 e che non fornisce neanche informazioni sui funzionari della National Security che sono indagati da due anni. I pm egiziani arrivano anche ad avanzare riserve sull'operato dei nostri magistrati, il Governo prenda atto di questo nuovo schiaffo e richiami l'ambasciatore dall'Egitto".

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