Stati Uniti: i dipendenti Microsoft dovranno essere vaccinati per tornare in ufficio

- di: Brian Green
 
Con la campagna globale di vaccinazione contro il Covid-19 iniziata ormai da quasi 8 mesi (purtroppo a velocità diverse da Paese a Paese), ora l'interrogativo per moltissime realtà come le aziende e i governi diventa quello dell'introduzione e dell'eventuale estensione dei passaporti che attestano l'immunizzazione dalla malattia, in modo da ridurre al minimo il rischio dei contagi.

Sono diverse le iniziative in tutto il mondo che hanno portato anche a proteste generalizzate, dei cittadini quando si tratta di provvedimenti più larghi e di lavoratori quando invece sono decisioni prese da specifiche imprese. Ultima delle quali è Microsoft, nelle sue filiali situate negli Stati Uniti.

Il colosso tecnologico ha infatti specificato che i dipendenti che vorranno rientrare negli uffici americani a partire da settembre, dovranno essere obbligatoriamente vaccinati: tali uffici riapriranno parzialmente il mese prossimo e al 100% soltanto dopo il 4 ottobre, ma in ogni caso chiunque vi entrerà (persino fornitori e ospiti all'interno del campus) dovranno esibire la prova della vaccinazione.

Nella comunicazione di Microsoft viene inoltre specificato che i dipendenti che decideranno di vaccinarsi per motivazioni legate alla loro religione oppure a specifiche condizioni mediche che lo impediscono avranno dei luoghi di lavoro dedicati. Si tratta di una mossa decisa da parte della società di software che negli Stati Uniti dà lavoro a 103.000 dei suoi 181.000 dipendenti sparsi per tutto il pianeta.

Si tratta di una decisione però attesa e presa giorni fa anche da altri dei colossi della Silicon Valley come Google e Facebook, mossa che però ha portato al rinvio dell'apertura degli uffici di qualche settimana.

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