''ComoLake2023'' - che, cominciata oggi, si concluderà sabato, a Cernobbio - è una manifestazione nata per indirizzare le politiche digitali che ci accompagneranno nei prossimi anni, proponendosi come punto di incontro tra istituzioni, imprese e università coinvolte nei nuovi paradigmi della crescita economica che - in Italia e in Europa - saranno inevitabilmente guidati dagli investimenti del PNRR.
Tra gli intervenuti, anche il sottosegretario all'Innovazione, Alessio Butti, che ha fatto una attenta disamina del tema dell'evento, tracciando il percorso lungo il quale il Paese si dovrà incamminare, nella sfida digitale, anche perché ''ComoLake2023'' rappresenta un’occasione di incontro e di confronto tra i decisori politici e aziendali con una platea di operatori e rappresentanti di istituzioni e mercati.
Guardando al futuro, Butti ha preconizzato un'era in cui ''l’identità digitale diventi la norma, la numerazione telefonica nazionale venga sostituita da un prefisso unico europeo, così come il roaming infra Ue venga eliminato''.
A ''ComoLake2023'' Butti disegna futuro e opportunità del digitale in Italia e in Europa
''Anche le telecomunicazioni europee - ha detto ancora - vanno ripensate alla luce dei cambiamenti tecnologici e di mercato che hanno determinato una forte discontinuità rispetto al passato e che richiedono per questa ragione nuovi business model''. In questo scenario, il Governo italiano, ha quasi rivendicato il sottosegretario all'Innovazione, ''intende portare avanti le sue proposte, senza subire passivamente decisioni calate dall’alto prese a Bruxelles. Il tutto nel solco di una stella polare ben chiara, vale a dire la cosiddetta sovranità digitale europea", dicendo che, perché essa divenga realtà, ''è necessario creare un vero mercato digitale europeo, dove i servizi di telecomunicazioni siano effettivamente disponibili a livello paneuropeo a tutti i cittadini, senza barriere ed ostacoli''.
Da esperto del settore, Butti ha posto all'uditorio delle domande specifiche, come quella sul senso di avere numeri nazionali, nell'era in cui gran parte delle comunicazione tra soggetti sono affidate, ad esempio, a Whatsapp.
''Perché - si è chiesto - non creiamo un prefisso europeo? La distinzione diventerebbe tra numeri europei e non e le tariffazioni sarebbero distinte in questo modo. Si chiama un numero europeo come se fosse nazionale''. Parlando quindi del roaming, l'esponente del governo ha ammesso che ''sono rimaste barriere che impediscono di fatto ai consumatori europei di acquistare una SIM card ed usarla in maniera permanente in un altro Paese europeo rispetto a quello nel quale si vive. Pensiamo se tali vincoli fossero eliminati''.
Butti ha, quindi, lanciato una proposta innovativa sul fronte dello spettro radio: ''I decisori politici dovrebbero avere il coraggio di iniziare ad assegnare almeno una parte dello spettro a livello paneuropeo e non più nazionale in modo da favorire gli operatori paneuropei. E la stessa cosa potrebbe accadere nel mercato della larga banda fissa".
Se avessimo un vero mercato europeo, ha spiegato, la larga banda fissa potrebbe essere invece offerta da operatori che operano a livello paneuropeo.
Butti ha anche lanciato una proposta quando, dopo avere premesso che gli incumbents in quasi tutta Europa ''rimangono controllati dai rispettivi governi'' e ''sono ancora tutti verticalmente integrati'', ha auspicato la separazione della rete dai servizi a livello continentale.
Cosa che ''renderebbe più facile la creazione di un mercato paneuropeo dei servizi aperto a tutti'', favorendo ''in questo modo la creazione di players europei che oggi non abbiamo a causa di un mercato estremamente frammentato''. La separazione di ruoli, ha detto ancora, ''consentirà, questo il nostro auspicio, di superare una politica commerciale ormai datata e basata sulla riduzione dei prezzi dei servizi che, così concepita, non consente di garantire l’evoluzione tecnologica necessaria, ad esempio il passaggio ad architetture basate su Edge".