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Vergogna strappalike

- di: Barbara Leone
 
Il mondo, diceva Einstein, è un posto pericoloso non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare nulla. Nell’era dei social va anche peggio. Perché oltre a non far nulla, certi subumani si divertono a filmare e postare la morte in diretta deridendo finanche la vittima di turno. E’ esattamente quello che è successo a Roma, sul Grande raccordo anulare all’altezza di Casal Del Marmo. E’ qui che la macchina di Francesco Sandrelli, un pittore di Cortona, ha preso fuoco. Prima che l’abitacolo si trasformasse in un rogo, l’uomo è però riuscito a scendere dalla macchina sebbene con le gambe avvolte dalle fiamme. Nessuno si ferma, nessuno lo aiuta, nessuno chiama i soccorsi. Anzi, qualcuno che si ferma c’è. I subumani di cui sopra, come abbondantemente documentato da un abominevole video che nei giorni successivi all’incidente è stato postato sui social. Un video raccapricciante, e non solo per la crudezza dell’evento. Ma per lo sconcertante sottofondo audio: “"Ah zi', hai pijato foco?... Senti che callo, mamma mia. Questo lo mandiamo a Welcome to favelas”. E così è stato. Per qualche giorno il video è stato protagonista di questa pagina social, peraltro nata per denunciare il degrado ed i malfunzionamenti della Capitale. E’ rimasto lì, in bella mostra e alla mercè del popolo webete e senza che nessuno fiatasse. Il tutto mentre al Sant’Eugenio di Roma l’artista toscano lottava tra la vita e la morte, sopraggiunta pochi giorni fa dopo oltre un mese di agonia. Un’agonia atroce, inenarrabile come solo quella degli ustionati gravi può essere. Ora che Francesco non c’è più, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omissione di soccorso. Sì, perché a detta dei medici l’uomo avrebbe potuto salvarsi se solo fosse stato soccorso in tempo.

Francesco Sandrelli, il pittore lasciato bruciare nel rogo dell'auto

Invece di filmare e sbeffeggiare, i subumani che si sono accostati alla sua Golf (e che si sono accostati lo testimonia proprio il video che inizia con una colonna nera di fumo a distanza più che ravvicinata) avrebbero potuto, e dovuto, intervenire. Innanzitutto chiedendo aiuto, usando quel telefono per chiamare i soccorsi. E poi, perché no, cercando di rendersi utile. Apriti cielo: sapete cosa va blaterando il popolo webete? Che anche no, non ci pensiamo proprio a fare gli eroi mettendo a rischio la nostra pelle. Eppure è talmente ovvio che nessuno chieda al prossimo di fare l’eroe. Lo sappiamo tutti che una macchina che prende fuoco è pericolosissima, che può esplodere da un momento all’altro e via dicendo. Ma sant’Iddio, quell’uomo aveva solo le gambe avvolte dalle fiamme! Bastava trascinarlo per le braccia lontano dall’auto, buttargli addosso una giacca per arginare le fiamme, provarci ad aiutarlo… o semplicemente digitare 113 o 118 sulla tastiera del telefono. E’ chiedere troppo? Evidentemente sì. Meglio fare un “bel” video strappalike, e coprire le lancinanti grida di questo povero disgraziato con battute degne di un vomito irrancidito. E dire che in quel minuto (tanto all’incirca dura il video) avrebbero potuto salvarlo. Un minuto di vergogna e di raccoglimento per il genere umano, visto che l’aberrante video si è pure beccato molti, troppi, like. Che in questo tempo arido e buio valgono di più di una vita. E non chiamatele bestie, che loro un’anima ce l’hanno eccome. Stiamo sprofondando verso un abisso senza ritorno delle coscienze, dominato dall’assenza totale del più banale ed elementare senso civico. Altro che intelligenza artificiale sì, intelligenza artificiale no. L’alternativa non c’è, visto che quella umana di intelligenza s’è andata a far benedire irrimediabilmente. 

 
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