Disturbi alimentari, è emergenza liste d’attesa

- di: Barbara Leone
 
Posti limitati, lunghe liste d’attesa e richieste d’aiuto in crescita. Una tragedia silenziosa e silente, che quasi sempre si consuma tra le mura domestiche. Protagonisti: per lo più giovani e giovanissimi. Spettatori inermi: genitori e famiglia. Titolo: l’Italia dei disturbi alimentari. Più di tre milioni, stando ai numeri del Survey nazionale del Ministero della Salute 2019- 2023, che dopo la pandemia sono quasi raddoppiati. Una pandemia nella pandemia, ma con pochissimi luoghi di cura. Basti pensare che secondo un recente censimento sono solo 126 le strutture sparse su tutto il territorio nazionale, la maggior parte si trovano al nord (63) e nel Lazio sono 8. Non tutte le regioni sono fornite allo stesso modo e inoltre quasi la metà dei centri non accoglie minori al di sotto dei 14 anni.

Disturbi alimentari, è emergenza liste d’attesa

Laddove è proprio tra i giovanissimi che si è registrato un incremento impressionante dei casi (+ 30%). Una vera e propria piaga sociale, insomma, tanto più difficile da affrontare vista la scarsità delle strutture attrezzate per far fronte a quella che possiamo a tutti gli effetti chiamare emergenza. Numeri dietro ai quali si celano volti e vite distrutte, che a loro volta travolgono altre vite che quasi mai sanno che pesci prendere. Perché convivere con questa malattia non è affatto semplice per le famiglie. Quasi mai, infatti, una ragazza (o ragazzo, perché i casi sono aumentati drammaticamente anche tra i maschi) anoressica o bulimica ammette d’essere malata. Anzi, quasi sempre scansa l’idea e spesso lo fa con rabbia. Sono dinamiche talmente complesse, che è impensabile pensare di poterle risolvere da soli. Così come è impensabile che le liste di attesa siano in media di 8 mesi fino ad arrivare anche ad un anno. Perché con queste patologie (ma con tutte) la tempestività è un fattore determinante, in certi casi vitale. Basti pensare che tra i giovani di 18-20 anni, l’anoressia è la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali.

Qualcosa vorrà dire questo o no? E poi: già è difficilissimo rintracciarne i segni per chi vive accanto, dal momento che non sempre vi sono tracce evidenti come il dimagrimento che sussiste solo, e neanche sempre, nelle persone anoressiche. Senza contare che chi soffre di queste malattie è bravissimo a mentire. Parliamo di anoressia e bulimia, ma anche di binge eating, alimentazione notturna, picacismo, che sono alcune delle più gravi manifestazioni dei disturbi del comportamento alimentare. E’ tutto dannatamente difficile. E lo è ancora di più perché allorquando la persona malata si convince a farsi aiutare si ritrova con la porta sbattuta in faccia perché non c’è posto. Con liste d'attesa che si allungano in maniera così esagerata e cinica, il diritto alle cure per tutti è sistematicamente violato. E questo è inammissibile in Paese che si dice civile.
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