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Se nulla ha più senso…

- di: Barbara Leone
 
Quando si perdono i genitori si dice che sei orfano, quando perdi un compagno si dice che sei vedova. Ma quando perdi un figlio sei nulla. E lo sei per il resto della vita. Perché sopravvivere ad un figlio è crudele, feroce e innaturale. Nessuno dovrebbe conoscere questo dolore. Che non è dolore, ma inferno allo stato puro e senza via d’uscita. Quello che attraverseranno sino alla fine dei loro giorni i genitori di Francesco, un ragazzo che s’era appena affacciato alla vita. E la cui vita gli è stata strappata via questa notte senza un perché. Anzi no. Un perché c’è. Ed è scritto nero su bianco sui risultati delle analisi della ragazza che era alla guida dell’auto che ha travolto il diciottenne sul marciapiede della Cristoforo Colombo, trafficatissima strada della Capitale. A quanto si apprende, infatti, la 23enne è risultata positiva agli esami tossicologici ed alcolemici: 1,57 quest’ultimo.

Ma quando perdi un figlio sei nulla

Un tasso alcolemico ben tre volte più alto rispetto alla soglia massima consentita. Come se non bastasse, pare che nel 2020 alla ragazza fosse già stata sospesa la patente proprio per guida in stato di ebbrezza. Provvedimento evidentemente inutile. Del resto sono anni che le famiglie delle vittime delle strade invocano l’ergastolo della patente a chi venga trovato positivo ai test di alcol e droga. E sono anni che nessuno li ascolta. Laddove basterebbe un minimo di buon senso per capire che se una persona guida ubriaca gli va bene una volta, forse due. Ma alla terza o quarta qualcosa di irreparabile succede. Ecco perché la sospensione della patente non basta. Ed ecco perchè, oltre all’incommensurabile dolore, questa tragedia ci procura tanta e tanta rabbia. Era tutto prevedibile, evitabile. Tutto maledettamente secondo copione. Perchè è impossibile (salvo in caso di malore) che una persona completamente in sé perda completamente il controllo di un’auto al punto da travolgere un pedone che cammina tranquillamente sul marciapiede. Troppo raro che questi incidenti accadano per mero e crudele destino. Solo dieci giorni fa, sempre a Roma, due ragazze che si erano fermate per soccorrere delle persone rimaste coinvolte a loro volta in un incidente sono state travolte ed uccise da un’auto pirata rivelatasi poi guidata da un uomo con in corpo alcol e droga. E, per la cronaca, da inizio anno sono 85 le persone che hanno perso la vita sulle strade romane. Morti incomprensibili ed inaccettabili in un Paese che si dice civile che ha per Capitale una città sempre più allo sbando, dove non esistono controlli e dove le strade sembrano esser diventate piste di Formula1.

Un pedone che cammina tranquillamente sul marciapiede

Tanto nessuno le mette in sicurezza, e nessuno ti sanziona in alcun modo. Due famiglie distrutte, qualcuno dirà. Sì, ma una se permettete un po’ di più. “Il mio bambino che aveva a cominciato a correre nella vita. Un’auto nella notte lo ha investito e non tornerà. Nulla più tornerà. Nulla ha più senso. Nulla”, ha scritto la mamma di Francesco su Twitter. Stimatissima collega del Corriere della Sera ma, per quanto mi riguarda, soprattutto amica di parco, di chiacchiere sulla cucina, sulla politica, sui viaggi, sui cani… sui figli. Un messaggio a cui ne ha fatto seguito un secondo, che se possibile fa ancor più raggelare il sangue: “Gli eroi sono tutti giovani e belli. Lui era semplicemente un ragazzo felice. E io non lo sarò mai più. Ciao Francesco amore mio”. A Paola e a suo marito Luca sono arrivate molti affettuosi messaggi di cordoglio, come quello toccante di Giorgia Meloni: “Cammineremo con te, perché tu non sia sola mentre attraversi l’inferno”. Sarebbe bello se in onore di Francesco e di tutte le vittime della strada la premier Meloni, che infondo è soprattutto mamma Giorgia, mettesse mano col suo governo ad una legge seria e definitiva per prevenire il più possibile queste morti atroci, assurde e indegne di un Paese civile. Diversamente nulla ha davvero più un senso.
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