Assemblea Confimi, Meloni: "Lo Stato sia alleato di chi produce ricchezza"

- di: Redazione
 
Si è tenuta a Roma l'assemblea 2023 di Confimi Industria, la Confederazione dell'Industria Manifatturiera Italiana e dell'Impresa Privata. E, a dimostrazione del peso che l'impresa ha nell'ecosistema italiano, l'evento ha visto l'intervento di diverse figure istituzionali, ha partire da Giorgia Meloni.
Il Presidente del Consiglio ha infatti inviato un videomessaggio, trasmesso alla platea presente all'evento.
 

Assemblea Confimi, Meloni: "Lo Stato sia alleato di chi produce ricchezza"

"Voglio ringraziare e salutare il Presidente Agnelli e tutti i rappresentanti delle imprese manifatturiere e dei servizi alla produzione associate a Confimi Industria che sono presenti oggi a Roma per l’Assemblea nazionale"  - ha detto Meloni - "Siete un’organizzazione “giovane”, appena l’anno scorso avete celebrato il decennale, ma già da tempo vi siete guadagnati i galloni sul campo e rappresentate chiaramente una realtà importante in un comparto economico altrettanto fondamentale per una Nazione come la nostra, la seconda potenza manifatturiera d’Europa.
Un comparto centrale nell’azione di governo perché costituisce il motore del Made in Italy, quel marchio che ci rende riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Se il Made in Italy è sinonimo di eccellenza e qualità lo dobbiamo in gran parte alle nostre piccole e medie imprese, lo dobbiamo al loro dinamismo, alla loro capacità di coniugare tradizione e innovazione. Senza le piccole e medie imprese il nostro sistema economico non sarebbe quello che è ed è per questa ragione che abbiamo scelto, in questo primo anno di governo, di porre le basi per costruire un ambiente che sia il più possibile favorevole a chi fa impresa. Perché lo Stato deve essere un alleato di chi produce ricchezza, di chi crea posti di lavoro, e non un nemico. Deve essere un alleato che aiuta le imprese a crescere, che le aiuta a diventare più forti e competitive".


"Questa è la visione che ha ispirato e ispira il nostro lavoro" - ha aggiunto il Presidente del Consiglio - "che ha orientato e orienta le nostre scelte, sia in questa che nella precedente manovra finanziaria. Penso al rifinanziamento della Nuova Sabatini sui beni strumentali, alle misure a sostegno del credito alle esportazioni o all’introduzione del principio del “più assumi meno paghi”, ovvero quel meccanismo che consente di “premiare” le aziende che creano nuova occupazione, le aziende che incrementano i propri dipendenti a tempo indeterminato rispetto all’anno precedente. È una misura che in un comparto come il vostro che è ad alta incidenza di manodopera, può avere effetti dal nostro punto di vista molto positivi.
Abbiamo lavorato con lo stesso approccio quando si è trattato di rivedere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di implementarlo con il capitolo del REPowerEU. Un lungo e articolato lavoro che ci ha consentito di liberare e mettere a disposizione delle imprese oltre 12 miliardi di euro di risorse aggiuntive.
Fin dal nostro insediamento ci siamo concentrati su uno dei problemi che incide di più sulle piccole e medie imprese, ovvero il costo dell’energia. Sono tante le misure che abbiamo introdotto in questi mesi e ad esse si somma il cammino di attuazione della delega fiscale, che sta procedendo molto velocemente e che punta a tagliare le tasse e a costruire un rapporto paritetico e di collaborazione tra Stato e contribuenti. Con un’attenzione particolare, ovviamente e anche qui, a chi fa impresa e contribuisce così alla ricchezza nazionale".


"Questo Governo ha iniziato il suo percorso poco più di un anno fa. La bussola che orienta i nostri passi è il programma che è stato votato ovviamente dai cittadini. Un programma di visione, di lungo periodo, che noi vogliamo portare avanti e attuare in questi cinque anni, punto per punto. Un programma che punta a rendere l’Italia più competitiva, più forte, più apprezzata nel mondo, più orgogliosa e consapevole di sé stessa. È un obiettivo ambizioso, certo lo so, ma nessuno meglio di chi fa impresa sa come non ci sia niente di impossibile se nel lavoro che si porta avanti ogni giorno ci si mette la passione, la determinazione e il coraggio e forse anche un pizzico di follia. Voi questo lo sapete bene. Quindi, forse anche da voi, dobbiamo prendere un po’ di esempio nel lavoro che facciamo tutti i giorni" ha concluso Meloni.

Ricco di contenuti anche l'intervento del vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha aperto ringraziando "per la competenza e il coraggio di Confimi, che è ancora in piedi senza fondi pubblici. Da quando sono arrivato ho preso in mano il nuovo Codice degli appalti che mette al centro sindaci e imprese. C'è una battaglia ideologica dell'Europa contro i porti, la tassa sugli imballaggi e la plastica. Bisogna essere concreti. Dobbiamo cambiare anche l'auto e ristrutturare la casa. È una follia, mentre gli altri Paesi inquinano sempre di più. Non si tratta di essere sovranisti o euroscettici si tratta di essere concreti".

Il Ministro ha poi toccato il tema dello sciopero dei trasporti fissato per il 15 dicembre: "I sindacati di base di sinistra hanno indetto un nuovo sciopero di 24 ore. 
Mi prendo l'onere e l'onore di essere il ministro dei Trasporti e dico che lo sciopero di 24 ore non si può fare, lo sciopero dovrà essere ridotto". Lo ha detto il ministro Matteo Salvini, intervenendo all`assemblea Confimi, parlando dello sciopero nei trasporti proclamato dal sindacato di base per venerdì 15 dicembre. Io intendo garantire il diritto allo sciopero per una minoranza però ho anche il dovere di garantire il diritto al lavoro e ala mobilità della maggioranza degli italiani. Se porti sul tavolo uno sciopero di 24 ore allora no, per 24 ore non hai diritto di fermare il paese".

Salvini ha poi parlato della questione Ponte sullo Stretto, un tema, a suo dire, molto discusso a livello europeo: "
Ieri a Bruxelles mi hanno detto: "Ma quando lo fate questo benedetto ponte, che non collega solo la Sicilia all'Italia ma l'Italia all'Europa. Mi chiedo come si fa a dire di no a infrastrutture che uniscono e velocizzano".
 
Il Presidente di Confimi Industria, Paolo Agnelli, ha poi preso la parola dal palco dell'Assemblea, per parlare del quadro generale delle imprese italiane: "Le nostre imprese hanno un carico fiscale e contributivo del 59,1%, la media europea è al 38,9%. I nostri imprenditori pagano il 27,9% sugli utili. La media europea è al 21,2%. Oltre il 40% del costo dell'energia è fatto di imposte e accise e dei 300 miliardi di salari lordi riconosciuti dal settore privato, 180 miliardi finiscono nelle casse dello stato. La politica della Bce è finanza-centrica. C'è dunque ancora posto per le imprese in Italia? Lo abbiamo detto tante volte, vorremmo un salario minimo per decreto ma se si parla di industria basta parlare di salari da fame. I nostri salari sono come quelli delle principali manifatture europee, ad abbassare la media sono le paghe della pubblica amministrazione e del settore dei servizi. Ma questo non ci viene mai riconosciuto".

 
“A tanta disparità competitiva si sono aggiunti i tassi della Bce" - ha poi detto Agnelli - "decuplicati in appena 12 mesi e siamo in attesa di conoscere l'orientamento del nuovo patto di stabilità. Ingessare tutti di nuovo con il rinnovo del patto di stabilità vuol dire per l'azienda Italia affossare l'unica fonte di produzione del proprio Pil di cui le pmi rappresentano il 73,8%. L'austerità senza distinguo rischia di demolire l'economia del nostro paese".

In ultimo, sono arrivate le dichiarazioni del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha risposto a una domanda sul futuro dell'ex-Ilva di Taranto: "Stiamo realizzando un piano siderurgico nazionale che vedrà quattro poli: acciaierie del Nord, avanguardia europea per la siderurgia green, il polo di Terni, su cui definiremo l'accordo di programma nelle prossime settimane, il polo di Piombino che vedrà la partecipazione, ci auguriamo, di due investitori stranieri per realizzare un nuovo sito siderurgico, e il polo di Taranto che deve incamminarsi velocemente sulla strada della riconversione".

"La riprogrammazione del Pnrr"
- ha concluso Urso - "sarà a vantaggio delle piccole e medie impresi italiane con tante risorse per 13 miliardi nel 2024-25 per tecnologie digitali e green. Nel prossimo anno ci saranno a disposizione cifre importanti per le imprese".
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