Covid-19: entro l'estate 337 milioni di dosi per i Paesi meno sviluppati

- di: Emanuela M. Muratov
 
Entro la prima metà del 2021 saranno distribuiti 337 milioni di dosi di vaccino a 140 Paesi meno sviluppati. L'annuncio è stato dato dai rappresentanti delle organizzazioni che gestiscono Covax (Unicef, Oms ed Alliance for Vaccines), piattaforma che raggruppa Paesi ricchi e poveri con l'obiettivo di unire le forze nella ricerca, nella negoziazione dei prezzi e nella distribuzione dei vaccini. Dei vaccini, 88 milioni saranno ottenuti a basso costo, attingendo al Covax Advance Market Commitment, un fondo alimentato da aiuti di donatori, oltre che da contributi del settore privato e della filantropia.

In questo modo, Covax, durante il primo semestre dell'anno, distribuirà dosi di vaccino al 3,3% della popolazione dei Paesi che figurano nell'elenco dei destinatari. Una percentuale superiore al suo obiettivo iniziale di immunizzare il 3% della popolazione. Uno sforzo che, si legge in un comunicato di Covax, aiuterà in modo significativo a "proteggere i gruppi più vulnerabili, come gli operatori sanitari".

L'annuncio della piattaforma arriva poco dopo le forti dichiarazioni del direttore dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, secondo il quale il mondo sarebbe "sull'orlo di un catastrofico fallimento morale se non fosse garantito un equo accesso ai vaccini". Quasi contemporaneamente sono stati resi noti vari rapporti, che hanno lanciato l'allarme sulle terribili conseguenze per le nazioni più prospere nel caso di mancata vaccinazione dei poveri del mondo.
Dei 337 milioni di dosi, 336 milioni proverranno dal vaccino sviluppato da AstraZeneca e dall'Università di Oxford e 1,2 milioni dal vaccino Pfizer-BioNTech. "Questo è solo l'inizio" - ha detto Henrietta Fore, direttore esecutivo dell'Unicef - "Ne seguiranno altri, continueremo a lavorare sugli accordi di fornitura".
In questo senso, Fore ha annunciato che Covax ha negoziato con il Serum Institute of India la fornitura a lungo termine di 1.100 milioni di dosi di vaccini Astra Zeneca e Novavax a tre euro a dose, consentendone la distribuzione in 100 Paesi a medio e basso reddito globale.

"È un buon prezzo. Unendo le nostre risorse possiamo negoziare (con più produttori, ndr) per ottenere i migliori contratti possibili", ha precisato. Ma non c'è tempo da perdere, ha osservato Frederik Kristensen, vicedirettore esecutivo della Coalition for Innovations in Epidemic Preparedness, il Cepi. "Ci sono Paesi poveri" - ha dichiarato - "che non hanno ancora avuto un solo vaccino. Siamo in un momento critico nella risposta. Le dosi devono raggiungere i Paesi sviluppati, ma anche quelli poveri. Se ogni Paese va da solo, non potremo uscirne e entreremo in un circolo perverso".
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