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Taranto, ex Ilva in bilico: Urso lancia l’allarme

- di: Marta Giannoni
 
Taranto, ex Ilva in bilico: Urso lancia l’allarme
Altoforno 1 fermo, il ministro: “Urso lancia l’allarme: “Se si spegne, Taranto rischia di fare la fine di Bagnoli”.
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Un incendio che riaccende vecchi timori
Un incendio causato dalla rottura di una tubiera nell’altoforno 1 dell’ex Ilva di Taranto ha generato una densa nube di fumo nero visibile a chilometri di distanza. Fortunatamente non si sono registrati feriti, ma l’evento ha sollevato preoccupazioni significative sulla sicurezza degli impianti e sulla gestione dell’acciaieria.

Sequestro e indagini: tre dirigenti sotto accusa

A seguito dell’incidente, la Procura di Taranto ha disposto il sequestro probatorio dell’altoforno 1 senza facoltà d’uso. Tre dirigenti di Acciaierie d’Italia sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro, getto pericoloso di cose e incendio colposo. I dirigenti coinvolti sono Maurizio Saitta, direttore generale; Benedetto Valli, direttore dello stabilimento; e Arcangelo De Biasi, responsabile dell’area altoforni.

Urso: “Taranto rischia di fare la fine di Bagnoli”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Adolfo Urso, ha espresso preoccupazione per le conseguenze del sequestro sull’operatività dell’impianto e sulle trattative in corso per la sua cessione. Durante una visita a Taranto, Urso ha dichiarato: “Se il sequestro dell’altoforno prevederà anche l’inibizione all’uso, dovremo necessariamente aspettarci un forte numero di lavoratori in cassa integrazione e una riduzione significativa della produzione. Ma se il provvedimento inibirà anche la manutenzione degli impianti, compromettendo per sempre il ripristino dell’altoforno, potete immaginare quali possono essere le conseguenze. È chiaro che se qui si crea un’altra Bagnoli, finirà come a Bagnoli”.

Trattative con Baku Steel a rischio
Il sequestro dell’altoforno 1 potrebbe compromettere le trattative in corso per la cessione dell’ex Ilva al consorzio azero guidato da Baku Steel Company. Il consorzio ha presentato un’offerta di 1,1 miliardi di euro e un piano di investimenti industriali e ambientali da 4 miliardi di euro, chiedendo al contempo incentivi governativi per 5,5 miliardi di euro.

Un momento grave 
La situazione dell’ex Ilva di Taranto è critica. L’incendio e il conseguente sequestro dell’altoforno 1 hanno riacceso timori sulla sicurezza degli impianti e sulla sostenibilità dell’intero complesso siderurgico. Le parole del ministro Urso evidenziano la gravità del momento e la necessità di interventi tempestivi per evitare che Taranto segua le orme di Bagnoli, con la chiusura definitiva dell’impianto e le conseguenti ripercussioni economiche e sociali.

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