Climatizzatori, creme solari e fughe al mare: come l’estate estrema pesa sul bilancio domestico. I consigli (e i conti) di Assoutenti per contenere i costi.
Quando il caldo brucia anche i risparmi
Il sole che splende su un’Italia arroventata ha un costo salato. Non solo per la salute, ma anche per il portafoglio. Secondo un’analisi di Assoutenti, il caldo estremo delle ultime settimane può far impennare la spesa familiare fino a 550 euro al mese per i mesi estivi, tra consumi energetici, idrici, prodotti per la cura del corpo, trasporti e persino fughe dalla città verso lidi più freschi. Un salasso silenzioso che, sommato all’inflazione e agli aumenti estivi, rischia di diventare una tassa occulta sulla sopravvivenza.
A fare i conti è stato il presidente dell’associazione, Gabriele Melluso, che ha dichiarato: “Il caldo record modifica radicalmente le abitudini dei cittadini e può portare a un vero e proprio salasso per le tasche delle famiglie. Tuttavia, è possibile contenere la spesa con scelte razionali e qualche buona abitudine”.
Condizionatori e acqua: i veri vampiri d’estate
L’aria condizionata, vero salvagente contro le ondate di calore, è anche la voce più pesante nel bilancio. Il solo utilizzo dei climatizzatori può costare tra 80 e 120 euro al mese per nucleo familiare, a seconda dell’efficienza energetica degli apparecchi e del numero di ore di funzionamento. A questi si aggiunge il rincaro della bolletta elettrica, aumentata del 10% sul costo al kWh rispetto allo stesso periodo del 2024.
Ma anche l’acqua incide: tra docce frequenti, irrigazione di giardini e consumi potabili, la spesa in bolletta può aumentare di 20-30 euro. Una cifra che cresce ulteriormente nei Comuni colpiti da restrizioni idriche o razionamenti.
Il refrigerio si paga: tra mare, gelati e benzina
Non solo consumi domestici: a pesare sul bilancio ci sono anche i piccoli piaceri estivi. Le famiglie italiane spendono in media 40-60 euro in più al mese per alimenti rinfrescanti come gelati, frutta fresca, bibite e acqua minerale. La corsa agli integratori aggiunge 20-40 euro. Le creme solari costano altri 30-40 euro a famiglia.
Anche la mobilità cambia: molti rinunciano a bici e mezzi pubblici in favore dell’automobile. Tra benzina e aria condizionata in auto, si stima un aggravio di circa 50-70 euro al mese, con punte più alte nei tragitti extraurbani.
Ma il colpo finale arriva dalle gite fuori porta: una giornata al mare o in piscina può pesare fino a 180 euro al mese. Il costo medio per due persone in uno stabilimento balneare sul litorale laziale ha toccato 64 euro al giorno, in crescita del 9% rispetto al 2024.
Come difendersi: il decalogo del risparmio
Per arginare l’emorragia economica, Assoutenti ha pubblicato un vademecum con consigli pratici, alcuni scontati ma spesso ignorati:
- Aria condizionata: tenerla a 26 gradi, usare il deumidificatore, evitare accensioni notturne o durante l’assenza da casa.
- Ventilazione naturale: aprire le finestre nelle ore fresche e tenere chiuse le tapparelle di giorno.
- Docce brevi: non bollenti né ghiacciate, per limitare i consumi idrici.
- Frutta e verdura di stagione: idratano e apportano sali minerali, riducendo la necessità di integratori.
- Creme solari: acquistare formati famiglia nella GDO o in farmacia, evitando i mini-pack turistici.
- Cibo da casa: per le gite, meglio la schiscetta del ristorante.
- Acqua dal rubinetto: se potabile, è la scelta più economica e sostenibile.
Un fenomeno destinato a ripetersi (e a pesare di più)
Il tema non è solo di attualità, ma di prospettiva. Le ondate di calore saranno sempre più frequenti e prolungate nei prossimi anni, con un impatto diretto sui consumi energetici e sanitari. In questo scenario, il problema del “costo dell’estate” rischia di trasformarsi in una nuova disuguaglianza sociale.
Le famiglie con redditi medio-bassi spendono già oggi il 15% in più del reddito disponibile nei mesi estivi rispetto all’inverno, contro il +8% delle famiglie più abbienti. Il problema si accentua nelle periferie urbane e nelle aree interne, dove mancano infrastrutture di raffrescamento.
Serve un piano nazionale contro la povertà climatica
Più che un problema stagionale, il “costo del caldo” è un nuovo terreno di disuguaglianza economica. Il climatologo Luca Mercalli ha dichiarato: “Il caldo colpisce tutti, ma non tutti hanno gli stessi strumenti per difendersi. È urgente un piano nazionale contro la povertà climatica che includa bonus per climatizzazione efficiente, accesso all’acqua e sostegno alimentare durante i picchi termici”.
In assenza di una risposta pubblica strutturata, resta ai cittadini la responsabilità di gestire razionalmente consumi e abitudini. Ma la domanda resta: è giusto pagare così tanto per sopravvivere all’estate? E, soprattutto, quanto può durare questa economia del caldo senza interventi strutturali?
La risposta, come sempre, arriva prima sul portafoglio che nelle urne.