Capodanno a Milano: tre denunce per violenze sessuali, Piantedosi denuncia fatti "inaccettabili"

- di: Marta Giannoni
 

La notte di Capodanno a Milano si è trasformata in un incubo per tre donne, vittime di aggressioni a sfondo sessuale in piazza Duomo. Una ragazza belga e due italiane hanno denunciato di essere state circondate e molestate da gruppi di uomini. Secondo le prime indagini, gli episodi sembrano ricalcare le modalità del "Taharrush Gamea", una pratica organizzata di aggressione di gruppo già osservata in altre città europee durante eventi di massa. La vicenda ha sconvolto l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sull’efficacia delle misure di sicurezza adottate per l’occasione.

Capodanno a Milano: tre denunce per violenze sessuali

Intervenendo al question time alla Camera, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso la sua condanna: “Questi fatti sono assolutamente inaccettabili e richiamano forte l’attenzione sul tema della violenza contro le donne, oltre che sulla necessità di rispettare i valori fondamentali della nostra Costituzione”. Il ministro ha confermato che l’Autorità giudiziaria sta lavorando per fare piena luce sulla vicenda, accertando le responsabilità individuali e collettive. "Verificare se si tratti di un fenomeno organizzato è cruciale per comprendere la portata di quanto accaduto e prevenire episodi simili in futuro", ha aggiunto.

Un dispositivo di sicurezza massiccio, ma non sufficiente

Piantedosi ha illustrato le misure di sicurezza adottate per la notte di Capodanno. A Milano, 880 unità delle forze dell’ordine sono state dispiegate per presidiare le aree più sensibili, come piazza Duomo, le stazioni ferroviarie e i quartieri della movida. Sono state controllate complessivamente 2.745 persone, con 50 allontanamenti eseguiti grazie all’istituzione delle “zone rosse”. Il primo gennaio sono stati effettuati ulteriori controlli, con 9 allontanamenti e il monitoraggio di 2.252 persone.

Nonostante il massiccio dispiegamento, i tragici episodi accaduti dimostrano che il dispositivo di sicurezza non è stato in grado di garantire pienamente l’incolumità dei cittadini. “Abbiamo scongiurato accadimenti più gravi – ha dichiarato Piantedosi – ma non possiamo tollerare che nemmeno un singolo episodio di violenza resti impunito”.

Le indagini e i primi risultati

Le forze dell’ordine, grazie alle numerose immagini e ai video circolati sui social, hanno già identificato alcune delle persone coinvolte. Finora, 14 individui sono stati denunciati per vilipendio alla Repubblica, alle Istituzioni e alle Forze di Polizia. Piantedosi ha sottolineato l’importanza del lavoro investigativo e dell’uso delle tecnologie per individuare i responsabili, garantendo che tutti i colpevoli saranno assicurati alla giustizia.

Nuovi rinforzi per la sicurezza di Milano

Nel frattempo, il governo ha già preso provvedimenti per migliorare la sicurezza in città. Dal dicembre 2024, la Questura di Milano ha ricevuto 748 nuove unità di personale della Polizia di Stato. “Si tratta di un impegno concreto – ha spiegato Piantedosi – che dimostra la volontà del governo di garantire sicurezza e protezione ai cittadini”.

Un problema che va oltre la sicurezza urbana

Gli episodi di Capodanno, però, mettono in luce un problema più profondo. Non si tratta solo di aumentare il numero di agenti per le strade, ma di affrontare una cultura della violenza che mina i diritti fondamentali delle donne. In Italia, secondo l’Istat, una donna su tre ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita. Questi dati, già drammatici, si intrecciano con fenomeni come il Taharrush Gamea, che amplificano il senso di vulnerabilità nei luoghi pubblici.

Un appello per un cambiamento culturale

Milano, capitale economica e simbolo di modernità, non può permettersi di essere teatro di episodi del genere. Piantedosi ha concluso il suo intervento con un monito: “Dobbiamo lavorare insieme per costruire una società in cui nessuno debba temere di camminare per strada. Non possiamo abbassare la guardia. La lotta contro la violenza richiede il contributo di tutti: istituzioni, forze dell’ordine, associazioni e cittadini”.

Il Capodanno 2025, che doveva segnare l’inizio di un nuovo anno di speranze e progetti, lascia invece una ferita profonda nella città e nel Paese. Ma da questa ferita, Milano ha l’opportunità di rialzarsi più forte, portando avanti un cambiamento che non sia solo nelle leggi, ma nei cuori e nelle menti.

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