Sanità pubblica, integrativa e digitalizzazione della sanità: quali prospettive?

 
“Abbiamo bisogno di un diverso modello organizzativo dall’impronta manageriale, appropriato al bisogno di salute dei cittadini. Per il SSN lo stato dovrebbe diventare un soggetto terzo che garantisca efficacia ed efficienza”: è quanto affermato da Domenico Mantoan, Direttore Generale dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali intervenendo al talk show sul tema “Come evolve la sanità pubblica? Quale la relazione con i fondi di sanità integrativa? Come impatterà l’avvento del digitale in ambito medico e chirurgico?”  Domande assieme a Mantoan hanno risposto Fabio Pengo, Vicepresidente Fasi e Luca del Vecchio, Direttore Generale di IWS e Direttore Politiche per il digitale e filiere, scienza della vita e ricerca di Confindustria nazionale. Il talk è stato organizzato da Fasi e Federmanager FVG e moderato da Daniele Damele, presidente di Federmanager FVG e del FASI nella suggestiva cornice di Portopiccolo a Sistiana in provincia di Trieste.

Ancora Mantoan ha sostenuto che “La necessità di salute ha spinto 16milioni di italiani a scegliere i fondi integrativi, dimensioni tali che spingono la politica a osservare con crescente interesse il fenomeno e le sue ricadute. Tuttavia, la sanità integrativa deve essere gestita in modo che non diventi strumento di consumismo sanitario”.

D’altronde la sanità nel nostro Paese è in sofferenza: è un sistema che poggia su basi progettate in un tempo passato con altre condizioni demografiche e differenti condizioni socioeconomiche; dunque, la politica è ora chiamata a ripensare il modello organizzativo del sistema sanitario ritarandolo sui bisogni di salute della popolazione attuale. 

Dal canto suo Pengo, vicepresidente del Fasi ha affermato che “all’interno del Fasi dedichiamo grande attenzione a non alimentare il consumismo sanitario lavorando sulla prevenzione. Riusciamo in tal modo a calmierare le dinamiche di cui parla il dottor Mantoan” Sempre Pengo ha sottolineato che “il Fasi, insieme a IWS, lavora per anticipare le necessità di una popolazione che sta cambiando e valutare mensilmente l’inserimento di nuove prestazioni. Il Fasi inoltre ha un progetto che mira a valutare l’appropriatezza delle tecnologie in fase diagnostica”.

Una riflessione molto importante sulla digitalizzazione e il suo impatto sulla sanità pubblica è stata fatta da Del Vecchio, Direttore Generale di IWS e Direttore Politiche per il digitale e filiere, scienza della vita e ricerca di Confindustria nazionale specificando quali debbano essere le proposte per una riorganizzazione dei servizi e una ricollocazione delle risorse finanziarie “lo Stato sta cercando di implementare un progetto di digitalizzazione che coinvolga tutto l’ecosistema sanità con la missione 6 del PNNR il cui soggetto attuatore è Agenas. Dalla digitalizzazione vera del fascicolo sanitario elettronico, a servizi di telemedicina al servizio dell’SSN, all’utilizzo dell’IA. Nel 2026 lo Stato italiano dovrà rendicontare i risultati dell’utilizzo dei fondi del PNNR all’Europa anche per la missione 6. Una sfida centrale e titanica che potrà essere vinta solo se la qualità della managerialità, della cultura d’impresa verrà applicata alla sanità.”

Altro tema sul tavolo: una sanità integrativa che sempre più rischia di sostituire o competere con il SSN: come possiamo contribuire per evitare che ciò accada?

Sul punto Pengo ha rilevato che: “la nostra volontà è letteralmente di essere integrativi, dare un contributo dove SSN ha più necessità. In sintesi, la presa in carico clinica ma anche sociale. I Fondi possono essere degli ottimi interlocutori in questo senso mentre Del Vecchio ha precisato che “il tema sia una riforma ordinata del sistema. Armonizzare il sistema. Diminuire il numero dei fondi o delle casse aziendali, andando sui grandi numeri e mutualizzando il rischio”.

Per Mantoan, invece, il nodo gordiano sta nella risoluzione delle difficoltà organizzative e di adeguamento rispetto alla situazione attuale che sta perpetrando un modello obsoleto. “Stiamo facendo una rivoluzione a livello digitale nella sanità; tutti i dati confluiranno nell’EDS nazionale, il fascicolo sanitario elettronico e anche le prestazioni dei fondi finiranno li. Stiamo facendo un investimento sulla sanità digitale il cui obiettivo è la presa in carico e non la prestazione, grazie alla telemedicina. Questa silenziosa ma efficace rivoluzione si attuerà entro un anno. Se i Fondi vogliono essere utili al sistema, vi chiediamo di monitorare la qualità delle prestazioni erogate e di creare un modello utile agli associati e compatibile con il SSN. Questo porterà la sanità italiana fra le eccellenze mondiali”.

Prima del dibattito è stato proiettato un videomessaggio dell’assessore regionale alla sanità del FVG, Riccardo Riccardi, che ha espresso un plauso a Federmanager FVG per aver promosso detto evento.
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