Coldwell Banker Italy: il "Senior Living" per il business immobiliare di domani

- di: Redazione
 

C’è un settore, quello degli immobili di lusso che non conosce crisi. Conoscere questo mercato e anticiparne i segnali deboli è una capacità di pochi. Roberto Gigio che Italia Informa ha incontrato in una chiacchierata esclusiva è uno di questi.

L’inserimento nella prestigiosa classifica dei top 100 manager e imprenditori italiani di Forbes 2023, i punti di forza e i valori che hanno fatto di Coldwell Banker il più prestigioso franchising immobiliare al mondo, le strategie di breve e medio periodo in Italia. Di questo e di molti altri temi abbiamo discusso approfonditamente. Tra gli aspetti più interessanti di questo lungo excursus ci sono la situazione del mercato immobiliare e il nuovo tema di mercato: il Senior Living, tra i segmenti più promettenti su cui investire.

Coldwell Banker Italy: il "Senior Living" per il business immobiliare di domani

Lei è stato è stato inserito nella prestigiosa classifica dei top 100 manager e imprenditori italiani di Forbes 2023. Che cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?

É un riconoscimento che mi onora molto e che rappresenta per me un tributo al lavoro fatto in questi anni da me e da tutto il mio team. Per tutti gli sforzi che il gruppo ha fatto questo riconoscimento rappresenta anche un incoraggiamento per continuare a crescere professionalmente e contribuire allo sviluppo della nostra rete di agenzie in Italia, mantenendo sempre alti gli standard che ci hanno caratterizzato fino ad oggi. Insieme alla mia squadra siamo abituati a lavorare duramente perché poi è necessario mantenerli certi livelli: l’obiettivo è andare sempre meglio.

Quali sono i punti di forza che hanno reso Coldwell Banker il più longevo e prestigioso franchising immobiliare al mondo, facendone un leader indiscusso del mercato immobiliare? Quali i valori che contraddistinguono la storia e l’identità di Coldwell Banker?

Coldwell Banker che quest’anno festeggia i 118 anni di storia, visto che è stata fondata nel 1906, ha costruito la sua leadership attraverso una combinazione di tradizione, integrità, innovazione e attenzione al cliente: un mix di cose che ha reso il marchio che da fiducia al cliente che si rivolge a noi e che ci ha permesso di avere successo in tutto il mondo. Infatti, essendo il marchio più longevo e prestigioso è molto importante anche per noi saperlo rappresentare bene. Tutti i giorni bisogna mantenere e onorare questa storia di successo.

Quest’anno festeggiamo nella nostra convention del 15 Aprile al Palacongressi di Riccione i 15 anni esatti che abbiamo avviato lo sviluppo del network raggiungendo il traguardo delle 100 agenzie e, anche qui, la crescita è stata basata non sulla quantità ma sulla qualità, avremmo potuto avere molte più agenzie ma stiamo molto attenti alle persone che inseriamo.

Avete tagliato il traguardo della centesima agenzia sul territorio italiano, segnando un momento storico per il brand. Quali sono, nel breve e nel medio periodo, le scelte strategiche per il nostro Paese? Quanto e come volete ancora crescere?

Potremmo restare in questa posizione, in quanto il nostro business gira già molto bene, ma, essendo sempre pronti a cogliere le opportunità che si presentano sul mercato non ci fermiamo. Ad esempio, proprio in questi giorni sto valutando l’apertura su Verona, se troverò i partner giusti e le persone giuste. Noi facciamo sia franchising sia agenzie di proprietà, gestite direttamente da noi; quindi, siamo un’azienda che fa business tutti i giorni a differenza di altri; quindi, valutiamo di volta in volta e vorremmo, nei prossimi 5 anni, arrivare ad aprire in altri 30/40 punti strategici nel nostro Paese. Penso a località turistiche premium. Oggi siamo già presenti a Forte dei Marmi, a Porto Cervo, in Riviera Romagnola, in Sicilia, a Canazei, ma non mi dispiacerebbe avere un punto a Cortina, tanto per fare un esempio.  Dunque, 30-40 punti, chiaramente se capiamo che ci sono i presupposti giusti e le persone giuste, perché aprire un ufficio non è una cosa difficile, bisogna però trovare i partner giusti che sappiano rappresentare quei valori di cui parlavamo prima, ossia etica, professionalità, onestà, cose che oggi dovrebbero essere scontate. Tra i punti di forza del nostro network c’è sicuramente la grande attenzione alla formazione del nostro personale. Abbiamo la Coldwell Banker University che eroga costantemente formazione a tutti i livelli, sia per gli agenti che per i broker, che per i leader dei team. Poi da sempre una grandissima attenzione all’evoluzione della tecnologia, siamo leader in questo da sempre, e adesso abbiamo investito in dei settori per dare strumenti ai nostri agenti per essere più performanti e adesso vedremo cosa succederà con questa Intelligenza Artificiale, che tipo di supporto potrà darci per restare sempre a passo coi tempi, tenendo in considerazione però che da noi al centro ci sono sempre le persone.

Qual è oggi la situazione immobiliare, qual è stato nell’ultimo anno del rapido aumento dei tassi di interesse? E ora che nel 2024 i tassi dovrebbero scendere, qual è la vostra visione sul settore?

C’è un mercato, quello del lusso, dove noi siamo leader da sempre, che sta andando bene perchè le location TOP si continuano a vendere senza difficoltà semplicemente perchè chi ha i soldi non ha il problema dell’aumento dei tassi di interesse. Quindi a Forte dei Marmi, piuttosto che a Porto Cervo, o a Roma centro gli immobili vanno via tranquillamente.

Poi  c’è il mercato “normale”, non lusso, che già a partire dagli ultimi mesi ha subito un rallentamento dovuto all’incertezza sui tassi. Però, la notizia che i tassi potrebbero a breve scendere ha dato un po’ di fiducia alla gente che riparla di casa, parlo della fascia tra i 300-400mila euro che di solito ricorre ad un mutuo. Questa fascia ha subito un rallentamento in tutta Italia, lo dicono i dati secondo i quali il 2023 si è chiuso con circa 670mila transazioni: dunque un 20% in meno rispetto al 2022. Però, i presupposti del 2024 sono migliori e i prezzi non solo calati.

Collegandoci alla domanda precedente, conviene ancora investire nel mattone?

Gli italiani per tradizione trovano sempre un buon investimento nel mattone, la famiglia italiana, appena riesce a risparmiare, pensa alla seconda e alla terza casa, dunque un investimento nel lungo periodo.

Quali sono le tipologie immobiliari residenziali, nell’ambito della fascia medio - alta del mercato in cui opera Coldwell Banker, che oggi mostrano il maggiore gradimento in Italia?

Sicuramente gli appartamenti di lusso in posizione prestigiosa, poi tutto ciò che sono ville in zone esclusive con caratteristiche quali gli spazi esterni che dopo il Covid sono state apprezzate molto di più. Ville vicino a tutti i servizi (STAZIONE, SUPERMERCATI, SCUOLE) Ad esempio, oggi le ville isolate non hanno più un grande appeal a meno che non siano ubicate in un posto fantastico. Queste si continuano a vendere tranquillamente. C’è un divario tra il vecchio e il nuovo, si sta allargando sempre più la forbice della casa da ristrutturare e la casa nuova: il cliente oggi preferisce sempre più a casa nuova perché con quella da ristrutturare non si sa più a che cifre si va incontro. Ma anche qui c’è da fare una differenza. Se la casa da ristrutturare è di livello TOP è un conto ma tutta quella fascia di appartamenti un po’ vetusti che stanno in zone normali stanno un po’ soffrendo, mentre 3-4 anni fa la differenza tra il vecchio e il nuovo era minima.

Tra i settori su cui investire nel mercato immobiliare si parla molto del Senior Living, al quale stanno guardando anche le pubbliche amministrazioni per la sua capacità di portare benefici a vari livelli. Si tratta davvero di un settore così promettente, anche alla luce del costante invecchiamento della nostra popolazione?

Il mercato del Senior Living ha prospettive di crescita molto interessanti qui in Italia. Leggevo qualche tempo fa alcuni dati in cui la quota degli over 65 sarà del 34% nel 2060, dal 22% nel 2018. Poi crescerà anche il numero dei cosiddetti “grandi vecchi”; gli over 80, che rappresentano oggi il 16,1% della popolazione. Quindi, speriamo che anche noi diventeremo dei grandi vecchi: si dice che prossimamente superare i 100 anni non sarà più una cosa difficile, anzi sarà un po’ la norma anche in virtù dei grandi passi che ha fatto la medicina. Recentemente abbiamo avuto un meeting interno in cui affrontava il tema di come puntare ai 100 anni sarà normale e allora perché non puntare ai 130? Quindi il futuro è il Senior Living, anzi in realtà è già così. In Europa ci sono già dei gruppi di persone anziane che convivono in queste case, condividono servizi e spese, specie nel Nord Europa, decidono di vivere il resto della vita non da soli ma insieme agli altri. Una prospettiva sociale e di business.

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