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Manovra, la Bce avverte Roma: “Riserve d’oro, Bankitalia resta autonoma”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Manovra, la Bce avverte Roma: “Riserve d’oro, Bankitalia resta autonoma”

La norma sulle riserve auree contenuta nella manovra accende un faro europeo. Da Francoforte arriva un messaggio netto: l’Italia dovrebbe riconsiderare il testo per non intaccare l’indipendenza di Bankitalia. Christine Lagarde, nelle osservazioni formali inviate al governo, chiarisce un punto essenziale: la gestione dell’oro dellabanca centrale rientra nella piena e esclusiva competenza di via Nazionale. Un principio che, per l’Eurotower, non può essere sfiorato da interventi legislativi, pena il rischio di interferenze politiche.

Manovra, la Bce avverte Roma: “Riserve d’oro, Bankitalia resta autonoma”

Nel mirino della Bce finisce la previsione che riconoscerebbe allo Stato un ruolo più diretto sulle riserve auree, oggi regolate da un quadro molto rigoroso fondato sull’autonomia della banca centrale. Per l'istituzione europea, anche piccole modifiche possono trasformarsi in crepe pericolose. Il riferimento, non dichiarato ma evidente, è alla tutela dell’architettura comunitaria costruita attorno alla separazione netta tra potere politico e autorità monetaria.
L’oro non è solo un bene patrimoniale, ma un presidio di credibilità. E ogni segnale di possibile interferenza, secondo Francoforte, rischia di alimentare tensioni sui mercati e mettere sotto pressione l’intero sistema euro.

La posizione di Lagarde: «Indipendenza da preservare»
Il messaggio della presidente della Bce è misurato nei toni, ma fermo nella sostanza. Lagarde ricorda che l’assetto giuridico europeo assegna alle banche centrali nazionali la piena gestione delle loro riserve. Un perno che, secondo l’Eurotower, deve restare intatto per evitare che si alteri l’equilibrio istituzionale su cui si fonda l’Eurosistema.
La Bce sottolinea inoltre come le riserve non rappresentino una risorsa “utilizzabile” dallo Stato, ma uno strumento funzionale alla stabilità monetaria e finanziaria. Da qui l’invito a modificare la norma per riportarla nel solco dei principi comunitari.

Il governo minimizza, ma la partita resta aperta

Da Roma filtra una linea prudente: la norma, spiegano fonti dell’esecutivo, non mette in discussione l’autonomia di Bankitalia e si limita a chiarire aspetti patrimoniali già definiti. Una lettura che però non convince Francoforte, determinata a blindare ogni margine di possibile interpretazione futura.
Nel governo qualcuno sottolinea che il dialogo con le istituzioni europee è in corso e che eventuali adeguamenti non sono esclusi. Resta però sullo sfondo il tema politico: un intervento sulle riserve auree, per quanto tecnico, sfiora sempre un nervo sensibile.

Una tensione che si riflette sul percorso della manovra

L’intervento della Bce arriva in un momento già complesso per la legge di bilancio, tra conti da quadrare, richieste dei ministeri e margini ridotti per nuove misure. Il richiamo di Francoforte aggiunge un ulteriore tassello al mosaico della trattativa, spingendo il governo a evitare scivoloni che potrebbero essere letti come uno strappo istituzionale.
La protezione dell’autonomia di Bankitalia, per la Bce, resta una linea rossa. E la manovra, già sotto la lente comunitaria, potrebbe essere costretta a nuovi ritocchi per allinearsi a quell’equilibrio che Bruxelles e Francoforte considerano imprescindibile.

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