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Biennale Architettura 2025: Venezia capitale dell’intelligenza collettiva

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Biennale Architettura 2025: Venezia capitale dell’intelligenza collettiva

Venezia, dal 10 maggio al 23 novembre 2025, diventa il cuore pulsante del dibattito sull’architettura globale con la 19ª Mostra Internazionale di Architettura, curata dall’architetto e ingegnere Carlo Ratti. Il titolo scelto, “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva.”, apre uno spazio concettuale che va oltre la progettazione edilizia, per interrogare le forme emergenti di intelligenza – biologica, digitale, comunitaria – e il loro impatto sulle trasformazioni urbane in corso. La mostra si dispiega tra i Giardini e l’Arsenale, con 66 partecipazioni nazionali e una serie di padiglioni che affrontano le grandi sfide del nostro tempo: crisi climatica, pressione demografica, migrazioni, giustizia sociale, nuove infrastrutture tecnologiche.

Biennale Architettura 2025: Venezia capitale dell’intelligenza collettiva

Ratti non propone una mostra di oggetti finiti, ma una piattaforma viva. Le installazioni diventano esperimenti, modelli, ambienti interattivi. Venezia, già di per sé città-laboratorio, accoglie e amplifica una riflessione urgente: quale tipo di intelligenza serve oggi per costruire città in grado di resistere, adattarsi e, al tempo stesso, includere? L’intelligenza artificiale, quella collettiva, quella incorporata nei materiali, si incontrano per delineare nuovi paradigmi. E lo fanno in uno scenario in cui il confine tra architettura, arte, tecnologia e attivismo è sempre più sfumato.

Le nazioni emergenti riscrivono la geografia dell’architettura

Tra le novità dell’edizione 2025 spicca la presenza di Paesi finora assenti: Qatar, Oman, Togo e Azerbaigian partecipano per la prima volta alla Biennale di Architettura. È un segnale forte: la geografia dell’architettura non coincide più con quella dei grandi studi occidentali. Emergono nuove narrazioni, nuove pratiche, spesso ibride, che guardano alla sostenibilità non come tendenza estetica, ma come necessità quotidiana. Il padiglione del Bahrain, vincitore del Leone d’Oro per la Miglior Partecipazione Nazionale, porta in mostra il progetto “Heatwave”, una riflessione sulla climatizzazione passiva in contesti desertici, dove l’architettura torna a dialogare con l’ambiente e la tradizione.

La giuria internazionale, presieduta dall’urbanista nigeriana Kunlé Adeyemi, ha scelto di premiare anche visioni radicali. Il Leone d’Oro alla carriera è stato assegnato alla filosofa Donna Haraway, teorica dell’ecofemminismo e della post-umanità. Un segnale che l’architettura contemporanea non può più permettersi di pensarsi solo in termini tecnici o funzionali: serve una visione ecologica, relazionale, interspecie. Un Leone d’Oro speciale alla memoria è andato invece a Italo Rota, architetto recentemente scomparso, noto per il suo lavoro tra urbanistica, arte e ricerca sociale.

Biennale diffusa: eventi, mostre e nuove aperture in tutta la laguna


La Biennale Architettura non resta confinata nei suoi spazi ufficiali. Come ormai accade da diverse edizioni, Venezia si trasforma in una costellazione di eventi collaterali, esposizioni, performance e incontri. A Marghera, Golden Goose promuove la mostra immersiva “Altered States” di Marco Brambilla, ospitata nella HAUS of Dreamers: una riflessione visiva e sensoriale sulle città del futuro come spazi in continuo mutamento percettivo. Sull’Isola di San Giorgio Maggiore, viene invece presentata in anteprima la nuova sede della Fondation Cartier pour l’art contemporain, firmata da Jean Nouvel: un intervento che mette in dialogo architettura contemporanea e paesaggio lagunare, destinato a diventare uno dei poli culturali più rilevanti della città.

Il successo della Biennale sta anche in questa capacità di contaminazione: artisti, architetti, ingegneri, attivisti e filosofi si incontrano lungo i canali, nei campielli, nei padiglioni. Il visitatore non è spettatore, ma parte di una rete di scambio. La città diventa un dispositivo esperienziale.

L’architettura come atto politico e collettivo

L’edizione 2025 della Biennale segna un punto di svolta: non è più possibile pensare l’architettura come semplice risposta tecnica. La questione abitativa, la giustizia climatica, l’accesso alle risorse e agli spazi, la digitalizzazione delle città, il diritto alla bellezza e alla relazione sono tutte dimensioni dello stesso problema: come vivere insieme, in un pianeta sotto pressione. Carlo Ratti, da anni al centro del dibattito internazionale su smart cities e progettazione data-driven, spinge ora verso una sintesi inedita: tecnologia, natura e comunità non sono opposti, ma strumenti da comporre con cura.

“Intelligens” non è solo un titolo: è una proposta di metodo. Pensare in modo intelligente significa integrare le competenze, saper leggere le differenze, costruire soluzioni complesse per problemi complessi. Venezia, città fragile e iconica, ne è il simbolo perfetto: racchiude tutte le contraddizioni del presente e tutte le possibilità del futuro.

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