È evidente che Shakira non abbia un’amica di quelle vere: una che ti dica che puoi metterti la cuffia in testa, le extensions fino alla vita, il reggiseno fucsia e insultare l’ex consorte fedifrago quanto ti pare, ma se il tuo sguardo resta quello di un cocker legato al guardrail e abbandonato, sei poco credibile e passi da rosicona. La storia ormai la conoscono pure i sassi: Piquè, il calciatore per cui lei aveva piantato l’allora fidanzato Antonio De la Rúa, che, a sua volta, inviperito dopo essere stato scaricato, l’aveva citata in causa per cento milioni (perdendo: tutti fissati coi soldi, ma che bella gente) e con cui c’era stata perfino una serie di rumors su alcuni video hard fatti in casa, vai a sapere (anzi, meglio di no), ha tradito e poi lasciato la cantante colombiana che fece perdere la testa al premio Nobel Garcia Marquez per un tenero virgulto appena ventiduenne, Clara Chia (per fortuna non si chiama Kia, altrimenti sai che risate), che girava in mutande a casa della coppia in tempi non sospetti e con tanto di video (un altro!) a testimoniarlo. Shakira, destabilizzata e presumibilmente furibonda, scrive di rimando una canzone con il rapper argentino Bizarrap, Music Sessions 53, infarcita delle classiche, infelicissime frasi che scrivono tutte le becche di questa terra: non sai che ti sei perso, non torno da te nemmeno se mi preghi sui ceci e sui cocci - particolare non da poco: nessuno glielo ha chiesto - e, infine, le ciliegine sulla torta che stanno facendo la gioia degli uffici marketing delle aziende chiamate in causa: “hai scambiato una Ferrari per una Twingo - gorgheggia, si fa per dire, la malcapitata - un Rolex per un Casio”. Ora, è evidente che Piquè avesse già considerato da un pezzo il fatto che l’ex moglie potesse disporre di una discreta fortuna, altrimenti mica le avrebbe chiesto soldi in prestito e, senza volerci addentrare nel curioso ragionamento shakiriano che assimila una donna a oggetti, per quanto di lusso, segno che il tanto strombazzato femminismo spesso si riduce a spararsi le pose sui media per la pesca a strascico dei gonzi, è interessante notare come lui abbia preso subito la palla al balzo per comprarsi un Casio con cui si è pavoneggiato in una trasmissione tv sottolineando che si tratta di un “orologio per la vita”, e poi si è aggiudicato anche una bella Twingo bianca con cui, a favore di obiettivi, si è recato felicemente ad allenarsi.
Shakira e Piqué tra Ferrari, Twingo, Rolex e Casio
Nel frattempo, i pubblicitari stappano lo champagne facendosi grasse risate perché sia Casio che Renault non hanno perso occasione di ricordare che i loro prodotti durano molto di più della fedeltà di certi calciatori, dopodiché si sono precipitati ad arruolare Piquè come testimonial. Casio ha addirittura esibito la foto di una irriconoscibile Shakira anni 90, capelli corvini e orologio del brand al polso: ricordati che sei partita da qui, tesorina bella. E mentre la cantante continua con le invettive vocali contro la twingo umana, rea di averle rubato un tesoro tanto prezioso neanche lo avesse minacciato col ruotino di scorta e come se, a un certo punto, non si avesse il sacrosanto diritto di stufarsi e mollare gli ormeggi, il suo continuo dare i numeri per ribadire quanto guadagni mostrando in pubblico ciò che dovrebbe rimanere privato riporta alla mente certi pareri al vetriolo sull’egotismo della star in questione. Intanto, l’operazione commerciale, come prevedibile, ha fatto il botto su Spotify al coro di cornute di tutto il mondo uniamoci, del resto non c’è niente di meglio della solidarietà femminile per fatturare. Però, Shakira cara, invece di perdere mesi e mesi a proporre a Gerardino bello biglietti aerei in business e omaggi vari per venire da te in Florida, e di fare la portavoce - utili a parte - di tutte quelle che per consolarsi dopo essere state tradite si ritrovano abbarbicate a un bidone di Häagen-dazs piantate sul divano a guardare le quattro rincitrullite di Sex and the City, non ti conveniva essere tu a cambiare per prima una Merida con un(a) Lamborghini?