Berlusconi: perché non intitolargli anche il Duomo di Milano?

- di: Bianca Balvani
 
Piaggeria: ''Atto o comportamento improntato a una remissività servile e adulatoria''.

Non si dovrebbe mai cominciare un articolo con una citazione o la trascrizione di un significato, ma questa volta è d'obbligo, visto che vorremmo (e non è detto che ci riusciamo) dire qualcosa sul sabba di reazioni che la morte di Silvio Berlusconi ha scatenato. Non soltanto, precisiamo, nei suoi supporter, quelli che si sono fatti centinaia di chilometri in auto o in treno per potere mostrare, davanti al San Raffaele, la loro devozione a ''meno male che Silvio c'è'', ma anche in persone e personaggi in cui si sperava albergasse un minimo di moderazione, di continenza.
Ed invece è stato tutto uno sbraco di proposte, alcune delle quali suonano un schiaffo al buon senso.

Berlusconi: perché non intitolargli anche il Duomo di Milano?

Si dice sempre e giustamente che i personaggi pubblici devono essere giudicati dalla Storia e non dai contemporanei. Per Silvio Berlusconi il processo è stato esattamente inverso, con un Paese mostrato (anche se la realtà è stata leggermente diversa) sconvolto dalla morte del ''Dottore'', come se le evidenti problematiche legata alla gravità della malattia non avessero reso l'evento imminente, almeno per chi ne capisce qualcosa di sanità e cure.
Abbiamo visto di tutto (e lo diciamo con il massimo rispetto per lo scomparso - chi siamo noi per giudicare? - e con la vicinanza alla famiglia), ma veramente di tutto, mischiando sacro e profano, con episodi che potrebbero entrare negli annali dell'assurdo.

Saltando a piè pari l'omelia dell'arcivescovo di Milano, mons.Mario Delpini (definita cerchiobottista dai più buoni, una totale assoluzione post mortem dai critici), come non citare la corsa di molti sindaci di destra o centro-destra ad intestarsi la vittoria nella comica competizione a chi intitolava per primo a Berlusconi una strada, una piazza, un vicoletto, un giardinetto, dimenticando che, per le personalità, lo si può fare solo dopo dieci anni dalla morte dell' ''onorando''?
Eppure è stato un fiorire di ''lo faccio io'', ''no, l'ho detto prima io'', ''no, sono stato prima io a pensarlo'', accantonando il buongusto, che dovrebbe essere sempre rispettato, anche quando si tratta di smancerie o solo di riconoscenza.

Come sempre accade, in casi del genere, la prima proposta ha aperto il vaso di Pandora che, una volta scoperchiato, non ha avuto alcun limite.
Intitolare a Berlusconi l'aeroporto di Linate? Perché non anche quello di Malpensa? Dipende dagli slot, magari di quelli che collegano con la Russia...E lo stadio di Monza perché non deve avere, sull'ingresso, in bella vista la targa con il nome del ''Dottore''? E poi ci sarebbe quella cosuccia alla quale il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini tiene tanto e che dovrebbe unire le coste calabrese e siciliana, anche se di targhe dovrebbero essercene due, magari a led, visibili a seconda dei sensi di marcia in ogni condizione atmosferica?
Capiamo che in casa Fininvest il ricordo del fondatore deve essere celebrato (ancora oggi, a distanza di giorni, quando se ne parla in Mediaset le voci si rompono per la commozione), ma forse sarebbe il caso di lasciare il resto al rispetto delle regole.

Ma se proprio si vuole fare qualcosa di innovativo, perché non intitolargli il Duomo di Milano, palcoscenico della sua ultima ''uscita pubblica''? Non stiamo esagerando, anzi ad essere sinceri c'è venuto in mente sentendo l'omelia di mons.Delpini, che ci aspettavamo si concludesse con un ''omnia munda mundis'' (ma forse l'ha detto e non abbiamo sentito) che sarebbe stato la giusta chiusa.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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