AIFI: “Private equity e venture capital 2023: diminuiscono le grandi operazioni"

- di: Barbara Bizzarri
 

"Il forte rialzo dei tassi ha perturbato il mercato" del private equity e venture capital "in maniera consistente nel 2023, non solo in Italia ma nel mondo. In Italia c'è stata una sorta di pausa. I risultati danno atto di un 2023 che se lo confrontiamo con i due anni precedenti è deludente, ma se lo confrontiamo con il passato è un consolidamento di una tendenza". Lo ha affermato Innocenzo Cipolletta, Presidente di AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, durante la presentazione dei dati annuali del mercato italiano del private equity e venture capital (in collaborazione con PwC Italia).

AIFI: “Private equity e venture capital 2023: diminuiscono le grandi operazioni"

Dopo un biennio eccezionale per ammontare investito, soprattutto con riferimento al comparto delle infrastrutture, nel 2023 si osserva un calo delle grandi operazioni: questa è la principale evidenza che emerge dall'analisi sul mercato italiano del capitale di rischio condotta da AIFI in collaborazione con PwC Italia. Nel 2023 la raccolta del private equity e venture capital in Italia è stata pari a 3.772 milioni di euro (di cui 2.502 milioni raccolti sul mercato), in calo del 36% rispetto ai 5.920 milioni dell'anno precedente. Gli operatori che nel 2023 hanno svolto attività di fundraising sono stati 35 (49 l'anno precedente).

Con riferimento alla provenienza geografica dei fondi raccolti sul mercato, la componente domestica ha rappresentato l'83%, mentre il peso di quella estera è stato del 17%. A livello di fonti, il 21% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza (522 milioni di euro), seguiti dalle banche (13%, 332 milioni) e dai fondi di fondi privati (11%, 270 milioni).

Investimenti

Nel 2023 l'ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital è stato pari a 8.162 milioni di euro, in calo del 66% rispetto all'anno precedente. Il 2022 era stato caratterizzato dal livello più alto mai registrato nel mercato italiano (23.659 milioni), trainato da alcune operazioni dalle dimensioni particolarmente significative realizzate sia nel segmento dei buy out sia in quello delle infrastrutture.


Nel 2022, infatti, erano state realizzate 7 operazioni con equity versato compreso tra 150 e 300 milioni di euro (large deal) e 17 operazioni di ammontare superiore ai 300 milioni (mega deal), per un ammontare complessivo pari a 17.890 milioni di euro (76% del totale). Nel corso del 2023, invece, sono state realizzati 6 large deal e 4 mega deal, che insieme hanno rappresentato il 36% dell'ammontare complessivo investito nell'anno (2.927 milioni di euro). Da sottolineare che le operazioni caratterizzate da un ammontare inferiore ai 150 milioni di euro (small e medium deal) hanno attratto 5.235 milioni di euro investiti, rappresentando il secondo valore più alto di sempre dopo il 2022 (5.770 milioni nel 2022, -9%, e 4.878 milioni nel 2021, +7%).

Nel dettaglio, nel 2023 il segmento dell'early stage (seed, start up e later stage), dopo alcuni anni di importante crescita, ha mostrato una contrazione del 16% del numero di operazioni (547 nel 2022, contro 458 nel 2023) e del 35% dell'ammontare investito, passato da 1.179 a 762 milioni di euro, anche in questo caso influenzato dal minor peso delle operazioni di maggiori dimensioni. I buy out, con 5.469 milioni di euro e 170 operazioni (10.959 milioni e 185 investimenti nel 2022), si sono classificati al primo posto in termini di ammontare, pari al 67% del totale. Da sottolineare che le operazioni di expansion si sono classificate al secondo posto per ammontare investito, pari a 941 milioni, quasi raddoppiato rispetto all'anno precedente (483 milioni), distribuito su 68 operazioni (+48% rispetto alle 46 del 2022). Gli investimenti in infrastrutture hanno attratto un ammontare pari a 937 milioni di euro, in calo del 91% rispetto all'anno precedente, quando erano stati investiti 10.695 milioni di euro, grazie soprattutto ad alcune operazioni di elevato ammontare. Le operazioni sono state 44 (52 l'anno precedente, -15%). Infine, il segmento del turnaround, dedicato alle imprese in difficoltà, ha mantenuto un ruolo di nicchia, con solamente 6 operazioni e 30 milioni di euro investiti. Con riferimento all'origine geografica degli operatori, rimane elevato l'interesse dei soggetti internazionali per il nostro mercato: nel 2023, infatti, il 64% dell'ammontare complessivo è stato investito da operatori esteri (5.248 milioni).

Disinvestimenti

Nel 2023 l'ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 1.730 milioni di euro, in calo del 61% rispetto ai 4.398 milioni dell'anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 99, -15% rispetto alle 117 del 2022. Il canale maggiormente utilizzato per i disinvestimenti in termini di numero è stato la vendita ad un soggetto industriale, con 37 exit (37% del totale), con un'incidenza del 45%.

"Venivamo da due anni straordinari – conclude Cipolletta - con il consolidamento delle infrastrutture e l'impegno di CDP che aveva portato a grossi finanziamenti Ora c'è una pausa su livelli alti e inferiore rispetto a quanto preventivato qualche mese fa. La fine del 2023 è stata infatti migliore di quanto atteso, in linea con il contesto economico generale. Questo ci dà la speranza, che emerge anche dalle informazioni dei primi mesi dell'anno, che il 2024 possa essere migliore del 2023".

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