Borse: le incoraggianti notizie sull'economia cinese spingono i mercati asiatici

 
Cogliendo i segnali positivi che giungono dall'economia cinese, che in agosto ha mostrato l'inizio di una ripresa, i mercati asiatici - con la sola eccezione di Shanghai - hanno chiuso le ultime contrattazioni della settimana per lo più in rialzo. L'Hang Seng di Hong Kong è salito dell'1,0% a 18.219,51 negli scambi pomeridiani, mentre l'indice Shanghai Composite è sceso dello 0,5% a 3.110,22.
Il benchmark giapponese Nikkei 225 è salito dell'1,2% a 33.551,04. L'indice S & P/ASX 200 australiano è messo a segno un ottimo + 1,3% a 7.279,00. Il Kospi della Corea del Sud ha guadagnato l'1,2% a 2.603,58.
A Wall Street, l'indice S & P 500 è salito dello 0,8% a 4.505,10, registrando la giornata migliore in due settimane. Il Dow Jones Industrial Average ha registrato un rally dell'1% a 34.907,11, e il Nasdaq composite ha guadagnato lo 0,8% a 13.926,05.

Borse: le incoraggianti notizie sull'economia cinese spingono i mercati asiatici

Alcuni dei movimenti più forti si sono verificati nel mercato obbligazionario, dove i rendimenti dei titoli del Tesoro hanno oscillato su e giù più volte. Gli analisti riflettono sull'ultimo rapporto che riferisce che in agosto i consumatori statunitensi hanno speso più di quanto previsto dagli economisti, a conferma di un mercato del lavoro straordinariamente resiliente, che ha resistito alla spirale di aumenti dei tassi di interesse. Un altro rapporto, peraltro, reso noto ieri, ha affermato che la scorsa settimana hanno richiesto l’indennità di disoccupazione meno lavoratori del previsto, il che implica che il numero di licenziamenti rimane basso. Altro dato importante, quello dei prezzi pagati a livello all'ingrosso che sono aumentati lo scorso mese più di quanto previsto dagli economisti.

Per cercare di riportare l’inflazione al livello obiettivo del 2%, la Federal Reserve ha aumentato drasticamente i tassi di interesse dall’inizio dello scorso anno. La speranza di Wall Street è che un rallentamento dell’inflazione dalla scorsa estate significhi che la Fed ha finito con i suoi rialzi dei tassi, che rallentano l’economia e danneggiano i prezzi degli investimenti.
Nel commercio energetico, il greggio di riferimento statunitense è salito di 73 centesimi a 90,89 dollari al barile. Il greggio è in rialzo da mesi mentre i paesi produttori di petrolio cercano di sostenere il suo prezzo riducendo le loro forniture. Il greggio Brent, lo standard internazionale, ha guadagnato 64 centesimi a 94,34 dollari al barile.
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