Cuba libera 553 detenuti dopo colloqui con il Vaticano. Fumo negli occhi?

- di: Marta Giannoni
 
Il governo cubano ha dichiarato che rilascerà gradualmente 553 prigionieri, a seguito di negoziati con la Chiesa cattolica. Il presidente Miguel Díaz-Canel (nella foto) ha informato Papa Francesco di questa decisione in una lettera inviata nei primi giorni di gennaio. 

Dettagli sull’accordo

Il Ministero degli Esteri cubano ha specificato che la liberazione riguarderà persone condannate per vari reati. Tuttavia, non è stato chiarito se tra i detenuti rilasciati vi siano prigionieri politici, inclusi coloro arrestati durante le proteste del luglio 2021. 

Reazioni della Chiesa cubana
Il cardinale Juan García, massima autorità della Chiesa cattolica a Cuba, ha dichiarato di non essere stato informato dell’accordo. "L’ho scoperto solo adesso. Non so se ci sarà la liberazione dei prigionieri politici perché questi sforzi sono stati fatti per molti anni, a volte con successo e altre no", ha affermato. 

Coincidenza con decisioni degli Stati Uniti

L’annuncio cubano è giunto poche ore dopo che l’amministrazione Biden ha comunicato l’intenzione di allentare alcune sanzioni sull’isola. Il presidente Díaz-Canel ha accolto positivamente questa decisione, definendola "corretta", ma ha espresso preoccupazione sul fatto che future amministrazioni statunitensi possano invertire tali misure. 

Critiche e scetticismo

Alcuni osservatori restano scettici sull’effettiva inclusione di prigionieri politici tra i detenuti liberati. Alejandro González Raga, ex prigioniero politico e direttore dell’Osservatorio Cubano dei Diritti Umani, ha espresso dubbi: "Il mondo non può dimenticare che i principali leader oppositori di Cuba sono in prigione". 

Prospettive future

Nonostante l’annuncio, permangono interrogativi sull’impatto reale di queste misure sulle relazioni tra Cuba e Stati Uniti, specialmente considerando l’incertezza sulle future politiche statunitensi nei confronti dell’isola. 

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