In oltre venti anni di attività ha maturato una profonda esperienza professionale e direzionale nella Pubblica Amministrazione. Laurea in Economia delle Amministrazioni Pubbliche presso la Bocconi e specializzazione presso l’Institut d’Etudes Politiques di Parigi. Manager e docente di organizzazione aziendale, questo sinteticamente è Angelo Tanese, Direttore Generale della ASL Roma 1, incaricato di gestire la fusione di tre aziende su un territorio pari a tre volte il comune di Milano e una popolazione di oltre un milione di abitanti.
Cosa vuol dire trovarsi alla guida di una Azienda Sanitaria che in pochi mesi ha triplicato di fatto le proprie dimensioni?
Per me è una grande responsabilità. Dirigere il processo di fusione tra aziende, la ASL Roma E, l’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri e la ASL Roma A, che per venti anni avevano lavorato in modo autonomo, deve servire a rendere più omogenea e integrata la rete dei servizi sanitari e dare una risposta sempre più appropriata e di qualità ai bisogni di salute oltre un milione di cittadini romani.
La ASL Roma 1 è una grande azienda che copre ben sei municipi, con una popolazione fortemente differenziata, dai quartieri residenziali del centro storico alle periferie urbane e sub-urbane. Gestiamo tre importanti ospedali e oltre 150 presidi sanitari.
Diventare più grandi ci ha obbligato a riorganizzare e ripensare l’Azienda. In pochi mesi abbiamo riprogettato l’intera organizzazione, azzerato e riassegnato tutti gli incarichi dirigenziali, unificato i sistemi operativi e i processi gestionali. È un’operazione molto complessa, basti pensare che avevamo tre contratti di tesoreria con tre banche diverse, accordi sindacali differenti sulle stesse tematiche, contratti con più fornitori su servizi analoghi. Riallineare tutto e creare una nuova identità comune è molto impegnativo, ma siamo un’ottima squadra e devo dire che intorno a questo progetto si è creato un clima di entusiasmo e di partecipazione che ci consente di lavorare meglio e ottenere risultati straordinari.
Quali sono le sfide di questa Azienda per i prossimi anni?
Le sfide sono molte, ma la più importante è far sì che i cittadini trovino nella ASL un riferimento certo e affidabile per i loro bisogni di salute. Per molti anni la sanità è stata ospedalocentrica e a Roma, pur avendo tante strutture di eccellenza, la rete dei servizi è frammentata e l’accesso ai servizi non sempre agevole, con percorsi di diagnosi e cura molto differenziati. Oggi la popolazione sta cambiando, e con essa i bisogni di salute. Sono aumentati i pazienti con patologie croniche e abbiamo fasce più deboli che necessitano di un’assistenza sociale e sanitaria a 360 gradi.
In questi ultimi anni tutto il sistema sanitario del Lazio ha fatto enormi passi in avanti, ristrutturando le reti di offerta, aumentando i livelli essenziali di assistenza e al tempo stesso risanando i conti. Credo che i prossimi anni dovranno essere focalizzati su un miglioramento più tangibile dei processi assistenziali per i cittadini, soprattutto per quella fascia di pazienti e famiglie che necessitano di un’assistenza maggiore e che devono trovare nell’azienda sanitaria una garanzia di accesso alle cure affidabile e tempestivo.
Al tempo stesso ritengo fondamentale valorizzare i nostri professionisti e metterli in condizione di lavorare con maggiore serenità. Con l’uscita dal piano di rientro è arrivato il momento di rinnovare i servizi anche con l’ingresso di forze giovani e la stabilizzazione del precariato.
Come state riorganizzando i servizi sul territorio?
I progetti che stiamo portando avanti sono tanti. Consolidare i buoni risultati ottenuti con le due Case della Salute già attivate, che per noi non sono mere strutture fisiche, ma un modo di garantire un’assistenza più integrata.
Stiamo potenziando e migliorando l’accesso ai servizi di vaccinali e l’adesione agli screening, portando avanti un piano per l’inclusività e la promozione della salute nelle scuole, avviato un piano di riorganizzazione dei servizi per la salute mentale e di potenziamento dei servizi per i disturbi dell’età evolutiva con il Centro La Scarpetta. Stiamo lavorando per integrare percorsi diagnostico-terapeutici, percorsi oncologici, il percorso nascita. Stiamo consolidando il Centro Sant’Anna come presidio per la salute della donna e del bambino, con quattro diversi percorsi: gravidanza, IVG, Procreazione Medicalmente Assistita e Oncofertilità.
E per gli ospedali?
Il nostro più grande cantiere in questo momento è l’Ospedale San Filippo Neri, un ospedale che stiamo rilanciando con nuovi reparti e servizi, come il nuovo Punto Nascita, il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita, la Smile House per le malformazioni maxillo-facciali. Nel 2018 porteremo avanti un potenziamento dell’attività chirurgica, l’apertura dei nuovi reparti di SPDC, Ortopedia e di Riabilitazione, il completamento di un hub laboratoristico di eccellenza. Il Santo Spirito potenzierà la sua vocazione come DEA con l’ampliamento della Medicina d’Urgenza, e valorizzerà servizi di eccellenza come la Cardiologia e la Breast Unit. Anche per l’Ospedale Oftalmico porteremo avanti il piano per renderlo sempre più un polo di eccellenza oftalmologica chirurgica e medica.
Una Azienda nuova e una azienda grande
Si, vogliamo e dobbiamo ancora crescere, non nelle dimensioni, ma in termini culturali e organizzativi. I cittadini hanno ancora la percezione del servizio pubblico come qualcosa di lento, burocratico, costoso. Il lavoro fatto in questi anni e gli obiettivi già definiti per il biennio 2018-2019 vogliono invece essere la dimostrazione che la ASL Roma 1 può essere una grande azienda di servizio pubblico moderna, efficiente e orientata all’innovazione. Ci siamo definiti come “un’Azienda in movimento” perché sappiamo che occorre cambiare per ridare slancio e motivazione ai professionisti, risposte credibili e riconoscibili alla popolazione e una giusta legittimazione e affidabilità del nostro servizio sanitario, che è un grande patrimonio e un valore che altri Paesi ci invidiano. La ASL Roma 1 vuole dare il suo contributo, non solo rendendo sostenibile la spesa con una gestione responsabile ma anche riorganizzando i servizi a misura delle persone, delle famiglie, della comunità.