L'economia sociale europea cerca un quadro normativo comune

- di: Jean Aroche
 
Sono conviti di potere partecipare al processo della ripresa economica dell'Europa, una volta uscita della crisi, e, forti dell'importanza che ritengono di dovere rivendicare, sperano di far sentire la loro voce. Gli attori europei dell'economia sociale si sono incontrati (anche in collegamento video) a Mannheim, in Germania, sotto l'egida della Commissione europea, con l'obiettivo di elaborare delle proposte che anticipino il piano d'azione che, con l'obiettivo di rafforzare il settore, Bruxelles dovrà presentare a fine anno.

Un fondamentale segmento dell'economia europea che, pur rappresentando quasi il dieci per cento dei posti di lavoro occupati nel Continente, paga il fatto di essere poco conosciuto. Questo perché ciascun Paese ha i suoi ordinamenti, ai quali gli statuti delle singole organizzazioni si rifanno. Questa situazione, per gli operatori del settore, rilancia la necessità che l'Europa riesca a darsi un quadro normativo comune, conseguenza anche del fatto che la contingenza causata dalla pandemia rende ineludibile che l'economia sia caratterizzata da un modello all'insegna della sostenibilità e dell'inclusività.

In ambito europeo, come detto, il diverso quadro di norme è evidente, con grandi specificità storiche e culturali nazionali, a volte difficili da riunire sotto un'unica etichetta. In alcuni Paesi la 'classificazione' di economia sociale è limitata alle associazioni che combattono la povertà; in altri alle banche cooperative. Peraltro, nell'Europa orientale questo modello è poco presente. Da parte sua, la Commissione europea mantiene una definizione restrittiva, escludendo gran parte delle cooperative e mutue.

Uno dei Paesi dove questo settore è più strutturato è la Francia, grazie alla legge del 31 luglio del 2014 che, ad essa - l'economia sociale - ha conferito un vero e proprio status giuridico.
La Sse (l'economia sociale e solidale, come viene chiamata in Francia) si articola in strutture che basano il loro agire su solidarietà e utilità sociale. La caratteristica di questi soggetti è che hanno una modalità di gestione partecipativa e una ricerca di profitti limitati. Operano i molti campi di attività, in diverse forme giuridiche: associazioni, mutue, cooperative, fondazioni e imprese sociali a carattere commerciale.
Un fenomeno che, nel tessuto economico francese, ha fatto il suo esordio nel Diciannovesimo secolo, con la nascita di società di mutuo soccorso. Ma, paradossalmente, il fatto che tali soggetti non cercano profitti rende per loro, rispetto alle aziende tradizionali, più difficile accedere ai finanziamenti, segnatamente ai fondi di investimento.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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