Stime al lumicino, upgrade Fitch e veti nella maggioranza: il Tesoro cerca un contributo dagli istituti, Forza Italia frena. Senza coperture vere, taglio Irpef e rottamazione rischiano di restare promesse.
(Foto: il ministro a Economia e Finanze, Giovanni Giorgetti).
Che cosa c’è davvero sul tavolo
Il cantiere della legge di bilancio riparte da una verità scomoda: la crescita “spendibile” è minima. Le ipotesi tendenziali, cioè al netto di misure espansive, indicano +0,5% nel 2025 e +0,7% nel 2026: non autostrade, ma corsie di emergenza. È in questo perimetro che il Tesoro muove i primi passi della manovra.
Pil e spread: realtà, non narrazione
La traiettoria resta corta. L’OCSE vede un profilo di crescita in linea con lo zero virgola; S&P immagina un’accelerazione leggermente più robusta nel 2026. Sul fronte mercati, l’upgrade di Fitch ha contribuito a mantenere lo spread su livelli contenuti. Ma il beneficio si azzera se la manovra non risulta coerente e credibile.
Il nodo banche
Qui si gioca la partita. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti marca il perimetro: “La rotta non è automatica: ci sono temporali e serve prudenza”, dichiara Giorgetti. L’obiettivo è un contributo “ragionevole” del sistema del credito al sollievo fiscale, dopo anni di utili robusti, con un approccio dialogante: “Niente crociate, niente bullismo verso le banche: ci si siede al tavolo e si trova un accordo”, afferma Giorgetti.
La reazione di Forza Italia e dell’Abi
All’interno della maggioranza, Forza Italia serra le fila: “Nessuna nuova tassa: si discute solo dentro perimetri concordati”, è il messaggio politico. L’Abi, con Antonio Patuelli, mantiene un profilo di prudente disponibilità: confronto aperto, ma certezza delle regole e tutela della competitività restano imprescindibili. Senza una quadra politica, l’idea del contributo rischia di svuotarsi.
Rottamazione e Irpef: cosa può restare e cosa no
Rottamazione / pace fiscale
La Lega spinge per una pace fiscale che alleggerisca il peso delle cartelle esattoriali. Palazzo Chigi evita il termine “condono” e punta su criteri più selettivi: premiare chi è in effettiva difficoltà, evitando sanatorie generalizzate. La scelta della selettività determina i costi e, di conseguenza, la fattibilità.
Taglio Irpef per il ceto medio
La promessa più attesa riguarda il taglio dell’aliquota Irpef per i redditi medi. È una priorità politica ma richiede coperture certe: se altre misure assorbiranno risorse, lo spazio per l’Irpef si ridurrà. Un motivo in più per definire con precisione il contributo delle banche.
Ires premiale e altri capitoli
L’esecutivo punta a stabilizzare l’Ires premiale per chi reinveste utili in innovazione e occupazione. Restano sul tavolo le detrazioni legate ai figli, gli incentivi per acquisto o locazione della casa per le giovani coppie e la detrazione al 50% per la ristrutturazione della prima casa. Sul recupero coattivo, il governo frena su interventi “massivi” sui conti correnti.
Il vincolo che nessuno può ignorare: le entrate
Con un Pil “zero virgola”, ogni riduzione di imposte esige di dire dove si prende prima di dire cosa si taglia. La pressione fiscale è già salita, segno che il gettito ha fatto la sua parte: ulteriori coperture richiedono scelte nette tra spesa e basi imponibili.
La posta in gioco
Il governo promette il rientro del deficit sotto il 3% in tempi rapidi. Con questa crescita, l’aritmetica è più forte della retorica: se il contributo degli istituti sarà esile, Irpef e pace fiscale scivoleranno in secondo piano; se sarà troppo incisivo, rischia di frenare credito ed economia reale e di spaccare la maggioranza. O arrivano coperture vere, oppure restano slogan.
Frasi da ricordare
- “La rotta non è automatica, ci sono temporali: serve prudenza.” — Giorgetti, ministro Economia e Finanze
- “Niente crociate contro le banche: il contributo si concorda, senza bullizzare nessuno.” — Giorgetti
Cosa accadrà adesso
- Il Tesoro chiuderà un quadro programmatico conservativo: margini da usare con il contagocce.
- Il tavolo con Abi dirà se esiste un perimetro per un contributo una tantum o pluriennale. Se salta, Irpef e pace fiscale verranno ridimensionate.
- Mercati e rating daranno tempo solo a una manovra coerente: l’upgrade di Fitch non è un’assicurazione a vita.