AIPB Outlook 2024: "Quadro internazionale fragile"

- di: Barbara Bizzarri
 

Le nuove edizioni dell’AIPB Outlook (“Come accompagnare l’investitore verso nuovi equilibri”) e dell’Annuario Generale Private Banking sono state presentate oggi da Andrea Ragaini, Presidente dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) che ha commentato: “Nel calendario degli appuntamenti finanziari di inizio anno, ci fa piacere presentare l’AIPB Outlook: una panoramica dettagliata sulle previsioni e sulle scelte di portafoglio ottenute aggregando le valutazioni delle principali società di Asset Management Internazionali e Nazionali nostre Socie”.

AIPB Outlook 2024: "Quadro internazionale fragile"

Lo studio evidenzia che in uno scenario caratterizzato da una crescente instabilità geopolitica, significativi rischi di deglobalizzazione e possibili frammentazioni delle catene produttive, le previsioni di crescita economica rimangono caute (crescita lieve + moderata per il 61% degli operatori). Si spegne la fiammata inflattiva durata 24 mesi: per la maggior parte degli operatori (56%) nel 2024 l’inflazione in Europa scende al di sotto del 2,5%, ma il target viene raggiunto solo nel 2025 (61%). Le politiche delle Banche Centrali hanno avuto quindi gli effetti desiderati, ma sul futuro prossimo gli operatori si dividono a metà tra coloro che prevedono un’attenuazione della politica monetaria nella prima metà dell’anno e coloro che la ritengono ancora necessaria. Nel breve periodo, le scelte d’investimento privilegiano il comparto obbligazionario, con rendimenti attesi tra il 5% e il 10% (53%). Verso il comparto azionario e gli investimenti alternativi, gli operatori esprimono invece cautela a causa dei timori sulla crescita economica (78%) e sulla tenuta degli utili societari. A partire dal 2025 l’Outlook si inverte a favore di questi ultimi, ma con uno stile di investimento che privilegia l’High Quality e l’High Momentum. Queste le principali evidenze dell’AIPB Outlook 2024, realizzato dall’Ufficio Studi dell’Associazione elaborando le previsioni di 18 Asset Manager associati. L’Outlook è stato presentato durante una conferenza, nel corso della quale è stata svelata l’edizione 2024 dell’Annuario Generale Private Banking, l’unica pubblicazione in cui è possibile trovare tutte le informazioni sui protagonisti del settore (banche, asset manager, assicurazioni, studi professionali e data provider), oltre ad articoli di approfondimento e uno speciale dedicato agli investimenti in auto d’epoca. Andrea Ragaini, Presidente dell’Associazione Italiana Private Banking (nella foto), ha concluso: “In uno scenario così frammentato e in continua evoluzione, il Private Banking dovrà sempre di più reagire con immediatezza ai cambi di tendenza e supportare i clienti nella lettura della complessità e nella percezione dei rischi, affiancandoli nelle scelte di allocazione del portafoglio, portando elementi di razionalità e offrendo tutta la professionalità che le Banche Private e i loro Private Bankers hanno nel tempo dimostrato di saper fornire”.

Lo studio approfondisce tre elementi rilevanti per le scelte di investimento: le previsioni sulla crescita economica, il rientro dell’inflazione e l’evoluzione dei tassi di interesse. In relazione alla crescita, gli Asset Manager che hanno partecipato all’Outlook AIPB 2024 si aspettano un “atterraggio morbido” per l’economia mondiale e quella americana. Le previsioni sono infatti caute (il 39% degli operatori stima una crescita moderata), in linea con l’Outlook 2023 che, ricordiamo, a fine anno è stato superato dall’andamento effettivo (Mondo 2,7% VS previsione 1,8%; USA + 2,4% VS previsione 0,9%). Più sfaccettata invece è la view sull’Europa, dove i rispondenti si dividono tra un 56% di operatori che si attende una crescita lieve e il 28% che si aspetta una recessione moderata. Entrando nel dettaglio delle economie europee, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca, Ungheria e sono i Paesi che registreranno maggiore risultato in termini economici (35% degli intervistati) mentre Francia e Germania si trovano nelle ultime posizioni a causa di un mix di fattori congiunturali e strutturali.

Il secondo elemento analizzato riguarda il rientro deltasso d’inflazione, soprattutto grazie all’evoluzione del prezzo del gas e del petrolio nel corso del 2023. Nell’anno in corso l’attesa è di un ulteriore calo, più marcato in Europa (prevista al di sotto del 2,5% dal 56% degli operatori), più lento negli USA (per il 72% dei rispondenti compreso nell’intervallo 2,5% - 3%). In merito al target delle Banche Centrali, verrà raggiunto soltanto nel 2025 per un’ampia maggioranza degli operatori (61%). La quasi totalità (94%) degli Asset Manager intervistati ritiene che le politiche adottate da Fed e Bce abbiano avuto gli effetti desiderati: il 50% di loro afferma infatti che è giunto il momento di porre fine alla stretta monetaria e posiziona il primo taglio dei tassi atteso a giugno 2024 (67% lo vede in Europa e l’83% negli Usa).

Secondo gli Asset Manager i quattro fattori da tenere sotto stretto controllo, poiché potrebbero avere significativi riflessi sui mercati finanziari, riguardano la Cina, la recessione, l’inflazione e la tecnologia. In dettaglio, della Cina preoccupano la crisi del settore immobiliare locale (39%) e la prosecuzione di tensioni con gli Usa (28%). È lo scenario geopolitico a rappresentare l’incognita principale: allo stallo del conflitto russo-ucraino si aggiungono i timori di un’escalation del conflitto tra Israele e Hamas attraverso un allargamento ai Paesi Mediorientali e della Penisola Araba. Si sommano preoccupazioni legate alla crescita dell’inflazione a seguito degli attacchi degli Houthi Yemeniti alle navi in transito nel Canale di Suez (il traffico commerciale nel Mar Rosso è crollato del 40% tra novembre 2023 e gennaio 2024; +230% costo dei noli dei per la tratta Shanghai- New York tra ottobre 2023 e gennaio 2024). Nel corso del 2024 si stima che prosegua il processo di ricomposizione dei portafogli Private iniziato nel 2023, con un trasferimento della liquidità a favore degli investimenti finanziari, soprattutto di natura obbligazionaria. Il comparto obbligazionario, risultato nel corso del 2023 più volatile rispetto alla componente azionaria, vede infatti un consenso generale di sovrappeso nei portafogli (82% degli operatori), con rendimenti attesi molto positivi, compresi tra 5% e 10% (53%), coerente con l’attesa di riduzione dei tassi a breve termine (72% negli USA; 83% in Europa) e con una previsione di stabilità dei tassi a lungo termine (61% sin USA ed Europa). In dettaglio, vengono privilegiate le obbligazioni investment grade (76%), seguite dai titoli governativi (71%); dal punto di vista geografico gli USA si confermano l’area di maggiore interesse seguiti dall’Europa (rispettivamente 71% e 59%); la vera novità è che la Cina chiude la classifica (prevalentemente per i rischi legati al settore immobiliare), assieme al Giappone (per la politica monetaria ultra-espansiva a favore del mercato interno). Sull’azionario, gli asset manager esprimono una view neutrale nel breve, di sovrappeso nel medio periodo (tra 12-36 mesi), coerenti con i timori di recessione economica (78%) e di diminuzione degli utili delle emittenti (61%). Un giudizio cauto, quindi, che porta a una maggiore polarizzazione degli operatori sui rendimenti attesi (compresi tra 5% e 10% per il 47% e tra 0% e 5% per il 41%). Infine, per quanto riguarda gli stili d’investimento, c’è assoluta concordanza verso l’high quality, seguita dall’high momentum (62%). A livello settoriale, invece, gli unici ad avere un significativo giudizio di sovrappeso sono l’Healthcare/Pharma/Sanità/Diagnostica (57%); la tecnologia (50%) e il settore bancario (46%). Gli investimenti in Private Equity sono da sovrappesare sia nel breve (44%) che nel medio termine (63%), in quanto il 21% si attende rendimenti superiori al 10% e la metà tra il 5 e il 10%. In particolare, sono da prediligere private equity, private debt e infrastrutture (tutti al 54%).

L’indagine si chiude con una valutazione dei megatrend di lungo periodo, che potranno avere un impatto strutturale nell’economia mondiale. Ai primi due posti troviamo temi legati alla transizione digitale: progresso tecnologico, reputato ad alto impatto dal 100% degli Asset Manager e Intelligenza Artificiale (impatto alto per l’89%); seguiti da cambiamento climatico (72%) e invecchiamento della popolazione (cambiamento demografico al 61% e longevità al 44%). Dal focus che ha riguardato l’impatto dei megatrend ESG sui mercati nei prossimi anni, le tematiche ambientali restano al centro dell’attenzione: transizione ecologica (impatto alto per il 76% degli Asset manager), efficientamento nell’uso dell’energia e delle risorse disponibili (65%) ed economia circolare e gestione dei rifiuti (53%).

AIPB è l’Associazione che riunisce i principali operatori nazionali e internazionali del Private Banking, Università, Centri di ricerca, Società di servizi, Associazioni di settore, Studi legali e professionali. Nata nel 2004, AIPB è un network interdisciplinare che condivide le proprie competenze distintive per la creazione, lo sviluppo e l’allargamento della cultura del Private Banking che si rivolge a famiglie e individui con patrimoni significativi ed esigenze complesse di investimento. Gli operatori del Private Banking mettono a disposizione di questa clientela competenze qualificate, un’ampia gamma di servizi personalizzati in base alle specifiche esigenze di ogni singolo cliente e strutture organizzative dedicate. Perseguendo qualità ed eccellenza, scopo di AIPB è promuovere e valorizzare, attraverso costanti attività istituzionali, culturali e formative il servizio di Private Banking in termini di competenza, trasparenza ed efficacia nei confronti dei bisogni e delle necessità di individui e famiglie.

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