Argentina, l'inflazione cambia la dieta: per molti l'asado ora è un sogno

- di: Redazione
 
Gli italiani, famosi per lo spirito di adattamento, per il piacere di lamentarsi in continuazione e per una rassegnazione senza pari, sanno sopportare tutto, anche cancellare dal proprio desco qualcosa cui non rinuncerebbero mai. Come la pasta. Ma anche come il caffè, bevanda ormai talmente dentro le nostre abitudini da essere un elemento del vivere quotidiano, come insegna Eduardo de Filippo, che sulla sua preparazione ha scritto una delle pagine più belle, in ''Questi fantasmi''. Quindi capiamo benissimo il dramma (perché è veramente tale) che stanno vivendo gli argentini che, sotto la pressione di una fortissima inflazione e con l'economia che non riesce a ripartire, stanno facendo l'enorme sacrificio di eliminare dalla dieta quotidiana la bistecca, che non è solo una fetta di carne alla brace, ma la sublimazione di una filosofia di vita, che vede le famiglie riunirsi e assistere, tra lo sfrigolare e il levarsi del profumo (per chi lo apprezza) della carne che cuoce, alla celebrazione di un rito comunitario.

Argentina, l'inflazione cambia la dieta: per molti l'asado ora è un sogno

Ora, però, gli argentini vedono allontanarsi questa consuetudine per il semplice motivo che molti di loro non se lo possono più permettere. Non è una sensazione, ma semplicemente l'elaborazione di dati economici che dicono che nel 2024 in Argentina è diminuito di quasi il 16% il consumo di carne bovina, uno dei tre capisaldi della cultura del Paese, insieme al calcio e al mate, una infusione di erbe che tutti bevono, ad ogni occasione. Decidere di fare a meno della carne bovina non è decisione facile da prendere, tanto che in molti, pur di non rinunciarvi, hanno tagliato altre spese, non meno necessarie, come quella dei prodotti per la pulizia. Comunque, le rilevazioni demoscopiche e di mercati confermano che nel 2024 gli argentini mangiano carne di manzo a un ritmo di circa 44 chilogrammi all’anno, in netto calo rispetto agli oltre 52 kg dell’anno scorso. Per non parlare dei ì100 kg all’anno degli anni ’50.

Anche se sull'arretramento del consumo ha inciso lo spostamento del gusto verso altre carni che non quella bovina, il crollo di quest’anno è stato causato da un’inflazione pari quasi al 300% e da un’economia in stallo, oltre alle dure misure di austerità adottate dal presidente Javier Milei. I dati certificano, poi, che la povertà è in aumento, così come il numero dei senza casa e di coloro che sono costretti a fare ricorso alle mense caritatevoli, con il potere d'acquisto che cala di mese in mese. A confermare la crisi c'è il fatto che a carne bovina non è così costosa, ma è il potere d'acquisto delle persone è stato ridotto terribilmente.
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