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Dazi, dollaro in caduta libera: euro ai massimi dal 2022. Macron: "Tregua fragile"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Dazi, dollaro in caduta libera: euro ai massimi dal 2022. Macron: 'Tregua fragile'

Il cambio tra euro e dollaro ha toccato nelle ultime ore i massimi dal marzo 2022, superando la soglia di 1,14 dollari per un euro. Una dinamica che segna un'inversione rispetto al lungo periodo di predominio della valuta statunitense e che ha subito un'accelerazione dopo l’annuncio, nella serata di ieri, di nuovi dazi americani contro Pechino, in particolare su auto elettriche e batterie.

Dazi, dollaro in caduta libera: euro ai massimi dal 2022. Macron: "Tregua fragile"

Il segnale che arriva dai mercati è duplice: da un lato, la fragilità della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina; dall’altro, un ritorno di fiducia degli investitori sulla solidità della moneta unica, almeno nel breve termine. A pesare sul biglietto verde è anche il progressivo rallentamento dell’economia americana e le prospettive di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed entro l’estate.

La risposta europea e le parole di Macron

A margine del Forum economico di Aix-en-Provence, il presidente francese Emmanuel Macron ha lanciato un monito ai partner europei: "Non possiamo più far finta che tutto vada bene. La tregua sui dazi è fragile e dobbiamo proteggerci". Per il leader dell’Eliseo, l’Europa rischia di trovarsi nuovamente "schiacciata tra due potenze" e deve dotarsi di strumenti difensivi e di una politica industriale comune per salvaguardare le proprie filiere strategiche. Macron ha parlato di "economia della sovranità" e ha esortato la Commissione a reagire in tempi rapidi, anche estendendo il meccanismo anti-coercizione e rafforzando il ruolo della Banca Europea per gli Investimenti.

L’impatto sui mercati e le reazioni internazionali

Le tensioni tra Washington e Pechino stanno già avendo riflessi evidenti sulle Borse. I mercati asiatici hanno chiuso in calo, con Shanghai e Hong Kong in territorio negativo. A Wall Street, l’indice Nasdaq ha perso l’1,2% trascinato giù dai titoli del settore tecnologico e automobilistico, direttamente colpiti dalla nuova stretta americana. Anche le principali aziende europee legate all’export hanno registrato oscillazioni, mentre l’apprezzamento dell’euro rischia di rendere meno competitive le imprese del Vecchio Continente, in particolare nel manifatturiero. Da Pechino è arrivata una risposta secca: il portavoce del ministero del Commercio ha parlato di "atto unilaterale e discriminatorio" e ha promesso "contro misure precise e proporzionate".

Scenari futuri e dossier aperti

La crisi valutaria e commerciale si inserisce in un contesto già teso a livello globale. Oltre ai dazi, sul tavolo restano aperti i dossier relativi alle forniture energetiche, alla transizione verde e alla regolazione delle big tech. Per l’Europa, il rischio è che il ritorno a una logica di blocchi penalizzi proprio l’equilibrio delicato costruito negli ultimi anni. Secondo alcuni analisti, se la situazione dovesse peggiorare, si potrebbe assistere a un’ondata di misure protezionistiche incrociate che porterebbero a una vera e propria guerra commerciale su scala globale. Intanto, la Banca Centrale Europea monitora con attenzione la situazione valutaria, anche se per il momento Christine Lagarde ha escluso interventi diretti, parlando di "fluttuazioni legate a fattori esogeni".

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