Idioti si nasce: lo sfregiatore del Colosseo, non sapevo fosse antico

- di: Bianca Balvani
 
Bisogna ammetterlo: tutti abbiamo sognato, in gioventù, di avere, nella nostra compagnia, uno come Ivan Dimitrov, uno di quelli che, solo aprendo la bocca e dandole fiato, dice delle stupidaggini tali da fare ridere tutti, anche i più tristi. Un elemento umano che non deve mancare quando si esce per andare al bar o in pizzeria, perché si sa che, prima o poi, dirà una delle sue micidiali castronerie facendo ridere tutti. Ma, anche mettendoci su una dose da cavallo di fiducia, nessuno potrebbe mai pensare che Ivan Dimitrov (il ventisettenne accusato di avere sfregiato il Colosseo, incidendo sulle antiche pietre il suo nome e quello della fidanzata) per dare maggiore peso alla giustificazione di un gesto di cui si dice pentito potesse affermare che ignorava che l'anfiteatro Flavio fosse stato costruito molti secoli fa. Come se questo potesse cancellare la certezza, per chi lo dovesse incontrare, di avere davanti un, nell'ordine: ignorante, maleducato, gradasso, arrogante, presuntuoso. E per oggi ci fermiamo qui.

Idioti si nasce: lo sfregiatore del Colosseo, non sapevo fosse antico

Ivan Dimitrov, personal trainer (tradotto, alla maniera di Checco Zalone: un insegnante di ginnastica personale), ha la cittadinanza inglese ed era a Roma in vacanza quando, in una visita al Colosseo, ha pensato bene di lasciare ai posteri un segno del suo passaggio. Fatte le debite proporzioni, come fecero i Vandali (il popolo di invasori, non i cretini che danneggiano per soddisfare la loro sete di bestialità).
Quella scritta, ''Ivan+Hayley 23'', fatta utilizzando una chiave, metteva insieme il nome dello sfregiatore e della fidanzata (che forse avrà visto quell'atto idiota come una conferma d'amore) e l'anno del loro 'grand tour'.
Ora, davanti alla possibilità di una condanna (da parte della giustizia italiana) a un lunga pena detentiva e a una pesante multa, Ivan - certamente consigliato da qualche avvocato - ha avuto la geniale idea di mandare una lettera di scuse alla Procura di Roma (che lo ha indagato), al sindaco Gualtieri e al Comune. Quando si dice poi l'ironia della sorte: in calce alla lettera c'è, ovviamente, il nome di Ivan Dimitrov, che è lo stesso di un noto artista figurativo che, oltre a essere pittore e scultore, è anche incisore. La stessa scelta artistica dello sfregiatore...

Il fatto che per vergare la lettera, che è un concentrato di umorismo involontario, di ignoranza e di speranza che essa basterà per dargli un passaporto verso l'impunità, Ivan ci abbia messo due settimane da quando ha compiuto il gesto la dice lunga sul fatto che la missiva si soltanto un escamotage. Un gesto che sarebbe rimasto senza conseguenze se a filmarlo, con un cellulare, non ci fosse stato un altro turista, che lo ha postato immediatamente a perenne condanna dell'imbecillità umana e nella speranza di una punizione.
Dopo avere sparso l'incipit della missiva di scuse e ammissioni, Ivan, riservando un pistolotto elogiativo a Sindaco e Campidoglio, a sua scusante dice di ammettere ''con profondissimo imbarazzo che solo in seguito a quanto incresciosamente accaduto ho appreso dell'antichità del monumento''.

Verrebbe solo da sbellicarsi e da chiedere a Ivan e alla sua ineffabile fidanzata (che, imprenditrice, non può essere certo stupida o tanto abbagliata dal sentimento) cosa pensassero entrando in quello che è uno dei monumenti più conosciuti al mondo: che fossero a Las Vegas o in Cina, dove si replica tutto per abbindolare turisti di bocca buona? che fosse una discoteca, non manutenuta dai proprietari, visto i muri sbreccianti e le finestre senza infissi? che fosse una grande pizzeria, en plein air, dove mangiare all'aperto, gettando sguardi distratti sulla città eterna?
Ricordando che, lo dicevano i latini e lo diciamo anche noi, eredi della loro cultura giuridica, che l'ignoranza non scusa. Ovvero: puoi anche dire che pensavi di avere inciso il tuo nome sul muro di un garage (ma anche questo non si può fare), ma questo non ti esime dalle tue responsabilità. Che, per Ivan potrebbero tradursi in una condanna da due a cinque anni di reclusione e in una multa fino a 15 mila euro.
Non sappiamo quale sarà l'esito del processo, ma un suggerimento, piccolo piccolo, ce l'abbiamo per il sindaco Gualtieri: rinuncia a costituirsi parte civile, a patto che Ivan e la gentile fidanzata tornino a Roma per scusarsi e si impegnino ad andare in giro a dire quel che hanno fatto. Magari con un cartello con la scritta: ''Yes, I'm an idiot''.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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