Caso Almasri: il rimpatrio del generale libico solleva polemiche internazionali

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
La recente vicenda riguardante Najeem Osema Almasri, generale libico arrestato a Torino e successivamente rimpatriato, continua a suscitare un acceso dibattito sia a livello nazionale che internazionale.
Durante il question time al Senato, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha giustificato il rimpatrio di Almasri affermando che la decisione è stata presa "per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto". Piantedosi ha sottolineato che, dopo l'arresto avvenuto tra il 18 e il 19 gennaio, la Corte d'Appello di Roma ha dichiarato "il non luogo a provvedere sull'arresto del cittadino libico", disponendone l'immediata scarcerazione. Successivamente, Almasri è stato rimpatriato a Tripoli con un volo di Stato italiano.

Caso Almasri: il rimpatrio del generale libico solleva polemiche internazionali

Le forze di opposizione hanno duramente criticato l'operato del governo. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha dichiarato: "Giorgia Meloni deve venire a rispondere in Aula perché in questa pessima vicenda non è possibile che non ci fosse un coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi. La smetta di nascondersi dietro i suoi ministri". Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra ha aggiunto: "Hanno liberato e accompagnato in Libia un boia, torturatore, assassino e trafficante di esseri umani con volo di Stato".

Testimonianze e accuse

David Yambio, attivista di Sea-Watch e portavoce di Refugees in Libya, ha testimoniato di essere stato vittima delle torture di Almasri: "Nel novembre 2019 sono stato catturato nel Mediterraneo e riportato in Libia. Sono stato messo in un centro di detenzione. In seguito, sono stato trasferito ad Al-jadida, dove comandava Almasri e dove mi ha torturato personalmente".

Risonanza internazionale


La vicenda ha attirato l'attenzione dei media internazionali. Reuters ha riportato che Almasri, arrestato a Torino su mandato della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra, è stato rilasciato a causa di un vizio procedurale e successivamente rimpatriato. L'ICC ha criticato l'Italia per non aver consultato la corte prima del rilascio. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha risposto alle critiche affermando: "L'ICC non è la parola di Dio, non è la fonte di tutta la verità. L'Italia è un paese sovrano e prendiamo le nostre decisioni".

In Libia, il ritorno di Almasri è stato accolto con celebrazioni. Secondo Reuters, al suo arrivo a Tripoli, è stato accolto come un eroe, con sostenitori che lo sollevavano sulle spalle in segno di vittoria. La Polizia Giudiziaria libica ha espresso "sincera gratitudine" a tutti coloro che hanno contribuito al suo rilascio.

Il caso Almasri evidenzia le complesse dinamiche tra sicurezza nazionale, obblighi internazionali e diritti umani. Mentre il governo italiano difende la sua decisione come necessaria per la sicurezza dello Stato, le critiche interne e internazionali sollevano interrogativi sulla gestione del caso e sulle implicazioni per la reputazione dell'Italia sulla scena mondiale.
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