Borse: bene Tokyo, male Hong Kong ma tutti guardano al Medio Oriente
- di: Redazione
Mentre il mondo guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo in Medio Oriente, occhi puntati oggi, nel panorama borsistico asiatico, su Tokyo, che ha avuto una giornata positiva anche per quanto trapelato sulle prossime mosse di politica monetaria della Banca del Giappone, secondo cui ci sono poche probabilità che si decida un imminente aumento dei tassi di interesse. Questo ha spinto in alto l'indice Nikkei 225, che a giornata ha registrato un guadagno del 2,2% a 38.655,03.
Borse: bene Tokyo, male Hong Kong ma tutti guardano al Medio Oriente
L'Hang Seng di Hong Kong è invece sceso del 3,5% a 21.661,99, dopo che si è affievolita l'onda emozionale legata ai recenti annunci del governo di Pechino di nuove misure mirate a rilanciare l'economia.
Con Shanghai e altri mercati in Cina chiusi per una settimana di vacanza, le contrattazioni si sono riversate a Hong Kong. Anche i mercati in Corea del Sud e Taiwan sono rimasti chiusi. Il Sensex indiano è sceso dello 0,7%.
La chiusura di ieri per gli indici di Wall Street - tutti comunque andati in terreno positivo -è stata pressoché invariata, risentendo dell'incertezza causata da quanto sta accadendo in Medio Oriente.
L'S & P 500 ha guadagnato meno di 1 punto, a 5.709,54; il Dow Jones Industrial Average lo 0,1% a 42.196,52;: il Nasdaq Composite lo 0,1% a 17.925,12.
Nel mercato obbligazionario, i rendimenti dei titoli del Tesoro sono aumentati dopo che un rapporto ha indicato che il mese scorso le assunzioni da parte dei datori di lavoro statunitensi al di fuori del governo potrebbero essere state più consistenti del previsto.
Per quanto riguarda i titoli maggiori, Nike è scesa del 6,8% nonostante abbia riportato profitti più consistenti per l'ultimo trimestre rispetto alle aspettative degli analisti. Tesla è scesa del 3,5% nonostante abbia segnalato un aumento nelle consegne di veicoli elettrici durante l'ultimo trimestre, la prima volta che ciò accade quest'anno. Il numero ha superato le previsioni degli analisti, ma gli investitori potrebbero essersi aspettati un aumento ancora maggiore.
Sul fronte energetico, i prezzi del petrolio sono nuovamente aumentati, in attesa di sviluppi del conflitto mediorientale. Il greggio di riferimento statunitense è aumentato di 73 centesimi a 70,83 dollari al barile nelle contrattazioni elettroniche sul New York Mercantile Exchange. Il greggio Brent, lo standard internazionale, è aumentato di 67 centesimi a 74,57 dollari al barile.