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Da oggi in vigore i dazi Usa al 50% su acciaio e alluminio

- di: Bruno Legni
 
Da oggi in vigore i dazi Usa al 50% su acciaio e alluminio
Trump alza il muro sulle importazioni. Esultano i sindacati metallurgici americani, ma è escalation con il resto del mondo.

Sono scattati allo scoccare della mezzanotte (le 6:00 in Italia) i nuovi dazi al 50% voluti da Donald Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio. Una stretta che raddoppia le tariffe precedenti e che, secondo il presidente americano, “serve a difendere l’economia nazionale dalle pratiche predatorie di Cina e altri Paesi”. La firma sull’ordine esecutivo è arrivata ieri pomeriggio alla Casa Bianca, tra l’esultanza dei sindacati metallurgici e la costernazione dei partner commerciali storici degli Stati Uniti.
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Mercati nervosi e metalli in rialzo
L’effetto è stato immediato: i prezzi dell’alluminio sono saliti del 5,4% e quelli dell’acciaio del 3,1% alla borsa di Chicago. Wall Street ha reagito con volatilità, premiando i produttori interni e penalizzando le aziende manifatturiere che dipendono dalle importazioni.
Secondo Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, “il 50% è una misura necessaria per colpire i Paesi che usano triangolazioni per aggirare i nostri dazi, in particolare la Cina che esporta alluminio attraverso Vietnam e Malesia”.
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Europa, Canada e Messico al contrattacco
L’Unione europea ha fatto sapere di essere “pronta a reagire in modo proporzionato e rapido”, secondo una nota della Commissione. Tra le contromisure allo studio: dazi su bourbon, motociclette e prodotti tech americani.
Il Canada, storico fornitore di acciaio agli Usa, ha convocato l’ambasciatore americano a Ottawa. Il ministro del Commercio François-Philippe Champagne ha definito la decisione “un colpo basso agli accordi multilaterali”. Anche il Messico minaccia ritorsioni su mais e carne di manzo.
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Il Regno Unito ottiene una tregua temporanea
Unica eccezione momentanea: il Regno Unito, che secondo un comunicato ufficiale di Downing Street potrà mantenere l’aliquota del 25% fino al 9 luglio, “in attesa della definizione di un’intesa bilaterale”. Ma anche Londra resta in allerta: le trattative con Washington si sono fatte tese, e il governo parla di “misure difficili da digerire”.
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Impatti concreti su industria e consumatori
L’aumento dei dazi rischia di ripercuotersi sui settori che utilizzano metalli lavorati, dalla filiera automotive alla cantieristica navale, fino ai produttori di lattine e materiali per l’edilizia.
“È una tassa indiretta che finirà per colpire i consumatori”, ha denunciato la US Brewers Association. Secondo una stima dell’American Automotive Policy Council, l’impatto sui costi industriali potrebbe superare i 2,5 miliardi di dollari annui.
Anche Richard Trumka Jr., membro della Federal Trade Commission, si è detto preoccupato: “Non possiamo proteggere un settore distruggendone dieci”.
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Ultimatum globale entro l’8 luglio
Trump ha concesso ai partner commerciali fino all’8 luglio per “presentare offerte migliori”. Un ultimatum in piena regola, che conferma la strategia muscolare del tycoon. “Non ci interessa un mondo in cui l’America perde”, ha detto ieri in conferenza stampa.
Un approccio che molti osservatori leggono come una mossa da campagna elettorale. Ma gli effetti collaterali, stavolta, potrebbero essere globali. E durare ben oltre novembre.
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Disaccoppiamento economico tra Stati Uniti e resto del mondo 
L’entrata in vigore dei nuovi dazi segna un ulteriore passo verso il disaccoppiamento economico tra Stati Uniti e buona parte del mondo industrializzato. Le tensioni sono destinate a salire. E con esse, i costi per imprese e famiglie. Trump promette “grandezza”, ma intanto il mondo prepara la risposta.

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