Veronese e Costa (UIL): “Patente a punti, la montagna ha partorito il topolino”

 
“Una patente a punti inutile che non farà chiudere nessuna impresa, anche quando questa contravvenisse gravemente a norme su salute e sicurezza sul lavoro. È quanto hanno dichiarato, al termine dell'incontro al Ministero del lavoro, la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, e il segretario nazionale della Feneal Uil, Stefano Costa.

"Si riconoscono fino a 100 punti alle imprese, il che - hanno precisato Veronese e Costa - non porterà alla sospensione della patente, per decurtazione dei crediti, neanche in caso grave di strage di lavoratori e lavoratrici, come quelle per le quali ci si è tanto indignati e addolorati in questi ultimi mesi. Un cordoglio di cui davvero siamo stanchi, se non viene mai accompagnato dall'introduzione di misure realmente efficaci e non solo di facciata. Dovendo poi aspettare i tempi di una giustizia lenta, peraltro con i rischi che conosciamo rispetto alla prescrizione, la prima decurtazione dei crediti o la prima sospensione della patente la vedremo chissà quando".

"Peraltro - hanno proseguito i due sindacalisti - il decreto attuativo mette su binari rigidi anche gli ispettori del lavoro per la sospensione dell'attività in caso di morti, infortuni gravi o misure di sicurezza inesistenti, a tutela esclusiva delle imprese. La montagna ha partorito un topolino, ma qui c'è in gioco la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e qualcuno sembra non accorgersene. Questo provvedimento, che nasce dopo la strage avvenuta nel cantiere Esselunga di Firenze, non darà giustizia neanche a quelle vittime".

"Il confronto strutturato, che abbiamo sempre chiesto alla ministra Calderone sul tema salute e sicurezza - hanno sottolineato Veronese e Costa - non si è mai avviato, nonostante i tanti tavoli promessi. Il confronto tecnico su questo decreto attuativo ha dimostrato che la volontà del governo resta quella di non disturbare l'azienda, ma di proteggerla a qualsiasi costo, anche sulla pelle di lavoratrici e lavoratori che continuano a morire, a infortunarsi gravemente, a contrarre malattie professionali".

"Una ministra e un governo sordi, pochi provvedimenti pasticciati e nessun confronto vero. Noi - hanno concluso Veronese e Costa - continuiamo a chiedere che si cambi radicalmente passo".
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