Draghi: "Speriamo di riaprire le scuole dopo Pasqua anche nelle zone rosse"

- di: Daniele Minuti
 
Il premier Mario Draghi ha parlato al Senato in vista del Consiglio Europeo che si terrà domani e fra i tanti argomenti trattati, c'è stato ovviamente quello della situazione pandemica nel nostro paese: "Siamo al lavoro per compensare i ritardi di questi mesi, dai dati si evince l'accelerata della campagna di vaccinazione: nelle prime tre settimane di marzo abbiamo mantenuto una media di 170.000 somministrazioni giornaliere, più del doppio rispetto a gennaio e febbraio, il nostro obiettivo è arrivare a 500.000 di dosi al giorno, siamo secondi in Europa per vaccini fatti dietro la Spagna ma l'Unione Europea va a rilento per noti motivi. In Gran Bretagna si muovono più velocemente, anche perché hanno iniziato prima, hanno più siti vaccinali e più persone abilitate a fare le somministrazioni".

Un richiamo alle Regioni: "Le differenze fra diverse regioni sono dure da accettare, bisogna seguire le priorità del piano nazionale: alcune lo fanno mentre altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che hanno priorità brandite in base a forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti per uscire dalla pandemia: parliamo di autonomia strategica in riferimento a sicurezza e mercato unico, l'unica autonomia oggi dev'essere quella dei vaccini. A un anno dall'inizio della crisi faremo di tutto per trovare la soluzione, ora sappiamo come visto che abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci visto che ad aprile arriverà anche quello di Johnson&Johnson, l'obiettivo è vaccinare più persone nel minor tempo possibile".

L'obiettivo per Draghi è quello di vaccinare per poi riaprire: "Ora dobbiamo pianificare le riaperture guardando i dati epidemiologici, se la situazione lo consentirà riapriremo le scuole anche nelle zone rosse partendo da quelle primarie e dell'infanzia, speriamo subito dopo Pasqua".

C'è però bisogno, dice il premier, di collaborazione dalle case farmaceutiche: "Chiederemo loro il rispetto degli impegni in sede europea, va costruita una filiera invulnerabile agli shock esterni: finora Covax ha assicurato 30 milioni di dosi, dobbiamo rendere sempre più efficiente questo meccanismo e rafforzare la credibilità del'Unione Europea".



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