La Ue vuole toglierci pure il bugiardino. No dei farmacisti: prezioso aiuto per i pazienti
- di: Barbara Leone
Qual è la prima cosa che facciamo tutti quando il medico ci prescrive un nuovo farmaco? Leggere il bugiardino, of course. Quel minuscolo e pigiatissimo foglietto illustrativo che spiega per filo e per segno principi attivi, proprietà terapeutiche e soprattutto effetti collaterali e controindicazioni. Inforcare gli occhiali, dal momento che è scritto in formato 5, e spulciarlo in ogni sua parte è diventato un gesto automatico, e per alcuni anche un po’ scaramantico. Come a dire, ora che so tutto posso stare tranquillo. Anche se poi, nomen omen, vattelappesca cosa c’è scritto visto che non tutti siamo addetti ai lavori. Ma tant’è, lo facciamo. Ci piace e ci siamo pure affezionati a quel piccolo foglietto. E mai come in questi ultimi tempi in cui, in quanto ad uso dei farmaci, se ne sentono davvero di tutti i colori.
L’ultima pensata della Ue ci fa dunque sobbalzare. Sì, perché la Commissione europea sta pensando di abolirlo. Notizia fresca fresca, che arriva direttamente dal recente Simposio internazionale del Pgeu, l’associazione che rappresenta i 160mila farmacisti e le 400mila farmacie operanti in tutta Europa. Nel corso del meeting, presieduto dal segretario nazionale e presidente a Palermo di Federfarma Roberto Tobia, si è posta l’attenzione proprio su quest’eventualità dettata, pare, da un’ottica di risparmio e minor impatto ambientale. In pratica la Ue vorrebbe eliminare il nostro adorato e prezioso bugiardino per risparmiare carta. Che per carità, è un fine nobile e giusto. Ma nella fattispecie la cosa ci lascia alquanto perplessi. E non solo a noi. Ad esser contrari a questa ipotesi, infatti, sono innanzitutto i farmacisti stessi, che vi si oppongono con un secco no. “I farmacisti europei - ha dichiarato Tobia - non solo vogliono che sia mantenuto il bugiardino come prezioso riferimento pratico soprattutto per anziani e pazienti cronici, ma ritengono opportuno e utile ricorrere in via complementare anche al foglietto elettronico, un ausilio informatico capace di erogare più informazioni ai cittadini in modo più dinamico, smart e più facilmente comprensibile. I farmacisti europei - ha proseguito Tobia - sono a favore di una maggiore informazione e trasparenza e si batteranno affinché sia scongiurato un grave danno ai cittadini”. Il problema del resto è duplice. Da una parte in un Paese “anziano” come l’Italia sembra veramente assurdo e fuori luogo costringere le persone più avanti con gli anni a fare i conti con l’ennesima diavoleria elettronica.
Perché diciamolo sinceramente: i nostri genitori e nonni le novità tecnologiche le reputano tali. E fanno uno sforzo sovraumano per adattarvisi e stare al passo coi tempi. Obbligarli a destreggiarsi tra formati elettronici e account digitali in un settore per loro fondamentale qual è la salute pare davvero una cattiveria gratuita. L’altro problema è che poi proprio per agevolare gli utenti più anziani che vuole fare la Ue? Delegare il tutto alle farmacie. Le quali, secondo Bruxelles, all’occorrenza dovrebbero mettersi a stampare questi benedetti foglietti illustrativi digitali. Che, per la cronaca, in Europa sono appena appena 11 miliardi. Magari non dovrebbero stamparli tutti, ma anche fosse quota parte si ritroverebbero con un surplus di lavoro incredibile. “Ci opponiamo fermamente alla linea dell’industria che vorrebbe foglietti solo digitali - ha detto ancora Tobia - e all’ipotesi della stampa in farmacia che porterebbe via molto tempo ai farmacisti e sarebbe onerosa”. Perché non dimentichiamoci che, come ricorda lo stesso Tobia, i farmacisti europei passano già sei ore al giorno a districarsi tra questioni burocratiche varie. Ed ovviamente questa sarebbe un’ulteriore incombenza della quale, ovviamente, farebbero volentieri a meno. Che poi ricordiamolo, il farmacista è da sempre una figura di riferimento per i pazienti. E sarebbe il caso che rimanesse tale, senza doverlo per forza trasformare in una sorta di stampatore in camice. E poi perché? Se il problema è la carta basterebbe utilizzare molto più semplicemente quella riciclata. Facile facile. Invece, chissà perché, ci ritroviamo a che fare con l’ennesima contorta decisione dell’ufficio complicazioni affari semplici con sede ufficiale a Bruxelles.