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Bad Bunny re dei Latin Grammy: cinque ori e un album manifesto

- di: Marta Giannoni
 
Bad Bunny re dei Latin Grammy: cinque ori e un album manifesto
Bad Bunny re dei Latin Grammy: cinque ori e un album manifesto
Ai Latin Grammy 2025 il fuoriclasse portoricano fa il pieno di premi con “Debí Tirar Más Fotos”: un trionfo che è insieme show, politica e dichiarazione d’amore per Porto Rico.

Cinque statuette su dodici candidature, il premio più ambito – Album dell’anno – e una performance che ha trasformato l’arena in un pezzo di San Juan trasportato nel deserto del Nevada: ai Latin Grammy 2025, andati in scena il 13 novembre alla MGM Grand Garden Arena di Las Vegas, Bad Bunny ha ufficialmente chiuso ogni discussione sul suo ruolo di dominatore della musica latina contemporanea.

Bad Bunny mattatore a Las Vegas

Fin dall’annuncio delle candidature era chiaro che sarebbe stata la sua notte: con 12 nomination complessive, il rapper e cantante portoricano guidava la corsa ai premi, al centro di una edizione presentata da Maluma e Roselyn Sánchez e pensata come una vetrina globale per la musica in lingua spagnola e portoghese.

Alla fine, Bad Bunny ha portato a casa cinque Latin Grammy, piazzandosi in vetta al medagliere della serata. Il bottino racconta la portata del progetto “Debí Tirar Más Fotos”, sesto album in studio e vero filo conduttore della cerimonia.

Tutti i premi di Bad Bunny ai Latin Grammy 2025

Le categorie in cui l’artista ha vinto danno la misura del suo dominio sull’urban latino, ma anche della sua capacità di trasformare il suono di Porto Rico in un linguaggio universale. I cinque premi sono:

  • Album dell’anno“Debí Tirar Más Fotos”
  • Miglior album di musica urbana“Debí Tirar Más Fotos”
  • Miglior interpretazione reggaeton“Voy a Llevarte Pa’ PR”
  • Miglior canzone urban“DTMF”
  • Miglior interpretazione urban/urban fusion“DTMF”

Per Bad Bunny è il primo Latin Grammy come Album dell’anno, un traguardo simbolico in una categoria storicamente contesa tra giganti del pop latino, della canzone d’autore e delle produzioni più sofisticate. Un riconoscimento che certifica non solo il successo commerciale, ma anche il peso artistico del disco.

Un discorso tra orgoglio boricua e responsabilità

Quando il suo nome è stato annunciato per l’Album dell’anno, la MGM Grand Garden Arena è esplosa. Salito sul palco, Bad Bunny ha trasformato il momento in un manifesto generazionale. Davanti a colleghi e pubblico, ha dichiarato:

Bad Bunny ha detto: “Dedico questo premio a tutti i giovani dell’America Latina, soprattutto a quelli di Porto Rico”, dando subito al trionfo una dimensione collettiva e politica.

Poi il messaggio si è fatto ancora più diretto: “Non dimenticate da dove venite, non smettete di essere voi stessi”. Non il solito ringraziamento di circostanza, ma un invito a rivendicare le proprie radici anche dentro un’industria globale che spesso appiattisce accenti, storie e identità.

In un passaggio destinato a restare, l’artista ha riassunto così il suo punto di vista: “Ci sono molti modi per difendere la nostra terra, noi abbiamo scelto la musica”. In poche parole, la sintesi perfetta della carriera di un artista che usa reggaeton, plena e rap come strumenti di racconto e di resistenza culturale.

“Debí Tirar Más Fotos”, l’album che ha convinto l’Academy

Pubblicato all’inizio del 2025, “Debí Tirar Más Fotos” è stato accolto fin da subito come uno dei lavori più maturi della carriera di Bad Bunny. L’album mescola plena tradizionale, rap, reggaeton e hip hop latino, costruendo un percorso che è allo stesso tempo autobiografico e storico: un viaggio nella memoria personale e collettiva di Porto Rico.

Brani come “DTMF” – acronimo che riprende il titolo del disco – sono diventati rapidamente inni generazionali. Su un tappeto sonoro che gioca con beat moderni e richiami alla tradizione, Bad Bunny riflette sul tempo che scorre, sulle persone che passano e sul rimpianto di non aver “scattato abbastanza foto”, metafora di una memoria che rischia di svanire se non viene custodita.

Altro tassello fondamentale è “Weltita”, la collaborazione con il collettivo portoricano Chuwi, che intreccia hip hop e ritmi caraibici, con riferimenti alla storia coloniale dell’isola e alla diaspora. Nel complesso, l’album costruisce un ritratto complesso di Porto Rico: non cartolina turistica, ma luogo vivo, contraddittorio, attraversato da tensioni politiche e creatività inesauribile.

La performance che ha incendiato la MGM Grand

Uno dei momenti più spettacolari della serata è stato proprio l’ingresso di Bad Bunny sul palco per eseguire “Weltita”. L’artista si è esibito all’interno di una struttura trasparente, circondato da visual ispirati alle palme e ai paesaggi tropicali, insieme ai musicisti di Chuwi.

La scenografia richiamava i temi centrali del disco: da un lato la festa e il ballo, dall’altro l’idea di un territorio osservato, messo “sotto vetro”, ma mai domato davvero. Il pubblico, in sala e a casa, ha assistito a una performance che sembrava più un’installazione artistica che un semplice numero televisivo, a conferma di quanto Bad Bunny sia ormai un creatore di immaginari oltre che di hit.

Una notte affollata di star: non solo Bad Bunny

Sebbene il fuoco dei riflettori fosse puntato su di lui, i Latin Grammy 2025 sono stati anche la celebrazione di una scena ricchissima. Il premio per Record of the Year è andato a Alejandro Sanz con “Palmeras En El Jardín”, mentre la Song of the Year ha consacrato Karol G con “Si Antes Te Hubiera Conocido”, confermando la stella colombiana come volto di punta del pop urbano al femminile.

Il riconoscimento come Best New Artist ha premiato la cantautrice Paloma Morphy, volto emergente di un cantautorato latino che dialoga con il soul e l’indie, mentre la serata ha reso omaggio alla storia con il titolo di Person of the Year assegnato al leggendario interprete spagnolo Raphael.

Non sono mancati i tributi: da Gloria Estefan – premiata anche nelle categorie legate ai suoni tradizionali – alle reinterpretazioni di classici che hanno ricordato a tutti quanto la musica latina sia da decenni uno dei motori dell’industria globale.

Ca7riel & Paco Amoroso, gli altri dominatori della serata

Nel conteggio finale dei premi, accanto a Bad Bunny si sono imposti anche gli argentini Ca7riel & Paco Amoroso, anch’essi a quota cinque Latin Grammy. Il loro universo sonoro, che mescola hip hop, elettronica, rock e sperimentazione visuale, rappresenta il volto più irriverente e psichedelico della nuova ondata latinoamericana.

La “doppia cinquina” Bad Bunny – Ca7riel & Paco Amoroso racconta bene il momento della musica latina: da un lato il reggaeton planetario che riempie stadi e domina le piattaforme di streaming; dall’altro progetti più di nicchia, ma creativamente radicali, che provano a reinventare da dentro il concetto stesso di pop latino.

Latin Grammy 2025: cosa cambia dopo questo trionfo

Per Bad Bunny, il successo di Las Vegas conferma una traiettoria già impressionante: dai primi riconoscimenti come miglior album di musica urbana negli anni passati fino alla consacrazione nell’Olimpo dell’Album dell’anno, il percorso è quello di un artista capace di spostare il baricentro della musica mainstream verso il mondo latino.

La vittoria di “Debí Tirar Más Fotos” in una categoria storicamente attraversata da pop raffinato, cantautorato e produzioni orchestrali manda un messaggio chiaro: l’urban latino non è più un “genere di tendenza”, ma uno spazio centrale della musica globale, in grado di reggere il confronto con qualsiasi altra proposta in termini di complessità, produzione e scrittura.

Allo stesso tempo, il discorso del cantante richiama le responsabilità che arrivano con questo ruolo. Nel momento di massima esposizione, Bad Bunny non ha parlato di classifiche o numeri, ma di giovani, radici e patria. La sua è una vittoria che non cancella le tensioni sociali e politiche di Porto Rico; le porta, piuttosto, sul palco più visto del mondo latino, trasformando il premio in megafono.

Un artista-simbolo di una generazione globale

Il trionfo ai Latin Grammy 2025 arriva in un anno in cui Bad Bunny è ovunque: dai festival internazionali alle nomination ai Grammy “generalisti”, fino alle campagne che lo vedono volto di brand globali. Eppure, al centro del personaggio rimane l’idea di un artista che non rinnega mai la propria provenienza.

La scelta di dedicare il premio ai giovani latinoamericani e di ribadire con forza l’orgoglio boricua racconta un cambiamento più ampio: il passaggio da una musica latina “invitata” nelle grandi kermesse internazionali a una musica latina che detta l’agenda, guida le collaborazioni e influenza il linguaggio dei grandi show.

Se per anni il reggaeton è stato confinato al ruolo di colonna sonora delle playlist da party, oggi – anche grazie a un album come “Debí Tirar Más Fotos” – è diventato strumento di memoria, racconto politico, narrazione identitaria. Il fatto che sia proprio questo disco a vincere l’Album dell’anno è il segnale più forte che poteva arrivare dalla “notte più importante della musica latina”.

Cosa resta della notte dei Latin Grammy 2025

Al netto di numeri, premi e statistiche, la serata di Las Vegas lascia alcune immagini destinate a restare: la scatola trasparente in cui Bad Bunny canta “Weltita” circondato da visual tropicali; il ringraziamento a voce rotta “ai giovani di tutta l’America Latina”; l’abbraccio ideale tra generazioni rappresentato sul palco da veterani come Raphael e da nuovi volti come Paloma Morphy.

Ma resta soprattutto l’idea che la musica latina – nelle sue mille declinazioni, dal reggaeton al bolero, dal pop urbano alle sperimentazioni più radicali – sia oggi uno dei linguaggi più potenti per raccontare il presente. E in questo vocabolario, dopo i Latin Grammy 2025, una delle parole chiave è definitivamente Bad Bunny.

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