Questione di filler

- di: Barbara Leone
 
Quanto vorrei per un attimo riuscire ad esplorare le celluline grigie dei nostri politici. Capirei, forse, cosa gli passa per la testa e come possano partorire certi capolavori del nonsense. L’ultimo, ma solo in senso cronologico, arriva da alcuni esponenti del centrodestra che hanno presentato una mozione per azzerare l’Iva sulla chirurgia estetica. Il motivo? Secondo questi geni concorrerebbe a far star meglio gli italiani a livello psicologico. Ma dico io: siete seri? L’asticella qui continua a scendere inesorabilmente sempre più in basso. Tra poco rasenterà il sottosuolo. Del resto lo sanno pure i sassi: l’Iva su liposuzione, tette e ritocchino vari è il problemone numero uno degli italiani. Chi se ne frega delle liste d’attesa infinte per una visita specialistica o per una mammografia. L’importante è rifarsele le tette, mica scoprire in tempo un cancro! Provate a chiamare un Cup per, che ne so, una risonanza mangnetica o un ecodoppler: avrete tutto il tempo di schiattare. E però se vi rifate gli zigomi non pagate l’Iva. E il chirurgo estetico, che già di per sé guadagna vagonate di soldi, diventerà ancor più ricco di quanto già non sia. Infondo cosa vuoi che siano settemila euro per un par de tette nuove di zecca. O diecimila per una addominoplastica. Pancetta o non pancetta, questo è il problema! Poi fa nulla se mancano trentamila medici e 250mila infermieri nella sanità pubblica. Sanità oramai, di fatto, privatizzata.

Perché se vuoi campare ti ci costringono a rivolgerti ai privati. Sanità diseguale, con vere e proprie voragini tra nord e sud. Sanità corrotta, soprattutto in certe zone dimenticate da Palazzo Chigi e da Dio. Sanità allo stremo, con medici e infermieri che fanno turni massacranti che ammazzerebbero pure superman. E questi cosa vanno a pensare? Di togliere l’Iva sugli interventi di chirurgia estetica ritenuti fondamentali per il benessere psicofisico degli italiani. E dire che ingenuamente pensavo che per star bene a livello psicologico, e non solo, sarebbe cosa buona e giusta riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena senza che ci levi un rene. Bravi! Senza Iva sugli interventi di chirurgia estetica, adesso finalmente potremo stare sereni e tranquilli quando ci grattiamo la testa per capire come arrivare alla fine del mese! Che poi: posso capire chi subisce ustioni, traumi, incidenti o altro. Ma perdonatemi se quando penso alla chirurgia estetica non mi sovviene esattamente quello ma, più verosimilmente, tutte le bizzose manie figlie d’un tempo basato tutto sull’apparire ed essere sempre al top. Anche a costo di sfiorare il ridicolo.

Perché prima un ritocchino, poi un altro e poi un altro ancora alla fine della fiera quelli che usano, ed abusano, dei chirurghi estetici sembrano fatti con lo stampino. Inoltre: di grazia, perché mai i chirurghi estetici dovrebbero risparmiare sull’Iva? Non mi risulta che siano esattamente dei poveracci. Tutt’altro. Senza contare che di prodotti a cui levar l’Iva ce ne sarebbero tanti, e tutti molto più utili. Dagli assorbenti intimi alle cure dentistiche, passando per i dispositivi medici ortopedici fino ai banalissimi termometri. Per non parlare della vergogna dei farmaci ad uso veterinario che, a parità di principio attivo, costano tre volte tanto quelli ad uso umano. Giusto per limitarci all’ambito medico, ma di esempi ce ne sarebbero tremila. Uno su tutti, i libri. Altro che interventi di chirurgia estetica. Toglietela sui libri l’Iva. Forse, e dico forse, acculturandoci un po’ qualcosa cambierebbe. Ma poi, sempre forse, probabilmente certi soggetti non andrebbero in Parlamento. Tipo quelli che, altro provvedimento indispensabile per tutti gli italiani, stanno valutando di eliminare il superbollo per le auto di lusso. Ora è tutto chiaro. Per avere un minimo di considerazione da parte del governo tocca comprarci tutti la Maserati e riempirci di botox. Questione di priorità. E di filler.

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