Amazon investe sul medico a domicilio: sarà il business del futuro?

- di: Barbara Bizzarri
 
Il modo in cui le multinazionali si sono tuffate nel comparto medicale e farmaceutico per la cura del prossimo ha del commovente: è notizia recente delle nuove ricerche di Pfizer per la cura delle malattie ematiche, a cui si è appena aggiunta la nuova che Amazon abbia intenzione di dare la scalata a Signify Health, multinazionale texana con uffici anche in Irlanda, specializzata in assistenza medica domiciliare: si direbbe quasi che il futuro che ci attende è bullonato fra le pareti domestiche, tanto che Apple pare abbia dovuto fare la voce grossa per indurre i dipendenti a tornare in azienda almeno tre giorni a settimana, visto che tutti volevano rimanere a lavorare a casetta. Comunque, Jeff Bezos continua a dimostrare un crescente interesse per il settore, perché non è la prima volta che si getta in acquisizioni sanitarie: già nel 2020 era iniziata l’avventura con i farmaci online, poco tempo fa è stata la volta dell’intesa con il Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle per la realizzazione di vaccini innovativi contro patologie che vanno dai tumori al seno al melanoma.

Amazon investe sul medico a domicilio

Poi, Amazon si è lanciata nelle cure a distanza con l’acquisizione di One Medical, azienda statunitense che offre servizi sanitari classici affiancati a prestazioni più innovative come la telemedicina, una transazione in contanti del valore di circa 3,9 miliardi di dollari. Come mai tanto interesse per salute e sanità?

“Pensiamo che l’assistenza sanitaria sia in cima alla lista delle esperienze che hanno bisogno di essere reinventate. Prenotare un appuntamento, aspettare settimane o addirittura mesi per essere visitati, prendersi una pausa dal lavoro, guidare, arrivare in una clinica, trovare un parcheggio, aspettare in sala d’attesa per quelli che troppo spesso sono pochi minuti frettolosi con un medico, e poi fare un altro viaggio in farmacia: vediamo molte opportunità sia per migliorare la qualità dell’esperienza, che per restituire alle persone tempo prezioso delle loro giornate”, ha affermato Neil Lindsay, Svp di Amazon Health Services, commentando l’acquisizione di One Medical. Ora è la volta di Signify, e la notizia dell’interesse del colosso di Seattle ha indotto la crescita del titolo di oltre il 30%. Le offerte finali dovrebbero essere presentate per il Labor Day, intorno al 5 settembre, però non è escluso che un offerente possa concludere l'accordo direttamente con il management di Signify Health prima di allora.

Per il momento, l'offerta più allettante è quella presentata da UnitedHealth, che supera i 30 dollari ad azione. Al secondo posto Amazon (-2,19% a 135,2 dollari nel pre-market) di cui però resta ignota la cifra proposta. Tra gli altri pretendenti spiccano i nomi della catena di farmacie Cvs Health (-0,19% a 103,9 dollari nel pre-market), società statunitense interessata a rafforzarsi nel settore, e Option Care Health (-0,15% a 32,3 dollari nell'after hours). La conclusione della trattativa permetterebbe ad Amazon di rafforzare la sua posizione in un settore centrale per l'economia statunitense come quello sanitario, e di espandersi anche altrove in Occidente. Tutto questo però è soltanto l’inizio: Amazon mira ad aggiungere il supporto alla salute mentale al suo pacchetto dedicato alla cura della persona, almeno per una prima consulenza. Amazon Care offrirà interventi professionali a distanza da parte di diversi medici, e tra questi ci saranno anche psicologi e psichiatri, in collaborazione con Ginger, un servizio che offre consulenze online per la salute mentale. Il servizio dovrebbe essere lanciato l’anno prossimo, e permetterà contatti immediati e privati con una serie di professionisti.

Decisamente, il business della cura online personalizzata è uno dei più grandi investimenti per il futuro, ma come siamo messi in Italia al riguardo? Commenta Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici: “L'evoluzione negli Usa del mercato delle cure domiciliari e dei diversi servizi sanitari al cittadino, cui sono interessati colossi come Amazon, dimostra ancora una volta che siamo molto fortunati ad avere un servizio sanitario nazionale come il nostro, il cui obiettivo è esclusivamente la salute. Nel nostro sistema si tende a garantire le cure domiciliari e il Pnrr punta a portare questo tipo di assistenza, che oggi rappresenta il 4% delle cure erogate, al 10%, gratuitamente senza costi per i cittadini. Questo vuol dire che sistemi come quello italiano, basati sulle cure primarie, riescono a fornire ai cittadini un tipo di assistenza che non ha limitazioni economiche. Con Amazon e le altre catene che si contendono il mercato americano della salute, comunque il servizio si paga”.

Le cure domiciliari, in ogni caso, “si svilupperanno enormemente in futuro, non solo l'assistenza medica, anche quella infermieristica e quella farmaceutica, su cui credo che Amazon punti particolarmente. Il sistema privato non va certo demonizzato ma, se guardiamo alla globalità della risposta di assistenza, i nostri indicatori di salute sono molto alti. E, a parità di costo, siamo ai primi posti per efficacia”. La battaglia per appropriarsi di una ricchissima opportunità di business è appena cominciata.
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