Cop 28: sul futuro dei combustibili fossili è scontro

- di: Redazione
 
La bozza finale dei lavori della Cop 28 sta creando i presupposti per il sostanziale fallimento dell'assise sul clima, dal momento che il blocco dei Paesi estrattori ed esportatori sta impedendo che, nel documento conclusivo, ci sia l'esplicito riferimento ad una progressiva eliminazione dei combustibili fossili.
Un mancato riferimento che rischia di vanificare una assise che era nata sotto l'auspicio che il mondo prendesse consapevolezza della crisi climatica, accettando di modificare le sue abitudini.
Ma oggi un accordo sembra lontano poiché esso presuppone che ci sia unanimità nei 198 Paesi che partecipano all'evento a Dubai. Cosa che, ad oggi, appare lontanissima.

Cop 28: sul futuro dei combustibili fossili è scontro

La tensione è talmente alta che un rappresentante dell'Unione europea ha definito l'ipotesi di testo dell'accordo "inaccettabile", ipotizzando che l'Ue potrebbe non partecipare ulteriormente ai lavori.
"Non possiamo accettare il testo" ha detto il ministro Eamon Ryan, negoziatore per l’UE e ministro dell’Ambiente irlandese. Ma ha aggiunto che il fallimento dei colloqui ''non è il risultato di cui il mondo ha bisogno''. L'appuntamento a Dubai (gli Emirati Arabi sono tra i principali esportatori di petrolio) era carico di aspettative anche perché quello che sta per concludersi si preannuncia come l'anno più caldo mai registrato. Una condizione da quasi tutti gli esperti attribuita all'incidenza sul clima del consumo di combustibili fossili, cioè dalle emissioni di gas serra derivanti dalla combustione di petrolio, carbone e gas.

Peraltro il fatto che la Cop 28 fosse presieduta da Sultan al-Jaber, amministratore del colosso petrolifero di Abu Dhabi Adnoc, aveva gettato pessimismo sull'esito dell'assise, anche se lui aveva affermato di sostenere una ''eliminazione graduale'' dei combustibili fossili. Ma ieri è stata pubblicata un'altra bozza dell'accordo finale nella quale non c'era menzione di una "eliminazione graduale", affermando invece che i Paesi dovrebbero ''ridurre il consumo e la produzione di combustibili fossili in modo giusto, ordinato ed equo''. Affermazione di principio, ma non certo con caratteristiche vincolanti per i Paesi.
Questa sostanziale differenza tra gli obiettivi del blocco dei Paesi occidentali e delle piccole Isole-Stato (la sopravvivenza di queste ultime è a rischio per l'innalzamento del livello degli oceani), con quelli dei produttori è stata accentuata dal fatto che molte nazioni hanno avuto il testo di bozza dell'accordo appena un'ora prima che fosse convocata una riunione di tutti i governi.

I Paesi in prima linea nel cambiamento climatico – cioè quelli in cui l’innalzamento del livello del mare sta già distruggendo le case e le tempeste uccidono le persone – hanno condannato la bozza di accordo.
"Non firmeremo il nostro certificato di morte", disse. ha affermato un rappresentante dell'Alleanza dei piccoli stati insulari, aggiungendo che non accetterebbe un testo senza "forti impegni per l'eliminazione graduale dei combustibili fossili".

Da parte sua, un portavoce degli Stati Uniti ha detto che la parte del testo sui combustibili fossili "ha bisogno di essere sostanzialmente rafforzata", mentre il gruppo dei Paesi meno sviluppati ha dichiarato di non poter accettare il testo e il suo presidente si è chiesto: "Dove sono le ambizioni?". Nessun commento, invece, da parte dell'Arabia Saudita (Paese guida del gruppo dei produttori riuniti nell'Opec +), ritenuta la principale sostenitrice del mancato ed esplicito riferimento all'eliminazione graduale dei fossili. La bozza, peraltro, sembra non essere all'altezza degli obiettivi del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che ha detto che Cop28 sarà giudicata in base alle opportunità delle nazioni di decidere sul futuro del carbone, del petrolio e del gas. L'incontro sarà considerato un successo solo se si raggiungerà un "consenso sulla necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili in linea con una linea temporale di 1,5°C", ha affermato Guterres.

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