ASviS: "L'Italia deve accelerare la transizione energetica"

- di: Barbara Bizzarri
 
Per l'Italia è indispensabile e urgente accelerare la transizione ecologica, muovendosi decisamente verso la decarbonizzazione e aumentando la sicurezza energetica. Nei prossimi sette anni bisogna installare almeno 10 GW di produzione elettrica da fonti rinnovabili all'anno (il triplo di quanto fatto nel 2022), puntare sulle comunità energetiche e, parallelamente, investire sull'innovazione e la ricerca: questo il contenuto, in parte, del Policy Brief  "Dieci raccomandazioni per la stesura del nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima", presentato dall'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) per contribuire al nuovo Piano nazionale dell'energia (Pniec), che il Governo deve presentare alla Commissione europea entro il 30 giugno Secondo l'ASviS l'efficientamento energetico può ridurre le bollette di imprese e famiglie, il taglio delle emissioni può abbattere l'inquinamento e i danni alla salute delle persone, politiche fiscali adeguate possono accelerare gli investimenti e solo nel settore elettrico si possono creare ben 540mila nuovi posti di lavoro entro il 2030.

ASviS: "L'Italia deve accelerare la transizione energetica"

"Alcuni pensano sia conveniente rallentare le politiche di mitigazione, sulle quali l'Italia è già in ritardo, soprattutto per quanto riguarda la conversione del sistema energetico. Si tratta di un gravissimo errore - ha affermato il direttore scientifico dell'ASviS, Enrico Giovannini -. Con l'attuale andamento, l'Italia non raggiungerà l'obiettivo di tagliare le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, non aumenterò la sua sicurezza energetica e rischia di perdere le opportunità, anche occupazionali, derivanti dalla riconversione dell'industria, dell'edilizia, della mobilità e delle infrastrutture".

Giovannini ha ricordato che nel 2022 la produzione da rinnovabili in Italia è diminuita del 14,7% rispetto al 2021, anche per le conseguenze della siccità sulla produzione idroelettrica, e che l'anno scorso sono stati installati impianti eolici e fotovoltaici per soli 3 GW, a fronte degli 11 GW installati in Germania, 9 GW in Spagna e 5 in Francia.

Fra le prime raccomandazioni dell’ASviS, la tempistica dal Piano, che andrebbe definito e reso operativo nei tempi stabiliti a livello europeo, così da fornire anche al settore privato la direzione strategica che si intende seguire. Il nuovo PNIEC deve inoltre essere coerente con il PNACC, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e con la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, documenti che dovrebbero costituire la base per la stesura di una Legge sul clima, analogamente a quelle approvate da altri Paesi europei. 

Infine, ma non meno importante, è indispensabile che il PNIEC affronti le questioni legate all’innovazione tecnologica e all’investimento nelle nuove soluzioni. Attualmente, tutte le tecnologie per raggiungere gli obiettivi al 2030 sono disponibili sul mercato, mentre quelle necessarie per raggiungere la piena decarbonizzazione al 2050 non sono ancora del tutto provate e sviluppate. È importante che il PNIEC chiarisca le aree sulle quali il nostro Paese intende investire, come la ricerca sul fotovoltaico, sull’idrogeno “verde” e sulle smart grid. 

Giovannini, nel suo intervento, ha citato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres che nei giorni scorsi ha ribadito con un drammatico appello l’urgenza di uscire dalla dipendenza dalle energie fossili per scongiurare lo scenario catastrofico di un aumento globale medio delle temperature di 2,8 gradi previsto per la fine del secolo qualora non vengano ridotte del 45% le emissioni di CO2 entro il 2030. “L’Italia è particolarmente esposta alle conseguenze negative del cambiamento climatico, ma allo stesso tempo ha le potenzialità per affrontarlo in modo positivo, cogliendone le opportunità per accelerare il percorso indicato dall’Agenda 2030 dell’Onu e degli obiettivi europei. Possiamo trarre dalla transizione ecologica grandi benefici a livello ambientale, sociale ed economico, costruendo un modello di sviluppo sostenibile che garantisca un benessere giusto nel presente e nel futuro, valorizzando le ricchezze del Paese, l’ambiente e il paesaggio, le persone, le competenze, il lavoro. Dobbiamo agire subito”. 

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