Siddi: ruolo preminente di radio e TV in quadro normativo equo, tecnologicamente neutro

 
Audizione di CRTV alla Camera sul recepimento del Codice delle Comunicazioni Elettroniche UE. “Le finalità di salvaguardia del pluralismo e della diversità culturale, più volte menzionate dalla direttiva, impongono di mantenere la radiotelevisione, e la relativa esperienza utente, come ambito ben riconoscibile, qualificato ed affidabile di produzione e distribuzione di contenuti di informazione ed intrattenimento, evitando ogni forma di contrazione/distorsione del mercato” ha detto il Presidente Franco Siddi “L’obiettivo è creare un quadro normativo e regolamentare equo per un mercato tecnologicamente neutrale, che garantisca un level playing field tra gli editori radiotelevisivi, da un lato e over the top e video sharing platforms dall’altro”. “Libero accesso per gli utenti, ampliamento della gamma di offerta di servizi per le imprese), competizione e stimolo alla crescita economica, maggior benessere dei cittadini sono le opportunità offerte da queste norme. Ma il rischio di dispersione di modelli d’impresa consolidati e di marginalizzazione economica e socioculturale dei servizi radiotelevisivi è grande se lo sviluppo non è regolamentato adeguatamente.”.

L’audizione si è svolta oggi, in remoto, presso la IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei Deputati, presieduta dall’On. Raffaella Paita e verte sull’Atto di Governo N. 289 “Schema di decreto legislativo di attuazione della Direttiva UE 2018/1972 che istituisce il Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, tecnicamente una “rifusione” (aggiornamento e armonizzazione) di diverse direttive di settore. Lo schema di DL all’esame della commissione aggiornerà l’attuale codice italiano con impatto significativo sull’intero ecosistema economico digitale, in un contesto che è andato ben oltre i confini del settore radiotelevisivo.

Fra i punti di attenzione illustrati dal Presidente di  CRTV alla Commissione, la gestione dello spettro, “vanno evitate ulteriori compressioni della porzione di spettro disponibile per i servizi radiotelevisivi, già pesantemente ridotta dal processo di refarming in corso”, la semplificazione dei procedimenti di autorizzazione all’installazione di reti e infrastrutture di comunicazioni elettroniche,  sia a livello centrale che a livello territoriale e gli oneri amministrativi. Su quest’ultimo tema il Presidente ha ricordato come i contributi per i diritti d’uso delle frequenze digitali terrestri sono rimasti indeterminati nel loro importo dal 2020, indeterminazione che si è riflessa anche sulla procedura onerosa senza rilanci competitivi per l’assegnazione ad operatori di rete nazionale. “È necessario introdurre un criterio di contribuzione fondato su parametri oggettivi (e non anche sulla invocazione delle esigenze finanziarie dello Stato) e coerenti con le esigenze di efficiente e razionale utilizzo dello spettro radio e con il mercato interessato”.

Infine, il tema della prominence e della tutela del pluralismo, centrale per lo sviluppo del sistema radiotv. È importante evitare che sistemi proprietari vengano utilizzati per creare barriere all’accessibilità/contendibilità dell’utenza e l’accesso al mercato per i fornitori di servizi di media audiovisivi, come peraltro previsto dall’art. 113 della Direttiva. Il tema dell’accessibilità/neutralità degli apparecchi televisivi di nuova generazione (smart TV) è di importanza cruciale per il futuro del settore radiotelevisivo, “è necessario assicurare che gli apparecchi di ricezione mantengano le metodologie di accesso tipiche dei servizi televisivi diffusi su piattaforma terrestre, storicamente consolidate ed importanti per assicurare la qualità e la riconoscibilità dell’esperienza utente”: il riferimento è, ad esempio, al sistema LCN (Logical Channel Numbering), all’integrazione con i servizi di TV lineare via etere o satellite, ai servizi di parental control, alla Service information, ai sistemi EPG ed SPG, all’integrazione dei servizi di interattività e di sottotitolazione con l’adozione dei medesimi middleware standard europei (ad es. HbbTV), “che dovrebbero essere resi disponibili obbligatoriamente sui ricevitori TV”. “Occorre infine evitare”, ha aggiunto Siddi “mediante apposite prescrizioni, che i servizi di media audiovisivi prestati via IPTV o web siano oggetto di politiche discriminatorie ad opera di costruttori di apparecchi di ricezione, fornitori di hardware e sistemi operativi, prestatori di servizi di accesso ad Internet”.

 Nei prossimi giorni il Parlamento sarà chiamato ad approvare diversi provvedimenti di notevole importanza per il settore dei media in generale e del sistema radiotelevisivo in particolare. All’esame, tra gli altri: lo schema di DL di recepimento della direttiva SMAV (che riordinerà il TUSMAR) quello della direttiva Copyright e della direttiva SAT-CAB.
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