Rivoluzione morbida a Omaha: il dopo-Buffett inizia con un riassetto ai vertici tra Geico, finanza interna e un maxi piano di investimenti strategici targato JPMorgan.
La lunga stagione di Warren Buffett (foto) come amministratore delegato di Berkshire Hathaway è al conto alla rovescia.
Mentre il passaggio di poteri a Greg Abel è ormai fissato per l’inizio del 2026, il conglomerato di Omaha ha avviato un
riassetto profondo dei vertici: l’investment manager Todd Combs lascia il gruppo per guidare un nuovo braccio d’investimento da
10 miliardi di dollari in JPMorgan Chase, Nancy Pierce sale al vertice di Geico,
e lo storico chief financial officer Marc Hamburg ha avviato il percorso verso il ritiro, con Charles Chang designato
come successore. È il primo, concreto assaggio dell’era Abel.
La svolta di Berkshire alla vigilia dell’addio di Buffett
Con l’ultimo riassetto, Berkshire manda un messaggio netto: il passaggio da Buffett ad Abel non sarà una
semplice formalità, ma una vera fase di ricomposizione del gruppo dirigente. Secondo quanto comunicato dalla società,
Abel diventerà amministratore delegato il 1° gennaio 2026, chiudendo quasi sei decenni in cui Buffett ha guidato
il conglomerato trasformandolo in uno degli imperi industrial-finanziari più influenti al mondo.
Buffett resterà presidente e principale azionista, ma ha già chiarito che l’operatività quotidiana passerà stabilmente
nelle mani di Abel. Nelle sue più recenti lettere agli azionisti, il “mago di Omaha” ha spiegato che manterrà
un ammontare significativo di azioni di Classe A fino a quando gli investitori non avranno la stessa fiducia in Abel che lui
e il compianto Charlie Munger avevano nel modello Berkshire. Una scelta pensata per garantire continuità di controllo e
rassicurare il mercato sul fatto che la linea strategica resterà coerente.
In parallelo, Abel continuerà a sovrintendere direttamente la vasta galassia di business non assicurativi di Berkshire –
dai trasporti ferroviari di BNSF all’energia di Berkshire Hathaway Energy, fino alle attività industriali e ai servizi –
consolidando il ruolo di “regista operativo” che già ricopriva come vice chairman.
Todd Combs, da delfino di Buffett a uomo chiave di JPMorgan
Il tassello più vistoso del riassetto è l’uscita di Todd Combs, tra i collaboratori più vicini a Buffett nell’ultimo quindicennio.
Entrato in Berkshire nel 2010 come gestore azionario, Combs è diventato nel tempo una figura centrale:
ha co-gestito il grande portafoglio titoli del gruppo ed è stato nominato CEO di Geico nel 2020, guidando la compagnia nel pieno
della rivoluzione digitale e della guerra dei prezzi nel settore auto.
Ora Combs compie un salto che ridisegna gli equilibri di Wall Street.
JPMorgan Chase lo ha scelto per guidare il nuovo Strategic Investment Group all’interno della
vasta Security and Resiliency Initiative, un programma decennale da 1,5 trilioni di dollari tra credito e investimenti a supporto
delle filiere considerate cruciali per la sicurezza economica statunitense. Il gruppo di Combs gestirà un primo pacchetto di
10 miliardi di dollari in investimenti azionari diretti e venture capital, con focus su settori come
difesa, aerospazio, energia, sanità e tecnologie di frontiera.
Combs riporterà direttamente a Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan, e si dimetterà dal consiglio del colosso bancario,
dove sedeva dal 2016, proprio per evitare conflitti di interesse con il nuovo incarico. Dimon ha definito Combs
“uno dei migliori investitori e leader che abbia incontrato”, sottolineando il valore di aver lavorato fianco a fianco con Buffett.
Anche Buffett ha voluto mettere il sigillo sulla scelta del suo ex braccio destro. Nel comunicato di Berkshire
ha spiegato che Combs ha fatto “molte scelte decisive in Geico e ha ampliato gli orizzonti” della compagnia,
aggiungendo che JPMorgan “ha preso una buona decisione”. Un riconoscimento esplicito del fatto che l’uscita di Combs
non è frutto di una rottura, ma di una promozione sul palcoscenico della finanza globale.
Nancy Pierce alla guida di Geico, l’icona assicurativa di Berkshire
Il posto lasciato libero da Combs alla guida di Geico viene assunto da Nancy L. Pierce, finora
chief operating officer della compagnia. Per Berkshire non è una scommessa su un volto nuovo, ma la consacrazione di una
dirigente cresciuta interamente in casa: Pierce è entrata in Geico nel 1986 e ha coperto ruoli di responsabilità in
sinistri, underwriting, product management e direzione regionale.
Nel presentarla come nuova CEO, Ajit Jain, vice chairman responsabile delle attività assicurative, ha descritto Pierce come
una manager che conosce il business “dall’inizio alla fine”, pragmatica, decisa e orientata ai risultati.
Il messaggio è chiaro: la linea industriale impostata negli anni di Combs – digitalizzazione dell’offerta, razionalizzazione dei costi,
focus sulla redditività dopo anni di pressioni competitive – viene affidata a una figura interna di lungo corso,
in linea con la tradizione di Berkshire di promuovere manager che incarnano la cultura del gruppo.
Pierce eredita però un dossier complesso. Negli ultimi anni Geico ha dovuto fare i conti con l’aumento dei costi dei sinistri,
l’inflazione nel settore auto e la spinta concorrente di altri assicuratori diretti. Parte della strategia recente ha previsto
rialzi tariffari e una selezione più rigorosa del portafoglio, con un calo delle polizze in essere ma un miglioramento della
redditività. Ora il compito della nuova CEO è trovare un equilibrio stabile tra crescita e margini in un mercato sempre più competitivo.
Cambio della guardia in finanza: Hamburg passa il testimone a Chang
In parallelo al dossier Geico, Berkshire ha messo mano al cuore della propria macchina finanziaria.
Lo storico CFO Marc D. Hamburg, in carica dal 1989 e in azienda dal 1987,
si avvia al pensionamento il 1° giugno 2027 dopo quarant’anni di servizio.
Il suo ruolo sarà assunto da Charles C. Chang, oggi chief financial officer di Berkshire Hathaway Energy,
che diventerà senior vice president e CFO di Berkshire Hathaway a partire dal 1° giugno 2026.
Tra il 2026 e il 2027 è previsto un anno di transizione in cui Hamburg e Chang lavoreranno fianco a fianco per garantire
un passaggio senza scossoni. Nella nota con cui annuncia il cambio della guardia, Berkshire sottolinea che Hamburg è stato
“indispensabile” sia per la società sia per Buffett, che ne ha lodato integrità e capacità di giudizio.
Chang porta in dote oltre trent’anni di esperienza nella rendicontazione di società quotate e nelle operazioni di
fusioni e acquisizioni, maturata anche come partner di PricewaterhouseCoopers prima dell’arrivo in Berkshire Hathaway Energy.
Il segnale agli investitori è netto: Abel vuole una struttura finanziaria che rimanga fedele all’approccio prudente di Berkshire
ma sia pronta a gestire una fase in cui il conglomerato, con oltre 900 miliardi di dollari di attivi tra partecipazioni e
business operativi, dovrà affrontare nuove regole, pressione su disclosure e crescente attenzione degli investitori istituzionali.
Nuovi pesi massimi: da NetJets al primo general counsel interno
Il riassetto non si ferma a Geico e alla finanza. Nello stesso pacchetto di nomine, Berkshire ha promosso
Adam M. Johnson, attuale CEO di NetJets, al ruolo di presidente delle attività di Consumer Products, Service e Retailing
del gruppo, incarico che si aggiunge alla guida di NetJets. Con quasi trent’anni di esperienza all’interno della controllata,
Johnson diventa il punto di riferimento per i 32 business di consumo e servizi del conglomerato, dai tappeti ai gioielli,
dalle auto alle gelaterie.
Ancora più simbolico è l’arrivo di Michael J. O’Sullivan come primo general counsel interno di Berkshire,
con il ruolo di senior vice president e responsabile legale a partire dal 1° gennaio 2026.
O’Sullivan proviene da Snap Inc., dove dal 2017 è stato general counsel, e prima ancora ha trascorso oltre due decenni
nello studio Munger, Tolles & Olson, occupandosi di governance, contenzioso e grandi operazioni straordinarie.
Per un gruppo che per decenni ha fatto affidamento quasi esclusivamente su consulenti esterni,
la creazione di una funzione legale interna di questo peso indica chiaramente la volontà di Abel di istituzionalizzare
alcune funzioni chiave, mantenendo però la struttura snella tipica di Berkshire. È una mossa che guarda a un contesto
normativo sempre più complesso, tra vigilanza bancaria, antitrust e regole ESG.
Cosa cambia per gli azionisti: segnali di continuità e nuovi rischi
Per il mercato, la domanda centrale è una sola: quanto cambia Berkshire senza Buffett al timone?
Le mosse delle ultime settimane mostrano una strategia in due tempi. Da un lato, il mantenimento di figure di lungo corso
e la promozione interna – Pierce, Johnson, Chang – rafforzano l’idea di un’evoluzione controllata, coerente con la cultura
storica del gruppo. Dall’altro, l’uscita di un nome pesante come Combs e l’ingresso di profili esterni (O’Sullivan)
segnalano che Abel non ha timore di imprimere una propria impronta.
Nella sua “lettera d’addio” pubblicata a novembre, Buffett ha annunciato che smetterà di scrivere il tradizionale
annual report e di presiedere il lungo Q&A con gli azionisti, ma ha ribadito di essere “ottimista come sempre”
sul futuro di Berkshire. Ha anche precisato che manterrà una quota significativa di azioni finché il mercato non sarà
pienamente a suo agio con Abel, sottolineando come i figli e il consiglio di amministrazione siano già “totalmente” allineati
sulla scelta del successore.
Diversi analisti leggono la combinazione tra successione e riassetto come un tentativo di bilanciare continuità e modernizzazione.
Commentando gli annunci, un chief investment officer statunitense ha parlato di Abel impegnato a “posizionare luogotenenti fidati e
nuovi talenti” sotto lo sguardo vigile di Buffett come presidente, così da rassicurare gli azionisti sul fatto che il fondatore
approva la nuova rotta.
La reazione immediata del mercato è stata prudente: le azioni Berkshire Hathaway hanno registrato una lieve flessione
nelle contrattazioni successive alla notizia, segno che gli investitori stanno ancora prezzando il rischio di transizione
dopo un’era in cui la reputazione personale di Buffett è stata un asset tanto importante quanto i flussi di cassa delle controllate.
Un banco di prova per il modello Berkshire
La sequenza di nomine, dimissioni e promozioni rende evidente che il dopo-Buffett non sarà un semplice “copia e incolla” del passato.
Greg Abel eredita un conglomerato con una struttura unica: forte decentralizzazione, capitale abbondante,
poche sovrastrutture centrali e una tradizione di acquisizioni basate più sulla fiducia nei manager che su complessi modelli quantitativi.
Il nuovo CFO Chang, la CEO di Geico Pierce, il general counsel O’Sullivan e il presidente delle attività di consumo Johnson
costituiranno il nucleo operativo con cui Abel dovrà dimostrare che il modello Berkshire può funzionare anche senza
l’aura carismatica del fondatore. Al tempo stesso, l’uscita di Combs verso JPMorgan rende chiaro che i talenti cresciuti
all’ombra di Buffett sono ormai figure appetibili per le grandi istituzioni globali, in un contesto in cui la finanza
viene chiamata a supportare direttamente le strategie industriali e di sicurezza nazionale.
Per gli azionisti di lungo periodo, il messaggio è semplice: la Berkshire del dopo-Buffett è già iniziata.
La scommessa è che la combinazione di continuità culturale, disciplina finanziaria e nuovi innesti ai vertici permetta al gruppo
di attraversare questa transizione mantenendo la reputazione costruita in decenni di rendimenti fuori scala.
Saranno i prossimi bilanci – e la capacità di Abel di gestire crisi, opportunità e allocazione del capitale – a dire se il
“metodo Omaha” saprà sopravvivere al suo creatore.