La Bce si accoda alla Fed, inalterati i tassi di interesse

- di: Redazione
 
Confermando le previsioni e i segnali che si erano andati accumulando nelle ultime settimane, anche la Banca centrale europea ha deciso di mantenere gli attuali livelli del costo del denaro. La stessa decisione adottata ieri dalla Federal Reserve, che ha lanciato ottimismo verso l'anno prossimo, lasciando intuire che potrebbero arrivare i tanto auspicati tagli ai tassi di interesse primario, che sono stati ripetutamente alzati, dall'estate dello scorso anno, per contrastare il fenomeno dell'inflazione.

La Bce si accoda alla Fed, inalterati i tassi di interesse

Quindi, sulla base della decisione assunta dalla Bce, il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%, confermando per la seconda volta consecutiva i livelli precedenti.
La medesima posizione è stata presa oggi dalla banca centrale del Regno Unito, la Bank of England, che ha lasciato invariati i tassi d'interesse al 5,25%, per il secondo mese di fila e dopo 14 rialzi consecutivi adottati in chiave anti inflazione, e dalla Banca centrale Svizzera, che, a sua volta, ha lasciato i tassi fermi all'1,75%.

Ora, dopo la raffica di rialzi dell'ultimo anno e mezzo, appena mitigati dai due recenti mancati aumenti, l'attenzione si sposta al prossima anno, in attesa degli auspicati tagli.
Nella nota che ha accompagnato la notizia della conferma dei costi attuali del denaro, la Bce ha affermato che ''l'inflazione, pur essendo diminuita negli ultimi mesi, tornerà probabilmente a registrare un temporaneo incremento nel breve periodo. Secondo le ultime proiezioni per l'area dell'euro dovrebbe ridursi gradualmente nel corso del prossimo anno, per poi avvicinarsi all'obiettivo del Consiglio direttivo del 2% nel 2025''.
A detta degli esperti, il fenomeno inflattivo nel 2023 si attesti intorno al 5,4% per poi calare, progressivamente, al 2,7% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e all'1,9% nel 2026.
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