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Cina accelera i preparativi militari: Taiwan alza la difesa

- di: Bruno Legni
 
Cina accelera i preparativi militari: Taiwan alza la difesa
Prontezza, difesa e deterrenza: l’isola si prepara allo scontro.

La tensione nello Stretto di Taiwan torna a salire in modo inquietante. Secondo le dichiarazioni del presidente di Taipei William Lai Ching‑te, la Cina sta “accelerando i preparativi militari” per un’azione di forza finalizzata a riprendere il controllo dell’isola. Taipei ha dichiarato che entro il 2027 — data che coincide con il centenario dell’People's Liberation Army (PLA) — l’esercito di Taiwan dovrà aver raggiunto un “elevato livello di prontezza” per difendere l’autonomia dell’isola.

Un’isola in allerta: nuove strategie per la difesa

Il governo taiwanese, consapevole del crescente pericolo, ha già messo in atto una serie di mosse difensive. Lo scorso marzo, attraverso un vertice sulla sicurezza nazionale, Lai ha illustrato 17 strategie per contrastare non solo la minaccia militare diretta, ma anche tentativi di infiltrazione, destabilizzazione politica e campagne di disinformazione mirate a indebolire l’identità taiwanese.

In parallelo, l’isola ha aumentato i suoi sforzi per rafforzare le proprie forze armate. Nelle esercitazioni programmate per il 2025, che simulano un attacco cinese, l’esercito taiwanese impiegherà per la prima volta sistemi avanzati come i razzi HIMARS forniti dagli Stati Uniti e i missili terra-aria Sky Sword, per esercitarsi nella difesa e nella capacità di respingere un’eventuale invasione o attacco anfibio.

Il progetto “T-Dome” e la nuova architettura difensiva

Uno degli elementi chiave della nuova strategia di difesa di Taipei è il progetto T-Dome, un sistema multilivello di difesa missilistica e antiaerea, concepito per proteggere l’isola da attacchi aerei, missilistici o droni lanciati dalla Cina. L’iniziativa — annunciata ufficialmente quest’anno — dovrebbe essere operativa a partire dal 2026, e punta a rafforzare la capacità di deterrenza taiwanese in un contesto di minaccia crescente.

Perché il 2027 è diventato un anno-snodo

Il riferimento al 2027 non è casuale: segna il centenario della fondazione del PLA, e secondo analisti e fonti legate alla difesa il regime di Pechino potrebbe mirare a quell’anniversario per compiere un’azione simbolica che consoliderebbe la propria posizione geopolitica nella regione. Già in passato, esperti hanno indicato che la Cina potrebbe sfruttare una finestra temporale che va dal 2025 al 2027 per preparare un’eventuale operazione contro l’isola, combinando intimidazioni navali, guerra ibrida e pressioni economiche.

Uno scacchiere globale: implicazioni per la regione e per l’Occidente

Questa escalation militare in Asia ha conseguenze che vanno ben oltre lo Stretto di Taiwan. La crescente importanza strategica di Taipei spinge l’ attenzione internazionale sui rapporti tra Stati Uniti, Giappone, Australia e altre potenze asiatiche, insieme alla reazione diplomatica di Pechino. In questo scenario, la decisione di rafforzare la difesa taiwanese — e di renderla credibile — assume un valore fondamentale come elemento di deterrenza, non solo per contrastare un’eventuale invasione ma anche per scoraggiare operazioni di distruzione dell’identità politica e democratica dell’isola.

Resistere o arrendersi? La scommessa di Taiwan

Per Taiwan la posta in gioco è altissima: difendere la propria sovranità, preservare un sistema democratico e dimostrare che un’aggressione non può essere la via per annullare la volontà di un popolo. Come ha dichiarato lo stesso Lai: “faremo tutto il possibile per garantire che la nostra democrazia, la nostra libertà e la nostra identità non siano calpestate”. E questo impegno si traduce oggi — più che mai — in preparazione, deterrenza, resilienza. A Pechino la scelta: scontro militare, isolamento internazionale, alta probabilità di fallimento. Oppure… un accordo politico che riconosca che Taiwan non è una pedina ma un attore con diritti e dignità. Il 2027 potrebbe non essere solo una data, ma un bivio per la storia dell’Asia e del mondo.

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