Congiuntura Confcommercio: "Restano deboli i consumi, PIL in calo dello 0,4% su base mensile"

- di: Daniele Minuti
 
L'ultimo numero della Congiuntura Confcommercio conferma l'incertezza dell'economia italiana, che prosegue anche a febbraio: i segnali incoraggianti sul fronte dell'industria vengono infatti contrastati da quelli negativi relativi ai consumi delle famiglie, ancora molto al di sotto dei livelli pre pandemia.

Congiuntura Confcommercio: "Restano deboli i consumi, PIL in calo dello 0,4% su base mensile"

Le attese di un primo bimestre negativo vengono confermate dall'incertezza sui consumi e sul versante produttivo: a febbraio 2023 il PIL è atteso in calo dello 0,4% su base mensile (+0,6% su base annua), col primo trimestre dell'anno che si chiuderebbe con una lieve flessione mensile, confermando la recessione tecnica, in presenza di un rimbalzo lieve a marzo.

A gennaio, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio sale dell’1% su base annua, dato sintesi di un aumento della domanda per i servizi (+9%) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,3%).
Confrontandosi col gennaio 2019 l’ICC risulta inferiore del 10,7%. Per i servizi il calo è del 21,7%, confermando come il percorso per il ritorno ai livelli pre crisi sia lungo e non si concluderà, in molti casi, prima del 2024. 

Il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella (nella foto), ha commentato: "Il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche appare ancora limitato e non contiene granché l’erosione del potere d’acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dall’importante intervento pubblico. Tutto questo alimenta le aspettative di un nuovo piccolo ripiegamento della crescita nei primi mesi dell’anno in corso. L’andamento dei consumi dell’ultimo mese è peraltro influenzato dal confronto con un periodo in cui vi fu un’impennata di casi di Covid-19, in presenza di regole ancora stringenti, con una conseguente diminuzione delle attività produttive e della mobilità delle persone. Pur avviato, il processo di rientro dell’inflazione non appare privo di incognite. L’inflazione di fondo continua, infatti, a mostrare una progressiva tendenza all’aumento, evidenziando come all’interno del sistema importazione-produzione-distribuzione le tensioni non si siano ancora esaurite. Solo in autunno l’inflazione dovrebbe tornare su valori prossimi a quelli indicati come obiettivo dalla politica monetaria. La persistenza dell’inflazione su valori storicamente elevati consolida le attese di una prima parte dell’anno molto debole sul versante dei consumi".
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