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Servizi essenziali sul territorio, Cnel: cittadini insoddisfatti

- di: Redazione
 
Servizi essenziali sul territorio, Cnel: cittadini insoddisfatti
Più di un italiano su due esprime insoddisfazione sulla presenza dei servizi essenziali nel territorio di residenza. Più in dettaglio, a esprimere insoddisfazione è il 54,4% dei cittadini e il 92,9% si dice consapevole della riduzione di questi servizi. In conseguenza di questi disservizi, l’84,2% dei cittadini afferma di essere disponibile a trasferirsi in un altro Comune.
Emerge dl documento predisposto dal Gruppo di Lavoro del Cnel sulla desertificazione della rete dei servizi a partire dalle filiali bancarie, coordinato dal consigliere Paolo Pirani. Il documento è stato presentato nel corso dell’Assemblea del Cnel e fa riferimento ai dati relativi a un’indagine demoscopica realizzata dal prof. Roberto Baldassarri di LAB21.01. A testimoniare l’importanza dell’argomento il fatto che l’82,3% del campione considera abbastanza o molto importante che i servizi essenziali siano garantiti nel proprio Comune.
Oltre ai dati già citati, sul fronte dei servizi bancari l’indagine rivela che solo il 2,9% del campione ha un conto corrente esclusivamente online. Il 90,6% dichiara che aprirebbe un nuovo conto solo in banche con filiali tradizionali o alla posta, percentuale che sale addirittura al 97,9% per chi si affiderebbe a tale tipologia di istituti per aprire un mutuo di acquisto della casa. Tra i servizi bancari ritenuti di maggior rilievo e per il quale sia indispensabile recarsi in filiale, infatti, domina la richiesta di un mutuo per l’acquisto di una casa o di un immobile con il 41,8%, seguito dal 16,4% per un prestito personale, 13,2% per consigli di investimento e gestione del risparmio e il 10,2% per il prelievo di contanti. Il 73,4% degli intervistati ha avuto una percezione molto o abbastanza alta della riduzione o chiusura del proprio sportello di prossimità.

Desertificazione dei servizi, l’Assemblea del Cnel approva Ordine del giorno: necessaria la sinergia tra pubblico e privato

Alla luce di questi dati emersi dall’indagine l’Assemblea del Cnel ha approvato un Ordine del giorno, rilevando tra l’altro che l’argomento della presenza degli sportelli bancari va inquadro in un ambito più ampio relativo al generale indebolimento della rete dei servizi sul territorio, sia pubblici sia privati. 
In quest’ottica, nel documento si evidenzia l’importanza di sviluppare un’azione sinergica tra i due comparti, pubblico e privato, tenendo comunque presente che qualsiasi attività economica per essere vitale e offrire i propri prodotti e servizi necessita di una presenza di una domanda “adeguata”. 
Le iniziative di collaborazione pubblico-privato, continua il documento, possono anche prevedere la messa a disposizione da parte dell’operatore pubblico di un adeguato spazio fisico con le necessarie condizioni di sicurezza, di connettività e infrastrutturali, tenendo conto della necessità di avere interventi differenziati in base, ad esempio, al numero di abitanti. 
Ancora, “le evoluzioni demografiche, lo spopolamento di alcune aree dell’Italia, i cambiamenti di uso dei servizi da parte della clientela e le innovazioni tecnologiche debbono essere prese in considerazione per qualsiasi azione di policy, affinché abbia effetti duraturi e sia sostenibile per tutti i soggetti coinvolti, con una chiara individuazione dei bisogni da soddisfare e le fasce di clientela da tutelare. Pertanto, sono auspicabili strategie pubbliche di sostegno sociale ed economico alle zone geograficamente svantaggiate e meno popolate”. 
Per l’assemblea del Cne, “all’interno di questa azione di politica economica si può rafforzare il ruolo delle banche a supporto delle economie locali, con le diversificate modalità di presenza sul territorio tramite gli sportelli o altre forme di contatto”. 
Altro aspetto riguarda le normative di assegnazione delle tesorerie degli enti locali. Sarebbe utile un ripensamento della norma che ha sottratto alle gare pubbliche l’attribuzione delle tesorerie.

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