Il 53% dei suoli colpito dalla siccità, massimo storico dal 2012. Le mappe mostrano un continente in crisi idrica, con effetti su agricoltura, fiumi e falde. Gli scienziati avvertono: “Un campanello d’allarme senza precedenti”.
Agosto 2025 resterà negli annali come il mese più secco in Europa e lungo le coste del Mediterraneo da quando si monitorano in modo sistematico gli effetti della siccità. Oltre la metà dei suoli del continente – il 53% – è stata colpita, un livello mai raggiunto prima.
Il dato è impressionante non solo per l’estensione, ma anche per la distanza dalla media storica: rispetto al periodo 2012-2024, agosto ha registrato un incremento di 23 punti percentuali sulla soglia abituale (30,1%). Un segnale che conferma come il 2025 stia segnando un’accelerazione fuori scala nella crisi idrica.
Record su record, mese dopo mese
Dall’inizio dell’anno ogni mese ha stabilito un primato negativo per il proprio periodo, ma agosto rappresenta un massimo assoluto. Il precedente record, pari al 52%, risaliva appena a maggio 2025. Solo dodici mesi fa, nell’agosto 2024, la quota di suoli in siccità era ferma al 36%: un balzo di quasi venti punti in un anno.
I tre volti della siccità
Gli esperti ricordano che non si tratta di un fenomeno unico, ma di un insieme che colpisce in parallelo. C’è la siccità meteorologica, legata all’assenza di precipitazioni; quella del suolo, che si traduce in terreni secchi e colture sofferenti; e infine la siccità idrologica, che prosciuga fiumi, laghi e falde sotterranee. A complicare la situazione, i tre fattori spesso si sovrappongono, generando effetti a catena.
La fotografia satellitare
Gli indicatori compositi combinano livelli di precipitazione, umidità del suolo e condizioni della vegetazione, restituendo una “radiografia” obiettiva del territorio. Oggi mostrano un quadro senza precedenti: coltivazioni stremate, bacini idrici ai minimi, ecosistemi messi a dura prova.
Impatti concreti su agricoltura ed energia
Le conseguenze non sono solo ambientali. Una siccità così estesa mette in crisi le rese agricole, aumenta i rischi di incendi boschivi, riduce la capacità dei fiumi di alimentare le centrali idroelettriche e spinge i governi a rafforzare le restrizioni d’uso dell’acqua. Un’Europa già sotto stress energetico e alimentare vede così aggravarsi i propri punti deboli.
L’allarme degli scienziati
“Questi numeri mostrano che non siamo più davanti a un’eccezione stagionale, ma a una tendenza strutturale”, ha spiegato un ricercatore dell’osservatorio, in conferenza stampa.