Borse: bene i mercati asiatici, aspettando le decisioni delle banche centrali di Usa e Giappone

- di: Redazione
 
Le borse dell'area Asia-Pacifico hanno cominciato bene la settimana, con uno sguardo interessato alle prossime mosse di politica monetaria della Fed e della banca centrala giapponese.
A Tokyo, l'indice Nikkei 225 ha messo a segno un robusto + 2,4, a 39.639,27. Domani la Banca del Giappone dovrà decidere se aumentare - sarebbe la prima volta in 17 anni - il tasso di interesse di riferimento.
L'Hang Seng di Hong Kong è rimasto piatto a 16.720,40, mentre l'indice Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,5% a 3.069,67. L'australiano S & P/ASX 200 australiano è rimasto invariato a 7.670,60, mentre il Kospi coreano è avanzato dello 0,6%, a 2.681,26. Invariato l'indiano Sensex, mentre a Bangkok il SET è cresciuto dello 0,5%.

Borse: bene i mercati asiatici, aspettando le decisioni delle banche centrali di Usa e Giappone

La chiusura della scorsa settimana per Wall Street è stata nuovamente in perdita. L'indice S & P 500 è sceso dello 0,6% a 5.117,09. Il Dow Jones Industrial Average è calato dello 0,5% a 38.714,77, mentre il Nasdaq composite ha chiuso in ribasso dell'1% a 15.973,17.
A determinare la brutta seduta sono stati soprattutto titoli tecnologici. Il produttore di software Adobe crolla del 13,7% dopo aver fornito agli investitori una previsione debole sui ricavi. Microsoft è scesa del 2,1% e Broadcom ha perso il 2,1%. Meta Platforms è scesa dell'1,6% e la società madre di Google, Alphabet, è scesa dell'1,3%.

Alcuni recenti rapporti stanno velando di un leggero pessimismo le speranze che l'inflazione sia definitivamente sconfitta. Uno studio dell’Università del Michigan, tradizionalmente molto seguito, ha mostrato che la fiducia dei consumatori è crollata inaspettatamente a marzo.
Un rapporto sui prezzi al consumo della scorsa settimana ha mostrato che l’inflazione rimane persistente, salendo al 3,2% a febbraio dal 3,1% di gennaio. Anche un altro rapporto sui prezzi all'ingrosso ha mostrato che l'inflazione rimane più elevata di quanto previsto da Wall Street.
Il petrolio greggio di riferimento statunitense ha aggiunto 36 centesimi a 81,40 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il greggio Brent, lo standard internazionale, ha guadagnato 31 centesimi a 85,65 dollari al barile.
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