Borse: discontinui i mercati asiatici, ma l'attenzione è tutta sull'inflazione in Usa

- di: Redazione
 
Le azioni sui mercati della regione Asia-Pacifico hanno avuto un andamento nervoso, con l'attenzione degli investitori puntata sui dati relativi all'andamento dell'inflazione degli Stati Uniti. Un elemento che potrebbe avere riflessi sulle prossime misure di politiche monetarie della Federal Reserve e, quindi, sul tanto atteso inizio di un taglio dei tassi di interesse.
Il Nikkei 225 giapponese ha perso meno dello 0,1% a 38.797,51, arretrando ulteriormente dai suoi recenti massimi storici, mentre cresce l'attesa sulle decisioni della banca centrale sul tasso di interesse, con lo yen che guadagna terreno nel confronto con il dollaro.
Nervosismo sui mercati cinesi, con l'Hang Seng di Hong Kong che ha messo a segno un robusto guadagno, +3,2% a 17.124,19, sotto la spinta delle buone prestazioni delle società legate al settore immobiliare e a quello tecnologico.

Borse: discontinui i mercati asiatici, ma l'attenzione è tutta sull'inflazione in Usa

Gli sviluppatori immobiliari, dopo settimane di sofferenza, sembrano avere tirato il fiato. Le azioni di Country Garden hanno guadagnato il 5,2%, Sunac China il 10%. Volano le azioni di China Evergrande, assediata da debiti per più di 300 miliardi di dollari, che hanno chiuso le contrattazioni con un guadagno del 28%. L'indice Shanghai Composite ha invece chiuso in terreno negativo, lasciando lo 0,4% a 3.055,94.
L'australiano S&P/ASX 200 è salito dello 0,1% a 7.712,50. Il Kospi sudcoreano è avanzato dello 0,8% a 2.681,81.
Ieri l'S&P 500 è rimasto vicino al suo massimo storico, perdendo lo 0,1% a 5.117,94.

Il Dow Jones Industrial Average è salito dello 0,1% a 38.769,66 e il Nasdaq composite è sceso dello 0,4% a 16.019,27.
Secondo gli analisti, oggi il rapporto sull'andamento dell'inflazione negli Stati Uniti potrebbe confermare che la curva dei prezzi non si sia distaccata dal 3,1% a febbraio. Pur se resta lontano l'obiettivo della Federal Reserve di portare l'inflazione al 2%, la Fed potrebbe essere ormai vicina a tagliare i tassi, dopo averli tumultuosamente aumentati nei mesi scorsi.

Le aspettative di tassi di interesse più allentati hanno aiutato il prezzo dell’oro a raggiungere un record.
Negli altri scambi di martedì, il petrolio greggio di riferimento statunitense è salito di 25 centesimi a 78,18 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il greggio Brent, lo standard internazionale, è aumentato di 33 centesimi a 83,54 dollari al barile.
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